dapnia
Vecio AdV
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scotte spi
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da masino
NEIN! nemmeno sulle drizze...
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Mi associo al NEIN di Masino, considerandolo granitico e definitivo.
Ragazzi!
Per capire cosa vuol dire tagliare con un coltello (per affilato che sia) una scotta e/o una drizza con la barca in straorzata bisogna averci provato.
Le teorie e le scuole di pensiero, nell’urgenza dell’emergenza e magari col panico che “serpenteggia” tra l’equipaggio, servono a poco.
Secondo me è meno grave rischiare di perdere una vela (peraltro spesso recuperabile) che tutto l’albero o, peggio, rischiare che qualcuno si faccia del male.
Per questo sulla mia barca nodi d’arresto se ne fanno pochini.
Che poi le scotte debbano essere abbondanti (almeno di più di due volte la lunghezza della barca) è di una logica che non accetta commenti.
Analogamente le drizze devono essere lunghe il doppio dell’altezza dell’albero più quanto basta per arrivare comodamente in pozzetto.
Il cordame sotto traccia si può facilmente far ripassare, con comodo, mandando un testimone di filo d’acciaio armonico (corda di pianoforte un po’ grossa o filo di ferro un pò rigido).
Le drizze, a parte che ce ne devono essere almeno due di rispetto, si possono sempre far ripassare a festa finita.
Cosa che pochi considerano (o sanno) è che, prima di filare per occhio qualunque vela, è opportuno gettare a mare sotto le draglie la matassa della scotta e poi liberarla dal winch; in questo modo la scotta si distende ed è meno probabile che si formi una cocca (voglio vedere chi la va a sciogliere se dovesse formarsi), e si riducono i pericoli di una frusta impazzita che cerca qualcosa o qualcuno da colpire.
Poi voi sulle vostre barche fate come volete, ma non dite poi che non ve lo avevamo detto.
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04-04-2009 04:36 |
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