(27-02-2016 11:32)Sailor Ha scritto: (27-02-2016 10:56)nedo Ha scritto: (27-02-2016 09:46)Sailor Ha scritto: Per braccio intendo il punto di applicazione della forza, cioè del tiro: l'attacco avviene sulla penna della randa nel caso della drizza.
Noi tutti sabbiamo come sia difficile se non impossibile in navigazione cazzare una drizza randa stirata dal carico sulla tela. L'unica soluzione è orzare e sventare.
Con il cunningam noi applichiamo la forza di trazione direttamente dove serve, cioè nella barte bassa della randa.
Naturalmente questa è soltanto la mia ... opppinione. :-)
bv
Mi permetto ...
Manovra assolutamente efficace con randa in dacron e magari anche stanca ! 
Su una vela in materiale nobile l'effetto è meno evidente, una volta drizzata a dovere è inutile insistere col cunningam ...
Premesso che con le fibre nobili ho meno esperienza, ma se cazzando il paterazzo porti il grasso indietro poi non ti serve lo stesso il cunningam?
Tra l'altro lo vedo armato anche su barche da regata di primo livello...
bv
Infatti, non ho detto che non serve, ho detto che oltre un certo carico è inutile insistere intendendo che la vela non cede ....i cunningam li ho visti quasi sempre parancati ed è importante saper dosare la forza !
Le barche da regata sono attrezzate di tutto punto e la manovra rientra nella serie, considera che nel mio piccolo l'ho prevista anche io ma la uso con parsimonia e soprattutto trovo beneficio nelle condizioni descritte da einstein ( :thumbsupsmileyanim

che seguo sempre con molta attenzione ...ndr !!
ciao