Per la descrizione della vela mancherebbero alcune videate ed alcuni dati.
Comunque ciò che si vede qui va a spiegazione di quella famosa discussione in cui ci "beccammo" con karlo quando affermava che le vele al giorno d'oggi sono talmente piatte che si possono produrre da una lastra piana arrotondata sul contorno.
La spiegazione di zk, per i non iniziati ai "programmini", lascia un pò a desiderare, se vogliamo che capiscano il significato del grafico a destra.
Il meccanismo funziona in questo modo: la vela viene suddivisa idealmente in un numero finito di trapezi, (immaginate i pannelli di un taglio cross-cut), poi in base alle indicazioni relative sulla forma 3d descritta con i profili, la loro posizione, gli angoli d'entrata e d'uscita e la posizione dei vincoli (tra cui la catenaria dello strallo), il software calcola quanto la superficie descritta si discosti da quella proiettata sul piano.
Questa è un'operazione esclusivamente conoscitiva a beneficio di quei velai che sono abituati a valutare la forma delle vele "a pavimento", perchè poi nella realtà la vela in volo assumerà la forma di progetto e ad esempio non troveremo la "luff curve" positiva che compare a destra, ma la vela si adatterà alla catenaria negativa dello strallo e quella quantità positiva che compare nel grafico sarà la quantità di tessuto in più necessaria e sufficiente a far descrivere alla superficie della vela il contorno del profilo anzichè la corda piana, e nella realtà non sarà necessariamente posizionato là sulla luff curve dove il grafico per convenzione ce lo mostra.
Lo stesso discorso si può ripetere se prendiamo in esame i "meno consueti" profili verticali; meno consueti, perchè siamo abituati a descrivere la forma in relazione ai profili che i filetti fluidi percorrono.
Ma se la forma si discosta dal piano in un verso, lo fa anche nell'altro: ecco che il software ci calcola quanto i lati dei nostri immaginari pannelli che rivestono la superficie 3d si discostano da quelli che starebbero piatti sul pavimento: le differenze nei pannelli in penna sono dell'ordine del mm, ma mano a mano che ci si avvicina alla parte bassa della vela, dove c'è una importante transizione tra la base molto "magra" e il primo quarto basso relativamente più grasso, le differenze cominciano a diventare più consistenti.
Se queste differenze vengono materialmente "accorpate" in una sommatoria e anzichè distribuite all'interno della vela con la forma dei pannelli (che può essere data geometricamente sulle giunture dei pannelli o disponendo gli stessi sopra o dentro uno stampo curvo) vengono invece disposte sui lati, la forma della vela in volo non sarà più quella descritta nel progetto 3d, ma sarà qualcosa di più o meno simile, a seconda di quanto il materiale sarà elastico e consentirà la "migrazione" del grasso dove la (de)pressione lo richiederà.
Dimenticavo una piccola ma importante notazione: una volta che la vela è assemblata, se la distenderete a pavimento, non troverete riscontro a nessuna di queste misure, poichè tutti gli eccessi di tessuto si distribuiranno nelle bolle che si formeranno "random" nella vela; potrete però trovare riscontro ad alcuni dati del progetto "spiattellando" coi piegoni alcune zone, come fanno ad esempio gli stazzatori per valutare l'allunamento effettivo delle balumine.
Non so se sono stato sufficientemente chiaro.....ma se la materia fosse semplicissima, qualsiasi tappezziere sarebbe in grado di realizzare vele efficienti
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Per quanto riguarda le due vele specifiche, io in merito alla forma avrei un paio di idee leggermente diverse......ma mi riservo quando sarò sul pc ed avrò un pò di tempo di fare un'analisi aero ed un confronto sui dati.....poi vi faccio sapere.