06-03-2015, 17:26
Forse posso fare un po' di chiarezza. Vero che con il tesseramento si "accetta" il fatto di poter ricorrere solo attraverso gli organi di giudizio federali per quanto riguarda la SOLA disciplina sportiva. Ma, perché c'è il ma, se nella diatriba, dopo aver ricorso alla giustizia federale si vince, cioè si prova che la decisione o l'atto preso in prima istanza dal circolo o da qualsiasi altro organo federale o federato era sbagliato e questo atto ha causato dei danni, allora si può ricorrere in giudizio al tribunale ordinario per quanto riguarda la parte "civile" poiché nessun organo federale può sostituirsi a quello ordinario nello stabilirne l'entità. Esempio: Diversi anni fa, un gruppo di soci di una società sportiva federata si è accorto di alcune irregolarità di gestione del sodalizio chiedendone immediatamente la regolarizzazione al direttivo mettendolo in "mora". Per rappresaglia questi soci sono stati radiati dal sodalizio. Ovviamente questi soci hanno fatto ricorso attraverso la giustizia federale che gli ha dato ragione annullando la radiazione e ordinando una reintegrazione che poi non è avvenuta. Questi atti hanno causato dei danni a questi soci, perdita del posto barca con le ovvie agevolazioni sul piano economico, oltre ad un danno di immagine ed esistenziale. Per questo sono ricorsi al tribunale ordinario che provvederà a stabilire l'entità del danno economico che la società dovrà elargire a questi soci perché questo non è di competenza degli organi federali. Tornando al Podestà, ovvio che lui non può ricorrere al tribunale ordinario per quanto riguarda la squalifica ma solo agli organi di giustizia federale che ne sono competenti, ma qualora vincesse il ricorso (cosa probabile a mio giudizio), potrebbe ricorrere al tribunale ordinario qualora pensasse che la "squalifica ingiusta" gli abbia causato un danno.
