Pietroz, pur non entrando nel merito dei serbatoi, ti ringrazio per aver condiviso la tua disavventura con tutti. Pur sapendo che avresti incontrato forti critiche, magari qualcuna anche più ruvida di altre, hai comunque fatto in modo che tutti possano prendere spunto dalle tue considerazioni.
Le accortezze che hai elencato sono estremamente giuste, in aggiunta (se posso permettermi) ti riporto un comportamento che io adotto obbligatoriamente sopra i 15kts e dopo aver subito una sventolata all'uscita del porto che mi ha colto completamente impreparato. Prima di entrare in darsena, banalmente allungo un pizzico e mi fermo in riva al mare per valutare meglio cosa mi attenderà fuori dai ripari del porto. E' un gesto che ormai faccio in automatico quando ho qualche dubbio, ma che mi aiuta a capire se le condizioni interne al bacino sono molto diverse da quelle che troverò poi fuori. Se ne hai la possibilità, la prossima volta prendi in auto la strada litoranea, io lo trovo estremamente utile.
Grazie Poiuuuu,
credo che anche il tuo consiglio possa tornare utile e ne farò tesoro come per quelli offerti dagli altri utenti che hanno tenuto viva questa discussione.
Buon vento a tutti.
Ultima considrazione che forse è banale ma che ho imparato tardi: con il solo fiocco è IMPOSSIBILE VIRARE, se ci si trova sulle mure sbagliate e si insiste si perde tempo prezioso e sono potenzialmente guai.
Inviato dal mio SM-N7505 utilizzando Tapatalk
(27-06-2017 11:54)drmtiede Ha scritto: [ -> ]Ultima considrazione che forse è banale ma che ho imparato tardi: con il solo fiocco è IMPOSSIBILE VIRARE, se ci si trova sulle mure sbagliate e si insiste si perde tempo prezioso e sono potenzialmente guai.
Inviato dal mio SM-N7505 utilizzando Tapatalk
Scusa ma dissento: col fiocco puoi virare a condizione che prendi un minimo di abbrivio, in caso di onda devi giocare su quella, quando hai
la prua nel vento e sei troppo lento metti il fiocco "a collo" e vedrai come
viri. L'alternativa è abbattere, il che richiede più acqua libera ma riesce sempre. Bisogna prender confidenza con la propria barca, acquisire la sensibilità al timone, che va usato con garbo...
(27-06-2017 13:01)oudeis Ha scritto: [ -> ] (27-06-2017 11:54)drmtiede Ha scritto: [ -> ]Ultima considrazione che forse è banale ma che ho imparato tardi: con il solo fiocco è IMPOSSIBILE VIRARE, se ci si trova sulle mure sbagliate e si insiste si perde tempo prezioso e sono potenzialmente guai.
Inviato dal mio SM-N7505 utilizzando Tapatalk
Scusa ma dissento: col fiocco puoi virare a condizione che prendi un minimo di abbrivio, in caso di onda devi giocare su quella, quando hai la prua nel vento e sei troppo lento metti il fiocco "a collo" e vedrai come viri. L'alternativa è abbattere, il che richiede più acqua libera ma riesce sempre. Bisogna prender confidenza con la propria barca, acquisire la sensibilità al timone, che va usato con garbo...
Quoto, c'è solo che poi devi cazzare l'altra scotta mentre col carrello randa al centro puoi dedicarti completamente al timone.
Con abbastanza abbrivio viri anche senza vele proprio, ma qui stiamo parlando di condizioni avverse, onde, vento forte, prossimità della riva o ingresso in porto e via dicendo. Per quanto sia orziera la barca a genoa aperto con vento forte, se hai randa chiusa e il genoa parzialmente rollato per il tanto vento la barca matematicamente diventa poggiera e diventa impossibile virare (o bolinare) in poco spazio. poca velocità e onda. Mi ricordo bene alcune virate non riusvite ad inizio carriera per mancanza di velocità, ed ero con due vele.
La barca è ben governabile con due vele, con una sola sarà sempre sbilanciata in qualche andatura. E in situazioni come quelle di partenza thread è sempre preferibile avere un buon controllo della barca, o come descritto la prontezza di spirito di calare l'ancora.
Che i più bravi tra noi riescono a fare manovra anche col fazzoletto di carta usato del figlio è un altro discorso.
Inviato dal mio SM-N7505 utilizzando Tapatalk
Dotttore la matematica è un'oppppppppinione.
Infatti sbandando il centro velico si sposta all'esterno e la barca diventa orziera anche con solo la vela di prua.
Diventa poggiera se la vela di prua esempio il fiocco da tempesta è cazzato tanto, una tavola, basta dargli un po di forma lascando la scotta e le cose cambiano, non abbatte la prua ma tirerà anche in avanti.
Una virata mancata e non avendo spazio per ripartire, prendere velocità, si fa l'abbattuta.
La vela è un'opppppppinione.
(16-07-2017 19:52)bullo Ha scritto: [ -> ]Infatti sbandando il centro velico si sposta all'esterno e la barca diventa orziera anche con solo la vela di prua.
Diventa poggiera se la vela di prua esempio il fiocco da tempesta è cazzato tanto, una tavola, basta dargli un po di forma lascando la scotta e le cose cambiano, non abbatte la prua ma tirerà anche in avanti.
Una virata mancata e non avendo spazio per ripartire, prendere velocità, si fa l'abbattuta.
Ragionamento interessante, lo voglio provare. Magari non con 30 nodi, ma la prossima volta ci provo.
Come sarà chiaro dai miei post, (ancora) ho più dimestichezza con derive che con il cabinato. Sulla deriva non ci sono se o ma, funziona (quasi) tutto come nei libri di fisica.
Inviato dal mio SM-N7505 utilizzando Tapatalk
Francamente non conosco le vostre barche, ma è prassi comune definire il fiocco poggiero e la randa orziera, certo, con le dovute eccezioni. La mia con solo la vela di prua, diventa poggiera, a prescindere da quanto la cazzo, tenderà sempre e costantemente a poggiare.
Per quanto riguarda la vira, con solo fiocco io riesco senza problemi, basta prendere un minimo di abbrivio. Ma qui sicuramente dipende molto da barca a barca, la mia nonostante la lunghezza è una piuma in queste situazioni ed evolve con performance notevoli. Magari una barca più pesante arriva al punto proprio di non farcela a virare, ed in quel caso semplicemente si abbatte.
edit: va bene il filtro parolacce, ma ca .**0 per noi è un termine velico, e sostituirlo con pifferino...
Grazie per la modesta testimonianza che alla fine aiuta un pò a non fare gli stessi errori. io osservo sempre le barche uscire e vedo che nell'80% dei casi le vele sono tutte ben chiuse al loro posto....della serie ci vorrebbero forse 10 min per riuscire ad armarle in mare con condizioni meteo non favorevoli sempre se ci si riesca. partire già con 17/20 nodi vuol dire uscire con almeno una mano alla randa già pronta e l'avvolgifiocco verificato, nonchè ancora pronta. chi deve attraversare tratti di canale con secche vicine, anche se non in mare, corre gli stessi pericoli, basta ancora meno tempo per ritrovarsi incagliati. quando esci da un porto con 15/18 nodi l'occhio deve essere lontano, anche un piccolo binocolo puo' servire, devi osservare le onde fuori in mare, devi osservare eventuali barche fuori quanta vela hanno per renderti conto delle condizioni che ti troverai da li a 15 minuti altrimenti giri la prua rientri e ti prepari. BV
(17-07-2017 08:27)Utente non piu attivo Ha scritto: [ -> ]Francamente non conosco le vostre barche, ma è prassi comune definire il fiocco poggiero e la randa orziera, certo, con le dovute eccezioni. La mia con solo la vela di prua, diventa poggiera, a prescindere da quanto la pifferino, tenderà sempre e costantemente a poggiare.
Forse non hai letto bene ciò che ha scritto Bullo, che ha premesso un fondamentale "SBANDANDO". Per dire che anche con la sola vela di prua, se la raffica in arrivo è sufficientemente intensa da far sbandare significativamente la barca, ci sarà una tendenza orziera da contrastare...
Questo rientra tra le cose che sarebbe bello che tutti potessero provare in sicurezza, ad esempio navigando con il solo fiocco con vento molto forte e barca dunque sbandata. Per sapere cosa aspettarsi in caso in cui invece si debba manovrare in emergenza.
Tatone, io ti riporto la mia esperienza. Sotto raffica la randa mi è esplosa e, ammainata (giusto in tempo perchè il taglio era da parte a parte e rischiavo di non riuscire a tirarla più giù facilmente) siamo tornati con solo genoa e la barca, sbandata (facevamo 6kts con solo quella vela) era assolutamente poggiera. Mi è successo meno di un mese fa, quindi ricordo perfettamente il comportamento.
Ora, non so se in condizioni addirittura peggiori (comunque considera che avevamo tutta la falchetta in acqua, insomma... non stavamo passeggiando) le cose cambino. Mi verrebbe da dire che alla prossima sventolata provo. Ma sarei un bugiardo, se non fosse esplosa la randa non sarei mai tornato con una vela sola :-)
(17-07-2017 17:21)Utente non piu attivo Ha scritto: [ -> ]Tatone, io ti riporto la mia esperienza. Sotto raffica la randa mi è esplosa e, ammainata (giusto in tempo perchè il taglio era da parte a parte e rischiavo di non riuscire a tirarla più giù facilmente) siamo tornati con solo genoa e la barca, sbandata (facevamo 6kts con solo quella vela) era assolutamente poggiera. Mi è successo meno di un mese fa, quindi ricordo perfettamente il comportamento.
Ora, non so se in condizioni addirittura peggiori (comunque considera che avevamo tutta la falchetta in acqua, insomma... non stavamo passeggiando) le cose cambino. Mi verrebbe da dire che alla prossima sventolata provo. Ma sarei un bugiardo, se non fosse esplosa la randa non sarei mai tornato con una vela sola :-)
Mi sembra abbastanza strano con tutta la falchetta in acqua, non è che avevi le volanti lasche? Comunque evidentemente la tua barca si comporta così, bene a sapersi e che lo hai potuto provare in una situazione non troppo problematica. Ma il tuo è un mezzo decisamente corsaiolo, altre barche, soprattutto le crocerose, da sbandate spesso manifestano anche con il solo genova una tendenza orziera. Come ho già scritto è utile provare per conoscere la propria barca e sapere come si comporta in condizioni fuori dai normali limiti.
(17-07-2017 09:28)Franco.tu Ha scritto: [ -> ]per renderti conto delle condizioni che ti troverai da li a 15 minuti altrimenti giri la prua rientri e ti prepari. BV
Per un approccio piu generale, nel senso "mi preparo per entrare/uscire da un porto qualsiasi, non unicamente il "mio" che conosco a menadito", sarei molto molto piu conservativo, bisogna gia conoscere ben bene l arsenale di misure che la propria barca effettivamente ha (es. come reagisce con una vela sola, quanto va con il,motore, in avanti e in indietro, che ancoraggio si puo pretendere fare, eccetera), ma soprattutto adattarle alla condizione locale del momento.
Nel senso, in tanti posti una volta presa la strada dell entrata/o uscita non c e' verso di tornare indietro, in tanti posti o c e' il motore o semplicementenon si entra/esce (con buona pace dei puristi), in tanti posti le condizioni possono essere radicalmente diverse a qualche ora di distanza, eccetera eccetera, prenderei molto molto con le pinzette ogni semplificazione da ?manuale (tipo si spegne ill motore, basta mettere le vele), in tanti casi possono essere utili, in altrettanti solo condurre al disastro.
Non ultimo, anzi...: l incidente e' *sempre* possibile, piu che la presunzione di esserne immuni grazie al manuale dell allievo o le miglia fatte, un po di coscienza/addestramento a quando le cose vanno storte a mio avviso vale 1000x di piu.
Una cosa che trovo estremamente utile è "provare" le procedure di emergenza. Ho costretto mia moglie ad imparare a "menadito" tutte le procedure, ad esempio, in caso di caduta a mare di chi conduce la barca. Sembrerà banale ma proviamo con una certa frequenza situazioni di questo tipo.
Una volta capitò di armare una vela vecchissima e decidemmo di provare la configurazione "da ventone" per esercitarci e per capire se ci mancava qualcosa. Terzalorammo la randa con 3 mani e mettemmo un fiocco pesante (una via di mezzo tra tormentina e fiocco, con la base tagliata verso l'alto come le tormentine). Pensavamo comunque ci fosse un po' di vento, appena usciti dal porto entrammo in una zona morta e chi ci stava attorno ci guardò con stupore perchè eravamo in assetto "tempesta perfetta" ma non si muoveva un filo di vento