Internet non sostituisce l'intelligenza

Il processo normale dovrebbe essere: uso internet per documentarmi, se capisco e sono in grado, vado avanti per conto mio, altrimenti vado da un esperto (che magari identifico grazie a internet e arrivo con la domanda giusta).
Se poi penso di laurearmi all'università di Facebook, allora sono condannato e ci devo schiattare...
Per esempio, non ho bisogno di andare dal velaio per capire la classificazione delle vele di prua, e ho accesso a risorse che mi spiegano come si usano, le equazioni di fluidodinamica che sono coinvolte, le forze in gioco per il calcolo delle strutture di supporto etc. (che mi permette anche di riconoscere meglio il cazzaro quando lo incontro). Se capisco che mi manca una base pratica, la acquisisco cercando le risorse opportune.
Con questa conoscenza, certi aspetti li gestisco da me, per altri vado dal velaio e ne parlo con una base solida.
Stessa cosa per l'elettronica, l'elettricità di potenza, il rigging, etc.
(18-10-2023 13:40)Gabriele Ha scritto: Non mi sono spiegato: l'inglese nautico non è certo meno preciso dell'italiano. Solo che lo vuole usare a tutti i costi anche chi non lo padroneggia: magari uno ha in mente "charge-bass", ma nel dubbio ripiega in tempo su tack.
Internet come sempre conviene se si sostituiscono beni standardizzati, o se uno sa quello che che sta facendo. Quando si fanno modifiche, ogni tanto resta deluso anche chi si è rivolto a un velaio andato prima in barca. Dubito che si riesca a fare molto meglio affidandosi a consigli on-line.