(08-01-2017 13:07)Casper Ha scritto: (07-01-2017 15:09)mimita Ha scritto: (06-01-2017 22:09)Casper Ha scritto: (06-01-2017 18:14)Temasek Ha scritto: (06-01-2017 12:47)albert Ha scritto: L’osmosi si manifesta più facilmente in acqua dolce (è più fluida, non contiene sale) e in acque calde.
Non lo dico io, c'è scritto qui: :smiley2
+1
Lo diceva anche Giorgio.
Lo dice anche il concetto stesso di osmosi... la fisica non è un opppinione...
Questa è " solo " una delle constatazioni che si fanno ! La seconda è quella che la distruzione delle fibre ( invito a vedere ) è molto accelerata dai sali che contiene l'acqua marina e che provocano soluzioni acide che distruggono il composto resina -fibra !
Volete una prova ? L'asciate un manufatto in vtr immerso al mare o al lago ,poi sarete in grado di trarre conclusioni meno di fantasia !
Ascolta,
Fino ad oggi ho sempre ritenuto che vi fosse qualcosa da imparare quando scrivevi di barche, in particolare di alluminio, ma oggi mi hai fatto cambiare idea.
Innanzi tutto io non ti ho dato del "fantasioso", e mi dà molto fastidio venire etichettato in questa maniera. Ho l'abitudine (anche professionale) di motivare sempre le mie posizioni, e uscite ingiustificate di questo tipo mi irritano molto.
Entriamo nel merito e parliamo di osmosi: l'osmosi è un fenomeno di diffusione del solvente che avviene attraverso una membrana semipermeabile; che da una parte di questa membrana vi sia acqua dolce o salata, l'unica differenza è che cambia la pressione osmotica, ma normalmente i sali non transitano (almeno non in quantità significativa) attraverso la membrana semipermeabile.
I desalinizzatori a osmosi inversa lavorano appunto sfruttando questo principio; infatti nell'osmosi la diffusione è del solvente e non del soluto (es i sali).
Se, come dal tuo esempio, immergi un manufatto in VTR in acqua ed il manufatto stesso non è completamente rivestito da una membrana semipermeabile (es. gelcoat), ma è ad esempio un pezzo di VTR tagliato da un pannello più grande, quindi con alcune parti non ricoperte dal gelcoat, in quel caso non si parla più di osmosi ma di infiltrazione che avviene attraverso la parte non rivestita dal gelcoat. Ciò comporta che, oltre al solvente (l'acqua) possano entrare anche i sali, che nel caso di osmosi non transitano attraverso la membrana costituita dal gelcoat.
Questo è quanto avviene anche in caso di danneggiamento al gelcoat (urti, scheggiature, etc.) oppure in caso di non corretta sigillatura dei passascafi: non è osmosi, è infiltrazione.
Immagino che le "soluzioni acide" alle quali ti riferisci siano a base di cloruri contenuti nell'aqua di mare, anche se a mia esperienza la vetroresina è uno dei materiali più resistenti alla corrosione acida o alcalina, tanto che viene utilizzata negli impianti chimici per costruire tubazioni e serbatoi per sostanze corrosive:
http://it.vetroresina.it/content/download/159/1689/file
In realtà, la resistenza della vetroresina all'attacco acido è quella data dalla resina, perchè il vetro è quasi totalmente insensibile all'attacco di sostanze corrosive (ad eccezione dell'acido fluoridrico), quindi l'attacco acido non "distrugge le fibre" come dici tu, ma è l'impregnazione di resina che viene a mancare e quindi le fibre non sono più "tenute insieme" dalla resina ed il materiale perde le caratteristiche originali, soprattutto quelle meccaniche.
Spero di essere stato chiaro e poco "fantasioso".
BV,
Casper
Senti Casper ...verissimo che sono più esperto di alluminio che era il mio lavoro ,ma sono anche stato socio di un cantiere che produceva barche a vela in vtr e se leggi bene ,io non mi riferisco a cosa produca l'osmosi ,ma piuttosto ,come chiedeva il post,quale fosse un eventuale azione dell'acqua ad una evidente perdita di impermeabilità causata dal deterioramento del gelcoat.
Essendo il,nostro cantiere in prossimità di un noto lago italiano e avendo diverse barche sul lago ,era di dominio comune che nessuna barca sul lago avesse denunciato alcun problema che potesse riferirsi ad osmosi mentre tra quelle che erano state vendute al mare ,qualche seppur minima bollicina l'avevano avuta .
In ogni caso ci fu richiesto di intervenire su due barche francesi in Liguria nemmeno tanto vecchie , ma letteralmente distrutte tanto da non poter intervenire con un minimo di garanzia ,se non tagliando e rifacendo completamente la stratificazione. La struttura era ridotta a semplice polvere nei cui interstizi ,dopo un primo tentativo di essiccazione , si notava una diffusa disgregazione provocata da cristalli salini .
Questa ..a spanne ,fu la relazione con la quale ,proprio per la presenza di salino tra le fibre distrutte ,fu ritenuto che nessuna stratificazione di ripristino sarebbe stata possibile . Immaginando che l'umidità fosse stata provocata da acqua dolce e fosse stato possibile la sua essiccazione ,probabilmente sarebbe stato possibile anche una successiva stratificazione di ripristino. Questo è quanto mi sono sentito di consigliare a chi chiedeva se posticipare l'intervento di impermeabilizzazione potesse arrecare in qualche modo un danno ulteriore !