14-05-2017, 11:52
Buona domenica a tutti,
Vorrei condividere con voi quanto mi è accaduto ieri.
Prima uscita dopo aver rimesso la barca in acqua, vento da W sui 20/25 nodi con mare leggermente increspato, apparentemente non impegnativo sotto costa.
Uscita dalla darsena agevole, fuori la condizione e' apparsa subito più dura di quanto sembrasse dal pontile: un classico che evidentemente non ho ancora imparato a valutare correttamente.
Ritenendo inopportuno in quelle condizioni testare le vele per dubbi relativi alla corretta messa in opera delle manovre (borose, base), opto per un giretto a motore.
Procedendo con il vento in poppa noto che il fiocco - al quale avevo tolto la cimenta che di solito all'ormeggio uso per evitare "srotolamenti" accidentali - tende ad aprirsi.
L'avvolgifiocco non lavora correttamente e non serra la vela quanto basta per non farla gonfiare. Decido di provare a mano da prua, ma l'operazione non riesce e la vela comincia a sbattere (l'amico, timoniere improvvisato, non mi aiuta molto cambiando più volte direzione e non facilitando l'operazione).
Alla fine, dopo diversi tentativi, decido di liberarla dalle scotte ormai incattivate e di arrotolarla a mano; l'operazione riesce e serro con le manovre correnti in attesa di tempi migliori per riarmarle (sperando che lo sbattimento non abbia provocato danni).
Sono sopravvento al molo di sopraflutto di una darsena ed a una secca segnalata da un fanale quando il motore comincia a perdere potenza e, alla fine, si spegne.
Corro a prua a dare ancora (Trifoil da 10 kg, 9 mt di carena da 6 e cima da 12 - linea leggera per un natante da 2,6 T, ma non ho il salpaancora e soffro saltuariamente di schiena) su un fondale di 9 mt sperando che il tutto tenga sotto raffiche che superano i 30 kts. Calo anche una seconda linea che già so non essere funzionale per tipologia e consistenza (grappino da 5 con 4 mt di catena del 6 e cima da 12). Fortunatamente non servirà a nulla. Provo a far ripartire il motore ma, oltre a premere il pulsante di accensione, altro non so fare e sono completamente in balia degli eventi. Chiamo il titolare del cantiere che fortunatamente dopo circa 30 min riesce a soccorrermi e a rimorchiarmi. Decido di alare nuovamente la barca per approfondimenti (avevo fatto sbarcare il serbatoio, ripulirlo, cambiare il gasolio preso da un distributore stradale, cambiare i filtri e spurgare il circuito. Nessun problema nel giro di prova dal cantiere alla darsena) non essendo possibile entrare in darsena a rimorchio.
Insegnamenti e conclusioni:
1) mai prendere il mare con una barca di cui non si sia testato preventivamente il corretto armamento delle vele;
2) mai sottovalutare le condizioni del mare che appaiono dalla banchina sempre migliori di quanto siano nella realtà;
3) le linee di ancoraggio devono essere idonee alle peggiori condizioni immaginabili che, purtroppo, potrebbero materializzarsi;
4) la seconda linea deve necessariamente essere pari alla principale e utile a sostituirla se il caso lo richiedesse;
5) non è pensabile prendere il mare senza avere le minime nozioni utili ad intervenire in autonomia sul motore;
6) un motore di rispetto - nell'occasione e con le premesse fatte (nessuna competenza motoristica) - avrebbe fatto comodo.
Alla fine è andata molto bene: in pochi minuti avrei potuto finire a scogli ed invece la sorte è stata benevola e la cosa si concluderà con un esborso di denaro limitato al quale sono già pronto dal giorno in cui, dopo anni di rinvii, ho deciso di acquistare una barca.
Buon vento
Vorrei condividere con voi quanto mi è accaduto ieri.
Prima uscita dopo aver rimesso la barca in acqua, vento da W sui 20/25 nodi con mare leggermente increspato, apparentemente non impegnativo sotto costa.
Uscita dalla darsena agevole, fuori la condizione e' apparsa subito più dura di quanto sembrasse dal pontile: un classico che evidentemente non ho ancora imparato a valutare correttamente.
Ritenendo inopportuno in quelle condizioni testare le vele per dubbi relativi alla corretta messa in opera delle manovre (borose, base), opto per un giretto a motore.
Procedendo con il vento in poppa noto che il fiocco - al quale avevo tolto la cimenta che di solito all'ormeggio uso per evitare "srotolamenti" accidentali - tende ad aprirsi.
L'avvolgifiocco non lavora correttamente e non serra la vela quanto basta per non farla gonfiare. Decido di provare a mano da prua, ma l'operazione non riesce e la vela comincia a sbattere (l'amico, timoniere improvvisato, non mi aiuta molto cambiando più volte direzione e non facilitando l'operazione).
Alla fine, dopo diversi tentativi, decido di liberarla dalle scotte ormai incattivate e di arrotolarla a mano; l'operazione riesce e serro con le manovre correnti in attesa di tempi migliori per riarmarle (sperando che lo sbattimento non abbia provocato danni).
Sono sopravvento al molo di sopraflutto di una darsena ed a una secca segnalata da un fanale quando il motore comincia a perdere potenza e, alla fine, si spegne.
Corro a prua a dare ancora (Trifoil da 10 kg, 9 mt di carena da 6 e cima da 12 - linea leggera per un natante da 2,6 T, ma non ho il salpaancora e soffro saltuariamente di schiena) su un fondale di 9 mt sperando che il tutto tenga sotto raffiche che superano i 30 kts. Calo anche una seconda linea che già so non essere funzionale per tipologia e consistenza (grappino da 5 con 4 mt di catena del 6 e cima da 12). Fortunatamente non servirà a nulla. Provo a far ripartire il motore ma, oltre a premere il pulsante di accensione, altro non so fare e sono completamente in balia degli eventi. Chiamo il titolare del cantiere che fortunatamente dopo circa 30 min riesce a soccorrermi e a rimorchiarmi. Decido di alare nuovamente la barca per approfondimenti (avevo fatto sbarcare il serbatoio, ripulirlo, cambiare il gasolio preso da un distributore stradale, cambiare i filtri e spurgare il circuito. Nessun problema nel giro di prova dal cantiere alla darsena) non essendo possibile entrare in darsena a rimorchio.
Insegnamenti e conclusioni:
1) mai prendere il mare con una barca di cui non si sia testato preventivamente il corretto armamento delle vele;
2) mai sottovalutare le condizioni del mare che appaiono dalla banchina sempre migliori di quanto siano nella realtà;
3) le linee di ancoraggio devono essere idonee alle peggiori condizioni immaginabili che, purtroppo, potrebbero materializzarsi;
4) la seconda linea deve necessariamente essere pari alla principale e utile a sostituirla se il caso lo richiedesse;
5) non è pensabile prendere il mare senza avere le minime nozioni utili ad intervenire in autonomia sul motore;
6) un motore di rispetto - nell'occasione e con le premesse fatte (nessuna competenza motoristica) - avrebbe fatto comodo.
Alla fine è andata molto bene: in pochi minuti avrei potuto finire a scogli ed invece la sorte è stata benevola e la cosa si concluderà con un esborso di denaro limitato al quale sono già pronto dal giorno in cui, dopo anni di rinvii, ho deciso di acquistare una barca.
Buon vento