Sarà, ma la miglior verifica e quella toccovisiva, guardandole e toccandole cioè, ci picchietti su e senti se suonano sordo come le campane fesse, ci dai una grattatina e ne verifichi il colore e a pelle ne senti la consistenza.
Unico inconveniente è che per fare ciò serve esperienza e non poca, se ne devono aver toccate e viste parecchie.
Veniamo al tuo caso.
Cambiamole e non se ne parla più = bisogna saperlo fare, serve conoscere i materiali per scegliere e sono soldi, se le fa il cantiere sono sempre soldi, ma di più (il consiglio è facile da dare, ma tutti siamo finocchi col posteriore degli altri, senza dolore e senza fatica).
Una bella martellata e via, siamo sempre lì, bisogna saperla dare e interpretarne la risposta.
Una grattatina per vederne il colore, vedi punto precedente.
Il verdastro si forma per molte ragioni, spesso solo perché c’è in giro dell’acqua salata, se pulite tornano del colore originale e si notano i segni della lavorazione originale del manufatto (piccole righe, pori di fusione microscopici, marchi, e cose varie) vuol dire che almeno all’esterno non sono corrose.
Se le sfere girano lisce e chiudono bene, vuol dire che anche all’interno sono messe bene; qui è possibile un controllo visivo perché sfilando il tubo dal porta gomma (o dal passa scafo di fuori) la sfera si vede.
Se il manettino e il perno sul quale è inserito e la vite che lo tiene sono in ottime condizioni è facile che anche il tutto lo sia.
Poi ci sono delle prove umanamente possibili.
Sfila il tubo e con una pinza a becchi saggia il labbro del porta gomma: se non si sbriciola e non cede facilmente rompendosene un pezzetto, ma fa resistenza e si graffia, facilmente anche il corpo valvola è in buone condizioni.
Gratta con una lima il corpo valvola, se il metallo messo a nudo appare lucido e di un bel colore, facilmente il corpo valvola e buono.
Dai un colpetto con un martello al porta gomma, se è come se tu picchiassi su un panino o su un pezzo di sapone è grave, se il suono, anche se sordo, è uniforme e, soprattutto, si trasmette allo scafo anche la vibrazione netta, va bene.
Poi se qualche addetto ai lavori onesto (semper rara avis) ti ci dà un’occhiata disinteressata non è male, difficile è trovarlo disinteressato.
Per come hai descritto la cosa azzardo che ci siano ottime probabilità che siano in buono stato, noto solo che i tappi di emergenza che hai predisposto debbano essere morbidi (non come i cunei in faggio che vendono come dotazione di sicurezza) e ne servono due: uno per la valvola e/o il porta gomma e l’altro per il buco dello scafo, e un pezzo di filo di ferro in zona può sempre servire; anche un paio di chili di stucco da vetraio a bordo possono fare la differenza in caso di piccole falle come quelle di un passa scafo che cede.
Alzi la mano chi ha avuto un cedimento di un passa scafo e/o di una valvola in navigazione, è un evento davvero raro.
Noto, e non da ora, una certa tendenza nel diporto all’onanismo mentale sulle questioni più disparate, con idee che vanno ben oltre la normale prudenza e diligenza del buon diportista di famiglia.
Personalmente ho esperienza e ho visto gente che col mare ci mangia, risolvere manutenzioni e contingenze con cose semplici e serenità.
Un po’ di tempo fa ho visto un giovane pescatore con un peschereccio di 16 metri, cambiare da solo una mezza tavola di fasciame marcia, sotto il galleggiamento, in un paio di ore e senza tante manfrine, sul piazzale del cantiere; e fare carena in due giorni mentre la moglie canterellando dipingeva sul mascone di sinistra una veduta di Grado.
Poi con qualche martellata ben data ha sistemato l’elica e hanno varato.
Da due giorni stavo faticosamente raschiando l’antivegetativa dalla mia carena, analizzando con la lente ogni piccola bolla: mi sono sentito un cretino e da allora ho cambiato un po’ il mio modo di vedere le cose.
Navigate gente, navigate, e se le cose funzionano lasciatele funzionare in santa pace.