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Versione completa: A proposito di ..durata sartiame
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ho appena letto l'articolo in risposta a chi gli chiedeva sulla durata del sartiame dell 'Ing .Scarpa sul suo sito Nautica Utile .Mi sembrano considerazioni e ragionamenti molto razionali.allego l'articolo :

Mi hanno chiesto cioè quanti anni secondo me possono durare le manovre fisse (sartie e stralli) e ogni quanti anni occorre sostituirle.
E’ un argomento interessante, anche perché nella letteratura del settore (perlopiù nelle riviste nautiche) si legge di tutto: c’è chi parla di 10 anni, chi di 15, chi di 20 senza mai però curarsi di definire il perché di tali indicazioni.
Tuttalpiù si può trovare scritto che l’ acciaio si cristallizza e che pertanto perde la sua elasticità, ma non viene mai riportato un briciolo di dato a supporto di tali affermazioni.
La ragione di tale “vaghezza” è semplice: nessuno si è mai preoccupato di studiare e di raccogliere dati sulle condizioni di lavoro e sulla vita del sartiame e pertanto le riviste si limitano a chiamare in causa il cosiddetto “esperto” che fa e dice quel che può.

ECCOVI PERTANTO LE MIE
VALUTAZIONI SUL SARTIAME

Nemmeno io sono un esperto di metallurgia né ho dati a disposizione ma sono un tecnico, pertanto cerco sempre di trovare dei numeri sulla base dei quali prendere le decisioni o dare dei consigli.
Ho pensato quindi di seguire questo ragionamento: se una imbarcazione (tipo un WOR) riesce a fare il giro del mondo senza cambiare sartiame, può costituire questo un dato di partenza su cui confrontare la durata delle manovre fisse di una qualsiasi altra imbarcazione da diporto?
Direi di sì.
Paragonare la durata del sartiame della mia barchetta sulla quale passo le ferie, con quella di una barca che fa il giro del mondo mi offre un piacevole senso di sicurezza.
Prima di farlo però dobbiamo chiederci che cos’ è che manda in crisi l’ acciaio.
E' una tensione continua, una alternata o una troppo elevata?
Qui la ricerca della risposta è un po’ più elaborata.
Lo snervamento (cioè il passaggio dell’ acciaio dalla fase elastica e quella plastica) avviene quando esso viene soggetto a carichi troppo elevati (per un acciaio in barre è circa ai 2/3 della tensione di rottura per un acciaio intrecciato è circa ai 4/5 della rottura).



Il sartiame delle imbarcazione è però del tutto surdimensionato e pertanto è impossibile che ciò avvenga in conseguenza di sollecitazioni dovute al vento.

Digressione necessaria per giustificare quanto detto.
Una sartia di una barca a vela da 12 metri (che oggi disloca al massimo 9-10 tonnellate) può avere il diametro di 11 mm se realizzata con spiroidale da 19 fili o di 9,5 mm se realizzata in tondino.
In entrambi i casi il carico di rottura di quella sartia vale circa 9,5 tonnellate…Vale a dire cioè che una sola sartia potrebbe sostenere il peso di tutta la barca !

Pertanto la crisi dell’ acciaio (se di crisi si può parlare) può avvenire soltanto per cicli continui di carico e scarico, cioè per il movimento dovuto alle sollecitazioni dinamiche del moto ondoso.
E’ insomma lo stesso fenomeno che affatica le strutture di un ponte sul quale passano e ripassano continuamente i veicoli…in gergo strutturale si chiama “fenomeno di fatica” (è più o meno il principio che si applica quando si piega e si raddrizza più volte un filo di ferro con le dita per poterlo tagliare senza avere sottomano le pinze).

Altra digressione che è più che altro una parentesi.
Esiste ancora un altro caso possibile per portare a rottura una sartia: l’ incidente meccanico, come ad esempio il fatto che la barca cada dalle cinghie della gru durante la movimentazione e la sartia dia un colpo di karate da qualche parte (evento che capita non così raramente come si potrebbe pensare).
In questo caso però converrete con me che i danni nel sostituire il sartiame siano molto inferiori a quelli subiti dal resto della barca, che talvolta può anche non essere più riparabile, e che quindi questo non è un caso da prendere i considerazione per proseguire il nostro discorso.

Allora, riprendendo quanto sopra scritto riguardo alle barche che fanno il giro del mondo e alle sollecitazioni di fatica (cioè alle trazioni periodiche dell' acciaio), quante sono le onde che sollecitano il sartiame durante una circumnavigazione ?
Ovviamente il calcolo preciso è impossibile, ma la stima è piuttosto facile.
Un WOR alla velocità media di 13 nodi impiega circa 2307 ore, cioè un po’ più di tre mesi a fare il giro del mondo.
Esistono molti dati di rilevamenti effettuati in mare per conoscere le onde, in particolare la frequenza media del moto ondoso; per un fetch (cioè la distanza lungo la quale il vento può scaricare energia sulla superficie del mare) molto ampio e un vento tra i 15 e i 20 nodi la frequenza è di circa 0.17 Hertz, vale a dire di un onda ogni 6 secondi.
Questo dato ci porta a dire che il sartiame di un WOR per fare il giro del mondo viene sollecitato con cicli di carico con periodo di 6 secondi per un tempo di navigazione di 2307 ore, vale a dire con 2307 x 3600 / 6 = 1.384.200 volte.
Bene, seguendo il mio ragionamento poniamoci ora la seguente domanda: una delle nostre imbarcazioni da diporto, che naviga durante le ferie estive e per qualche ora durante alcuni week-end, per quante stagioni lo deve fare al fine di raggiungere gli stessi cicli di carico e scarico di un WOR?
Facile.
Se la navigazione durante le ferie dura circa 4 ore al giorno per 15 giorni e ci sommiamo altre 4 ore per 5 week-end, arriviamo a 80 ore all’ anno, cioè 80 x 3600 / 6 = 48.000 cicli.
Poiché nella circumnavigazione del globo abbiamo stimato 1.384.200 cicli, basta dividere questo valore per 48.000 e otteniamo il valore di 28,8 anni.
Insomma occorrono circa 30 anni perché il sartiame della nostra barca sia sollecitato lo stesso numero di volte che se facesse il giro del mondo.
Siamo così arrivati a un dato suffragato da una qualche valutazione.
Certo si possono obiettare diverse cose, per esempio che le onde dell’ oceano sono diverse da quella dell’ Adriatico sia in altezza che in frequenza, inoltre che dopo tre mesi l’ acciaio delle sartie del WOR non è certo vecchio come lo è dopo trent’ anni quello che è montato sulla mia barchetta.



Sono obiezioni legittime.
Dal punto di vista dello stress per l’ acciaio il moto ondoso dell’ Adriatico è senz’ altro diverso da quello oceanico, mi sentirei di dire che le onde sono più ripide e hanno frequenza più elevata (si susseguono cioè con ritmo più sostenuto) ma hanno minore altezza.
Poiché il parametro che sollecita le manovre fisse è l’ accelerazione e la decelerazione che a loro volta dipendono dall’ energia dell’ onda, ecco che ciò che conta non è il mare dove si naviga ma l’ energia accumulata dal mare…e questo ultimo parametro dipende solo da tre fattori: la velocità del vento, la sua durata e il fetch.
A parte l’ ultimo (che dipende dalle geometrie e dalle orografie delle coste) gli altri dipendono solo dalla meteorologia, cioè in pratica dal Buon Dio, e si possono assumere senz’ altro variabili ma comunque coinvolgenti in egual misura tutti i mari del mondo.
Se è vero poi che le onde in Adriatico sono più frequenti e più ripide (quindi più incisive sulle trazioni periodiche sul sartiame), è anche vero che il diportista cerca di evitare le burrasche durante le ferie, mentre chi fa il giro del mondo per regata spesso ci si ficca proprio dentro.



Allora non mi sento di dire che esiste una grande differenza tra le sollecitazioni sul sartiame prodotte in un mare piuttosto che in un altro, e che il dato di 30 anni può avere un suo significato.
Dopo trent’ anni allora è consigliabile sostituire il sartiame ?
Non lo so, non è mica detto che quel WOR dopo aver fatto il giro del mondo perda l’ albero, no?
E allora è ammissibile che lo perda una imbarcazione da diporto dopo trent’ anni di onorato servizio ?
Ho ancora dei dubbi….
Per la stessa ragione infatti si dovrebbero sostituire tutti i bulloni esistenti a bordo, compreso i prigionieri che tengono su la chiglia. E come mai nessuno pensa di farlo ?
Pigrizia ? Dimenticanza ? Mancanza di interessi commerciali ?

E’ che per fortuna nostra l’ acciaio ha un gran pregio…è elastico e quindi è in grado di “avvisare” quando sta per tirare le cuoia deformandosi “un po’ di più del solito”.
Se in un futuro (spero lontano) il sartiame metallico verrà sostituito con fibre sintetiche (carbonio o kevlar et similia), allora sì che ci sarà da preoccuparsi perché la rottura, se avverrà, avverrà di colpo senza alcun preavviso e la sostituzione delle manovre fisse dovrà esser fatta secondo una vera e propria tabella di marcia.



Evviva i materiali deformabili (e meno costosi)…e abbasso la rigidità,
tanto la maggioranza di noi in barca ci va per andare a spasso, mica per vincere !

Concludo con un consiglio da amico.

Piuttosto di preoccuparsi tanto dell' età di sartie e stralli, ritengo fondamentale invece
salire ogni anno in testa d' albero a verificare :
le condizioni di perni e coppiglie, gli incavi dei martelletti di arrivo delle sartie, i pernetti dei grilli dei bozzelli delle drizze spi, i sostegni dell' antenna VHF e del mostravento, il perno dell' anemometro.
Dopo un bel po' di anni vi assicuro infatti che le sartie saranno ancora al loro posto mentre l' anemometro potrebbe staccarsi e finire dopo un bel volo sulla testa di vostra figlia che se ne sta sdraiata in coperta a prendere il sole.

(Spostata di sezione. @Edolo)
Riporto: 'La ragione di tale “vaghezza” è semplice: nessuno si è mai preoccupato di studiare e di raccogliere dati sulle condizioni di lavoro e sulla vita del sartiame e pertanto le riviste si limitano a chiamare in causa il cosiddetto “esperto” che fa e dice quel che può.'
Mi domando, con quali strumenti andrebbero ottenuti questi dati?
gran bel ragionamento.d'ora in poi guarderò le mie sartie con l'occhio benevolo
e nn corrucciato di chi è in dubbio se cambiarle o nò.(tra l'altro hanno anche una bellissima cera:blushSmile
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da matteo1783
Riporto: 'La ragione di tale �vaghezza� � semplice: nessuno si � mai preoccupato di studiare e di raccogliere dati sulle condizioni di lavoro e sulla vita del sartiame e pertanto le riviste si limitano a chiamare in causa il cosiddetto �esperto� che fa e dice quel che pu�.'
Mi domando, con quali strumenti andrebbero ottenuti questi dati?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

mah.penso ad una sartia messa in tensione e sottoposta a tensioni predeterminate e alternate a simulare un moto ondoso fino alla rottura.
esperimento nn difficile sulla carta.
forse un poco cervellotico ma almeno nn affidato ad un 'mero' calcolo.
Ci sono delle gravi inesattezze nell' articolo, a cominciare dal fatto che le barche facciano il giro del mondo in regata con le stesse sartie. Ad ogni stop-over, gli alberi vengono smontati, le sartie controllate ed in caso di dubbi sostituite. Se non ricordo male, quando c'era il tappone dell' oceano del sud con il passaggio di Capo Horn, venivano cambiate totalmente molte parti della barca, e anche il sartiame.
Inoltre sono stati fatti diversi test per 'quantificare' i cicli di lavoro prima di arrivare alla rottura della sartia. Il difficile è sempre stimare l'uso che è stato fatto della barca e capire a che percentuale di usura siamo arrivati. Le sartie poi si 'consumano' anche a riposo, e perfino con la barca a terra, quando il vento le fa 'tintinnare' sonoramente.
Su una cosa sono pienamente d'accordo: controllare spesso, costantemente e con metodo tutto l'insieme albero e sartie, documentando con report e foto. Prevenire è meglio che disalberare. Big Grin
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da nenesse
Se in un futuro (spero lontano) il sartiame metallico verrà sostituito con fibre sintetiche (carbonio o kevlar et similia<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Scusa ma l'articolo di quand'e'??

Perchè fa tutto il paragone tra i VOR e le barche normali e poi piazza questa frase (non ho letto tutto).

A me risulta che nei VO70 di acciaio ce ne sia ben poco, specie nelle sartie, ma forse mi sbaglio.

Zanki o sailor ne sapranno certo di più.

BV
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da sailor13
Ad ogni stop-over, gli alberi vengono smontati, e le sartie controllate ed in caso di dubbi sostituite. Se non ricordo male, quando c'era il tappone dell' oceano del sud con il passaggio di Capo Horn, venivano cambiate totalmente molte parti della barca, e anche il sartiame.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Quando ho fatto la Vendee Globe con Mimmo ed altri ADV l'anno scorso non ci siamo mai fermati Big Grin
Non mi sembra un articolo di estrema competenza tecnica dice tutto e nulla ed a sentir lui sembra che soltanto le onde concorrano alla fatica del sartiame quando sappiamo che non è così. Della parte metallurgica non si parla affatto, inoltre scambia continuamente il termine VOR con WOR (?) dimostrando una conoscenza approssimativa del settore vela
Se non vaso errato qualche tempo fa ws770 parlava di esperimenti sull'acciaio che tenevano conto dell'effetto corrosivo del sale e delle correnti. Questo elemento non e'citato assolutamente. Ho visto sartiame nuovo arrugginire nelle impiombature. Certo nulla di preoccupante, ma certamente un'ottima ragione per pianificare una sostituzione preventiva dopo 10-15 anni.

Divagando un po'ma restando in argomento: qualcuno degli esperti (salior 13, zanki, e altri) mi puo'dire a quanti giri su se stesso (attorcigliando su un punto fisso) puo'resistere un cavo di acciaio del 3 o del 4 ovvero a che forza prima di sfilacciarsi?
Grazie
Aggiungo che la sua analisi in effetti risulata focalizzata sul lavoro del cavo (giusta o sbagliata che sia), ma omette completamente di parlare del punto debole della catena Palla 8, cioè tutti i punti di giunto, dove si formano corrosioni nascoste e si scaricano le vibrazioni che hanno corso tranquillamente lungo il cavo.
Visto che i punti deboli sono i terminali ritenete sensato accorciare la sartia, rifare l'impiombatura e sostituire gli arridatoi con modelli più lunghi?
Il calcolo della sollecitazione è giusto, ma era puramente indicativo. Non stigmatizziamo il mio povero collega ingegnere che si è sbattuto un pò (e si è sicuramente divertito, ve lo dico io). Un VOR ha saartie completamente diverse da una barca da diporto, siamo d'accordo, ha la deriva mobile che sollecita molto di più l'attrezzatura sotto vela ecc ecc.
C'è da dire che il problema non sta di solito nel cavo, basta tenerlo d'occhio e verificare segni di corrosione e fatica e siamo apposto, se è tondino (questa è una cosa che molti espetri dicono e io trovo sia verissima) basta tenerlo lucido il più possibile e la resistenza al salino sarà ottima.
La verifica delle tensioni cui è sottoposta una sartia possono essere tranquillamente fatte a bordo della barca su cui sono montate attraverso degli strumenti adattati al compito (in genere celle di carico) ma, udite udite, sono dati che tutti possono avere senza andare a sbattersi con misure sul posto, i materiali come gli acciai, che sono massivamente impiegati nell'industria sono accompagnati da una mole enorme di misurazioni su provini di varie foggie. Quindi, se si conosce l'acciaio (il nome di solito è una sigla alfanumerica), si può risalire a tutta una serie di prove di laboratorio e quindi a dati precisi (carico di rottura in funzione del diametro, Coefficienti vari....) in oltre gli acciai in commercio subiscono anche prove per fatica attraverso prove un po' più complesse e lunghe (il famoso numero di cicli delle onde cui faceva riferimento l'ing del 'WOR'Big Grin) e, siccome le sartie non sono altro che cavi in acciaio, che siano intrecciate o di toondino è lo stesso, in produzione hanno anche fatto le prove a fatica, quindi è tutto noto. Quello che personalmente temo è la durata degli attacchi alle lande, il punto proprio prima degli arridatoi,le filettature (sta-lock, noserman, terminali in genere) ecc ecc il cui invecchiamento si stima a vista e controllando periodicamente e tenendo in considerazione che se qualcosa molla per primo, non è di certo il cavo, comunque, se l'alberaio e il rigger erano due persone serie direi che il primo step di controlli e ricambi io lo farei dopo dieci anni.
Secondo voi è più facile che l'invecchiamento degli arridatoi si propaghi dall'esterno verso l'interno o viceversa?
visto l'argomento, pongo una domanda lecita sul mantenimento in salute delle sartie da salino e quindi ossido. vanno secondo voi pulite dall'ossido? e se si con cosa? e un pò di sostanza oleosa per tener lontana la riformazione dell'ossido?
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da andros
gran bel ragionamento.d'ora in poi guarderò le mie sartie con l'occhio benevolo
e nn corrucciato di chi è in dubbio se cambiarle o nò.(tra l'altro hanno anche una bellissima cera:blushSmile

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non posso che quotarti ciao
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da ghibli4
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da sailor13
Ad ogni stop-over, gli alberi vengono smontati, e le sartie controllate ed in caso di dubbi sostituite. Se non ricordo male, quando c'era il tappone dell' oceano del sud con il passaggio di Capo Horn, venivano cambiate totalmente molte parti della barca, e anche il sartiame.
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Quando ho fatto la Vendee Globe con Mimmo ed altri ADV l'anno scorso non ci siamo mai fermati Big Grin
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parli di mimmo.de ciao
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Sanata
parli di mimmo.de ciao
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Yes. E' un po' che non si hanno sue notizie. L'ultima volta che ho visto le sue tracce, il furgone di biancaneve, era a Lega di Monfalcone ad Agosto.
[quote]Messaggio inserito da nenesse
ho appena letto l'articolo in risposta a chi gli chiedeva sulla durata del sartiame dell 'Ing .Scarpa sul suo sito Nautica Utile .Mi sembrano considerazioni e ragionamenti molto razionali.allego l'articolo :

Mi hanno chiesto cioè quanti anni secondo me possono durare le manovre fisse (sartie e stralli) e ogni quanti anni occorre sostituirle.
...
ciao io personalmente non mi schiero da nessuna parte , ma posso certamente dire che in un forum come il nostro, al quale sono fiero di farne parte, l'amico nanesse ha dato un arricchimento al dialogo... che poi si condivida oppure no o denunci pareri di parte o addirittura inesattezze o altro poco conta. Benvenuta questa discussione che ci fa ragionare ed io ad ascoltare con rispetto. Io ho apprezzato, forse perchè non sono esperto come voi???Grazie e ciao
La manutenzione delle sartie si fa semplicemente lucidandole, vanno bene una gran parte di prodotti in commercio per la lucidatura, non mi ricordo il nome di quella che usavo, era di colore rosa.
Per lo spiroidale è lo stesso, solo che gli interstizi tra un filo e l'altro accumulano un po' di ossido con il tempo e sono dificili se non impossibili da rimuovere.
La faccenda della lucidatura o almeno della pulizia dall'ossido serve per mantenere la superficie più liscia possibile e quindi a fare in modo che si depositi il minor quantitativo di salino.

Per gli arridatoi è lo stesso, la manutenzione allunga molto la vita, pulizia con un po' d'acqua dolce, lucidatura controlli periodici a vista.
L'acciaio dii queste parti dimostra l'affaticamento in maniera relativamente visibile, soprattutto nelle zone dove è brusco il cambiamento di diametro delle sezioni; nella foto che ho allegato qui sotto, le principali variazioni sono alla fine delle viti (e come si nota, proprio per questo la variazione di diametro è accompagnata da una raccordatura) :
http://nuke.oversea-uisp.com/Portals/0/a...datoio.jpg

Per controllare tutto, in oltre, ogni tanto sarebbe bene muovere l'arridatoio usando uno spray apposta sulle filettature e controllare che il passo della vite sia sempre costante precisamente nei punti precedenti alla fine della femmina sul maschio, se l'arridatoio ha subito una deformazione per fatica li potreste osservare le creste della filettatura distanziate non regolarmente.

Per i terminali, quelli dello spiroidale di tipo per pressatura, non si possono smontare ed i problemi si notaano soprattutto nella parte adiacente all'ingresso del cavo nella manica di acciaio, quelli a vite, tipo lo sta lock
http://www.fad-online.it/STALOCK.gif
o il norsemann
http://www.avventuramare.eu/images/norseforc.jpg

in questo sito c'è qualche immagine del montaggio
http://www.triton381.com/projects/smallp...er%20Stays

sono abbastanza facili sia da mantenere che da sostituire ed anche li se qualcosa si deve notare si vede tutto proprio nell'entrata del cavo.

Per il tondino dipende da come è il terminale :

http://maxspar.it/fittings/rigging03_big.jpg
http://maxspar.it/masts/yacht-carbomax19.jpg

Se abbiamo il capo e la coda del tondino pressata a freddo 'a funghetto' e gli arridatoi apposta come in queste foto, bhè è una pacchia, la resistenza del cavo è inalterata lo smontaggio e la revisione è facile, è difficile la sostituzione.

Ci sono anche terminali così, su molte barche di serie con sartiame in tondino:
http://www.rigrite.com/furling/stearn/St...instay.gif


Anche questi possono essere smontati ma io non mi azzarderei mai senza un professionista con i c*******.


per matteo1783 l'affaticamento si nota, per gli acciai, prima sulle superfici più esterne e poi si propaga all'interno.

C'è da dire che, le marche note per il rigging producono parti costose proprio per i controlli e per i requisiti meccanici e di resistenza alla corrosione che i pezzi devono avere, è ragionevole pensare (secondo ME e solo Me, ogni persona fa quello che gli pare sula sua barca) che i primi dieci anni d'età del rig sono assicurati senza troppo pensieri, dopo quel limite con controlli periodici può durare anche 20 anni in totale (a meno che non si vada per sventolate bufere e tutte le domeniche in regata con 20 nodi di vento).
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da clavy
Aggiungo che la sua analisi in effetti risulata focalizzata sul lavoro del cavo (giusta o sbagliata che sia), ma omette completamente di parlare del punto debole della catena Palla 8, cioè tutti i punti di giunto, dove si formano corrosioni nascoste e si scaricano le vibrazioni che hanno corso tranquillamente lungo il cavo.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Concordo pienamente.
A me per esempio è saltato sotto raffica un Norseman di una sartia alta. Si è letteralmente spaccato in due come il burro.
Il rischio di disalberare è grosso in questi casi, e stai tranquillo che avviene sempre in condizioni di mare e vento peggiori.
Senza essere catastrofisti, se si spezza un albero, la parte spezzata può anche sfondare lo scafo se non si è veloci a troncare i cavi che lo avviluppano. Ma può anche sfoltire i capelli del malcapitato di turno. Diventa inutile a quel punto dire 'Ma quanto sono sfortunato!!!'.
Un sistematico controllo annuale di tutte le manovre fisse è quindi più che opportuno e la loro sostituzione periodica (io sono per max 15 anni) non può che aumentare la sicurezza della tua barca.
Eccedere in prudenza non è mai male, e quei calcoli mi sembrano un tantino empirici e sottostimano secondo me altri parametri che entrano in gioco.
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