Ciao a tutti,
prendo spunto dall'episodio della perdita di chiglia di Marinariello durante la TS-S.Giovanni-TS, con conseguente capovolgimento, per postare alcune riflessioni, da condividere con voi e sentire il vs. parere.
Si impone una premessa importante, onde evitare incomprensioni e/o fraintendimenti.
Non intendo fare nessuna critica di alcun tipo all'equipaggio, anzi hanno il massimo della mia solidarietà e se avessi assistito all'evento, me ne sarei strafregato dal continuare la regata e mi sarei prodigato fino all'impossibile per dare una mano...
Indosso regolarmente il giubbotto autogonfiabile con ritenuta di sicurezza, quando le condizioni del mare (non del vento) me lo consigliano.
Sembra che l'equipaggio non indossasse i giubbotti e credo che se fossi stato il comandante, non li avrei fatti indossare neppure io...
La bora in quel punto, per quanto forte, non ha un fetch tale da sollevare un'onda che possa mettere in pericolo una barca ben condotta.
Ora mi pongo una domanda.
La perdita di chiglia è un evento molto raro, ma se dovesse accadere, siamo sicuri che essere legati alla barca, con il giubbotto salvagente che si gonfia e dà una forte spinta idrostatica, non possa addirittura costituire un pericolo?
Infatti, al distacco della chiglia, la barca si capovolge e secondo il mio parere in questo frangente non è impossibile finirci sotto, piuttosto che a lato dello scafo.
Sono un ottimo apneista e credo che avrei la freddezza di trovare alcuni secondi di lucidità per sganciare il moschettone, ma vincere poi la spinta del giubbotto che ti 'attacca' al fondo del pozzetto credo sia impossibile, come impossibile trovare ancora lucidità per togliere il tappo al tubo di gonfiaggio per scaricare l'aria.
Cosa si potrebbe fare?
Immagino che molti di voi, come il sottoscritto, si stiano toccando i
'gioiellli di famiglia'
, ma non è sperando che non ti succeda mai, che si affronta un ipotetico pericolo...Umberto Verna docet...
Fatemi sapere,
BV