Ancora, cime, nodi, ancoraggio
Pronti! Non è tutto ma ti puoi fare un'idea.
Nodi per le linee d’ancoraggio.
Per la cicala dell’ancora e per la giunzione cima catena, l’impiombatura, se ben fatta è il metodo migliore e ci si può mettere dentro una redancia che evita l’usura della cima, non si scioglie quindi per l’accoppiamento richiede sempre l’uso di un grillo.
L’impiombatura cima-catena, delicata da fare, ma se ben fatta tiene meglio di tutti gli altri sistemi; è l’unico modo per far scorrere nel barbotin la linea di ormeggio in misto catena/cima (ci vuole, però un barbotin con gola specifica per questo uso), bisogna fasciarla perché duri di più.
La gassa, semplice da fare, tiene bene, a volte si scioglie con facilità anche bagnata (non sempre), se prima di farla dai due o più volte sul grillo/anello non si usura troppo la cima, si vede subito chi sa cosa sta facendo da come esce il corrente: dentro l’anello tiene, fuori dell’anello se il corrente incoccia (per esempio se la scotta sfrega su una sartia) la gassa si può sciogliere da sola.
Il nodo di ancorotto è semplice da fare e tiene, difficile da sciogliere, si possono dare più colli, non scorre sulla circonferenza dell’anello su cui è fatto: può esser un pregio o un difetto dipende dalla situazione.
Il parlato, a due o più colli, è semplicissimo da fare, se non fissi bene il corrente dopo averlo assuccato, con i movimenti del dormiente si scioglie (tirando in su ed in giù alternativamente uno dei capi scorre e capisci perché si può sciogliere), non sempre è sufficiente dare delle volte sul dormiente per fissarlo, meglio una legatura, ma non è agevole da fare e togliere ad ogni ancoraggio.
La bocca di lupo, alcuni pensano che sia un parlato mal riuscito, non è così, serve come il parlato e ti permette di usare i due capi per tiri diversi, se però tiri un capo solo può scorrere e il nodo si scioglie.
Per giuntare le cime da calare.
La doppia gassa, sono in sostanza due gasse che lavorano una nell’anello dell’altra, è semplice da fare e tiene, è un po’ minimalista, ma si possono giuntare cime di diametro diverso con sicurezza.
Il nodo inglese semplice tiene, ma con il tira e molla si può sciogliere, meglio il nodo inglese doppio non si scioglie, tiene benissimo, ma dopo che è stato ben in tiro si fatica un po’ a scioglierlo, può essere usato per cime con diametri di poco diversi.
Da non confondere col nodo inglese è il nodo del pescatore, nel quale i correnti girano in modo diverso, è buono anche lui ma solo per piccoli diametri.
Il nodo vaccaio, serve se i diametri delle cime sono diversi, va assuccato bene, tiene bene e non si scioglie, ma quando ha lavorato e/o è bagnato non si sciogli facilmente.
Sauro Servadei tempo fa propose un nodo, di cui si parlò anche su Bolina, che semplicissimo da fare, non si molla quando lavora ed è semplice da sciogliere volontariamente; non l’ho usato, ma assicurano che è ottimo. Lo chiamò nodo Genova e sollevò qualche polemica perché pareva fosse la rivisitazione di un nodo già conosciuto. Lo riporto per dovere di cronaca, ne ho un modello e lo schema di esecuzione, ma di più non so dire.
Io non userei mai per là sotto i nodi di bandiera e/o di scotta anche se doppi, il nodo piano o del tessitore.
Da notare che i nodi diminuiscono il carico di rottura (quindi di lavoro) delle cime, in che misura è controverso: chi dice del 30% chi del 50%, meglio stare sul sicuro; le impiombature li riducono meno, ma qualcosa tolgono anche loro.
Sull’impiombatura cima catena per sicurezza sceglierei la cima con carico di lavoro maggiore di quello della catena.
I nodi devono essere ben assuccati prima di calare.
Grilli e giunzioni metalliche.
Come criterio generale, soprattutto per le linee d’ormeggio e di ancoraggio, acquisto solo ancore, catene, cime ed accessori di ottima qualità e con carico di rottura e di lavoro dichiarato, alcuni lo portano bulinato sul gambo, per altri è scritto sulla confezione, non mi basta quello riportato sul catalogo; è vero che sono oggetti che costano di più (a volte più del triplo), ma se dobbiamo dormire sonni tranquilli è necessario partire da lì: risparmiare su queste cose e poi chiedere/chiedersi qual è il migliore sistema di ancoraggio è una contraddizione in termini.
Il carico di lavoro è generalmente indicato come la metà del carico di rottura, secondo me è un pò ottimistico, io considero qualcosa meno della metà: per esempio la Harken per il carico di lavoro sui propri articoli indica di non superare il 30% del carico di rottura.
Le ancore studiate per i musoni non hanno cicala, ma solo l’occhio della cicala (il foro sul fusto), a queste bisogna fissare una maniglia girevole o una girella, che abbia il carico di lavoro maggiore o pari al carico di rottura della catena, accertandosi che passi nel musone o nell’occhio di cubìa. Attenzione all’angolo di tiro di girelle e giunti a gomito, questi giunti hanno carichi di lavoro diversi a seconda di come è applicato il tiro: e cioè se il tiro è perpendicolare al gambo o angolato, nel caso di tiro angolato il carico ammesso è minore ed è questo carico da prendere in considerazione per il calcolo.
Volendo il rovesciamento automatico dell’ancora bisogna usare un giunto a gomito: costano una pillola e su questi è stupido risparmiare, piuttosto è meglio non metterlo e girare l’ancora a mano.
Per la giunzione cicala catena, per un’ancora che non debba passare nel musone, è sufficiente un grillo o una maniglia, l’ottimo sarebbe girevole; anche qui il carico di lavoro del grillo deve essere almeno pari al carico di rottura della catena o cima.
Nel caso di accoppiamento tra cicala e cima io preferisco un grillo a lira, la resistenza del quale risponda ai succitati criteri.
Dovendo giuntare due catene che entrano nel barbotin è necessario usare una falsa maglia, che deve essere di ottima qualità e sempre con carichi dichiarati, messa e bulinata a dovere (qualcuno dà un puntino di saldatura….non saprei giudicare); di certo nel caso della falsa maglia considero un 10% in meno di carico di lavoro.
Se le catene giuntate non interessano un barbotin, allora è bene usare una maniglia o un grillo, meglio se girevole, il cui carico di lavoro sia pari al carico di rottura delle catene, o della catena più debole se sono di diametro diverso.
Rispettate tutte queste regole, non resta che accertarsi che musone e gallocce/bitte di coperta abbiano la necessaria robustezza e resistenza e verificare contropiastre, bocche di rancio, ecc.
Sul come rimandare il tiro a bordo, cime di ammortizzamento, patte d’oca per scaricare sul mascone lo sforzo di vento e mare, ho già detto in altri post.
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