Citazione:davidef ha scritto:
Concordo io nella vita, studi a parte sempre utili e indispensabili , ho imparato che la teoria e la pratica spesso hanno qualcosina di discordante , infatti spesso e volentieri ho smentito teorie di ingegneroni che davano per assurde le mie teorie , ovviamente basate su prove concrete.
TUTTO IL MONDO E' paese!!!
NESSUNO 38. E' solo un forum non la vita reale. Le polemiche sono per i deboli , ridiamoci sopra tanto la nautica deve essere prima di tutto un gioco!!
Davidef,
Come ingegnere potrei anche prendermela...


Non era comunque questo il senso del mio intervento: teoria e pratica [u]devono[u] viaggiare insieme, tant'è che il metodo scientifico richiede che la formulazione teorica di un principio venga confermata sperimentalmente, pena la non validità del principo stesso.
Il praticone potrà anche risolvere alcuni problemi per 'esperienza', ma normalmente le variabili in gioco sono tali per cui spesso la soluzione è sbagliata o comunqe non ottimale, ma non te ne accorgi a meno di problemi macroscopici oppure te ne accorgi solo dopo molto tempo, quando magari i danni sono irreversibili.
D'altronde anche la teoria da sola ha poca utilità, se poi non si trova riscontro nella esecuzione pratica.
L'obiettivo dell'ingegnere dovrebbe appunto essere quello di applicare la teoria ad una realizzazione pratica, e quindi mettere insieme le due cose.
Tieni conto che nel caso dell'elica siamo di fronte ad un problema molto complesso: abbiamo un mezzo che si muove al confine tra due fasi (liquido e gas), un motore, per il quale le case costruttrici non sempre forniscono dati sufficienti (es curve di potenza e di coppia a varie ammissioni), e l'elica, che lavora in un ambiente disturbato (interferenze fluidodinamiche con lo scafo, i supporti dell'albero ed il timone, un flusso che spesso quando raggiunge l'elica è già disturbato, etc.). A tutto questo aggiungi il moto proprio dei mezzi nei quali ti stai muovendo (vento, moto ondoso, etc).
Evidentemente ogni calcolo è una approssimazione, altrimenti dovresti simulare con programmi dinamici agli elementi finiti tutto il sistema scafo-propulsore-aria-acqua con diverse condizioni al contorno (carico, moto ondoso, vento, etc): capisci che è un lavoro improponibile, se non a scopo di ricerca e sviluppo (e comunque fino a pochi anni fa non era possibile per mancanza dei mezzi di calcolo adeguati).
Proprio per questo si utilizzano delle formule semiempiriche che permettono una ragionevole approssimazione dei fenomeni, ma evidentemente hanno dei margini di errore.
Tieni anche conto che per un progettista è fondamentale il feedback, per cui se io mi faccio calcolare un'elica ed il calcolo non è del tutto corretto, se io non riporto i problemi a chi ha calcolato, questi non potrà mai sapere che la mia elica non funziona correttamente e quindi 'migliorare' lo strumento di calcolo.
Detto questo, auguro a tutti di poter navigare il più possibile a vela...


BV,
Casper