(19-04-2019 09:54)bullo Ha scritto: [ -> ]I genn e gli spi vanno lascati il più possibile al limite dello sventamento.
Senza "orecchia" non si va.
In tema di randa: non capisco il lasciar perdere di mollare la base.
In situazione di flusso non laminare io lasco la drizza e la base, da fare il sacco. Anche il Gennaker è un sacco. Vang lascato, come già detto, quanto basta per non appoggiare troppo alle crocette (acquartierate).
Bullo, Nedo, Albert, Zk..
Grazie veramente per i consigli, cercherò di lavorarci su..
(19-04-2019 18:38)osef Ha scritto: [ -> ]In tema di randa: non capisco il lasciar perdere di mollare la base.
In situazione di flusso non laminare io lasco la drizza e la base, da fare il sacco. Anche il Gennaker è un sacco. Vang lascato, come già detto, quanto basta per non appoggiare troppo alle crocette (acquartierate).
Forse ti stupirà, ma alle portanti piene, proprio in situazioni di flusso non laminare, la massima resistenza (e dunque la massima spinta) la ottieni esponendo la superficie massima al vento, dunque con la base tesata e lo spi/gennaker "stirato" aperto il più possibile.... Se fai il sacco, riduci e di molto la superficie esposta al vento, riducendo in proporzione la spinta (frallaltro, con il quadrato delle dimensioni lineari!)
Grazie Tatone, in effetti mi stupisce ma il tuo ragionamento non fa una piega. Proverò.
Anche perché, in effetti, il mio modo di governare ai laschi è il solito orza poggia orza poggia, quindi sempre al limite tra laminare e no.
Sempre da imparare
(19-04-2019 18:38)osef Ha scritto: [ -> ]In tema di randa: non capisco il lasciar perdere di mollare la base.
In situazione di flusso non laminare io lasco la drizza e la base, da fare il sacco. Anche il Gennaker è un sacco. Vang lascato, come già detto, quanto basta per non appoggiare troppo alle crocette (acquartierate).
Provato mai a mollare la mura della randa (dotandola prima di un corposo paranco)?
La base resta ferma al punto di stazza, la vela rimane esposta, ma le ralinghe respirano. Da provare anche di bolina in certe condizioni, ma questa è un’altra storia....
Chi viene dal Finn, lo sa bene...
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
Osef mollando il vang la randa si svergola e appoggia prima sulle crocette.
Scornaj non capisco a cosa serva mollare l'angolo di mura quando basta mollare 2 cm. la drizza perchè la ralinga non stia in forza e non si formino pieghe sulla randa subito dopo il gratile, questo perchè di bolina tiro di più la drizza mentre al lasco la mollo.
(20-04-2019 09:00)bullo Ha scritto: [ -> ]Osef mollando il vang la randa si svergola e appoggia prima sulle crocette.
Scornaj non capisco a cosa serva mollare l'angolo di mura quando basta mollare 2 cm. la drizza perchè la ralinga non stia in forza e non si formino pieghe sulla randa subito dopo il gratile, questo perchè di bolina tiro di più la drizza mentre al lasco la mollo.-
Ottieni lo stesso effetto di mollare base e mollare drizza con una manovra sola. Il paranco deve tirare diagonalmente a 45 gradi. Quando cazzato al Max la bugna di mura deve essere nella sua posizione abituale (dove c’è il perno di solito) . Così facendo la bugna di scotta rimane più a poppa possibile e la randa espone la Max superficie efficiente (quella dietro l’albero serve a poco). Provare per credere...
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
(20-04-2019 12:49)gennarino Ha scritto: [ -> ]Tatone, dai un'occhiata qui: http://forum.amicidellavela.it/showthrea...tid=135804
in particolare messaggio 5 e 10.
sulle conclusioni nel messagio 10 c'è qualcosa che non va; la semisfera non ha un Cd maggiore della lastra piatta; ingrassando la randa il Cd diminuisce non può aumentare; ma forse bisogna intendersi...
A me sembra di aver capito che la vela passando da piatta a grassa aumenti il Cd fino ad un massimo del 16% mentre diminuisce la superficie esposta al vento. Quando la diminuzione della superficie raggiunge il 16% i due effetti si compensano, oltre si scade.
Però i modelli assunti sono superficie piatta e semisfera, quindi abbastanza approssimati rispetto ad una vela reale.
Variazioni quadratiche sono relative alla velocità del vento non alla superficie della vela.
(20-04-2019 16:37)gennarino Ha scritto: [ -> ]A me sembra di aver capito che la vela passando da piatta a grassa aumenti il Cd fino ad un massimo del 16% mentre diminuisce la superficie esposta al vento. Quando la diminuzione della superficie raggiunge il 16% i due effetti si compensano, oltre si scade.
Però i modelli assunti sono superficie piatta e semisfera, quindi abbastanza approssimati rispetto ad una vela reale.
Variazioni quadratiche sono relative alla velocità del vento non alla superficie della vela.
si è giusto ma se consideriamo che la vela si sposta in avanti e avanti non c'è il vuoto direi che si dovrebbe considerare anche il beneficio che ti porta la superficie curva rispetto al piano e poi valutare il bilancio complessivo.
Sono d'accordo sulla necessità di valutare il bilancio complessivo sul campo,
ma già dai dati non starei ad appiattire a tutti i costi la vela.
secondo me l'angolo d'attacco di una randa in poppa, per quanto curvata, è improponibile dal punto di vista aerodinamico, mica é una semisfera come lo spi...
discorso diverso se avete un armo non insartiato, li curvare la randa assieme a una rotazione del boma a 180 gradi e oltre permette IMHO di avere un flusso laminare e quindi portanza dalla randa, ma in questo caso non avete ne uno spi ne un gennaker
Interessante ricerca.
Peró ragiona con asimmetrici murati su tangone.
I problemi di interazione randa-gennaker si complicano con quest’ultimo sul bompresso.
(20-04-2019 14:06)GianniB. Ha scritto: [ -> ]sulle conclusioni nel messagio 10 c'è qualcosa che non va; la semisfera non ha un Cd maggiore della lastra piatta; ingrassando la randa il Cd diminuisce non può aumentare; ma forse bisogna intendersi...
Ciao Gennarino, hai perfettamente ragione sulla teoria. In pratica, tuttavia, quando sei su andatura di poppa la barca tende a rollare e le vele "grasse" accentuano in modo esagerato il rollio (ogni rollata è una frenata). Se tu distendi bene la vela (non sarà mai comunque completamente piatta), riduci al minimo possibile gli effetti del rollio e nell'insieme io ho sempre registrato incrementi di velocità non trascurabili (anche perché hai un guadagno di rotta, potendo poggiare di più a pari velocità). E' uno di quei casi in cui la teoria è valida solo in acqua piattissima e in condizioni perfettamente ideali (che non esistono!).
Poi, la regolazione della vela la fai tenendo la drizza molle, chiudendo il vang per avere la balugina quanto più possibile dritta e tesando la base. La drizza molle fa sì che si formi comunque un po' di "sacco", che contribuisce alla spinta ma non se ne va in giro longitudinalmente al boma, come farebbe con la base molle incrementando il rollio!
Concordo, con vento la cosa più importante in poppa è avere meno rollio possibile, il timone deve essere toccato con dolcezza.
Il rollio fa camminare di meno, anche quando si voga la barca deve rimanere più stabile possibile, ferma.
Tatone ciò che dici è convincente, direi che potrebbe essere una buona sintesi.
Concordo anche io con Tatone