(12-12-2016 20:59)danielef Ha scritto: (12-12-2016 19:00)ghibli4 Ha scritto: Scusatemi ma che differenza vedete fra agganciarsi qui
Oppure 50cm più in alto?
Gli sforzi sull'asse sono esattamente gli stessi.....e' l'autopilota inboard che deve lavorare di più di quello in pozzetto..
Utilizziamo parole precise: il lavoro eseguito dal pilota interno, a parità di condizioni esterne (vento, mare, etc) è identico a quello eseguito da un pilota esterno; non un watt di più non un watt di meno. La coppia applicata all'asse: idem.
Quello che cambia è la forza applicata al braccio: braccio minore = forza maggiore; non mi sembra un problema complicato di cui tenere conto.
L'unico problema legato alla posizione verticale del punto dove viene applicata la coppia potrebbe essere dato dalla sua distanza dalle boccole che sostengono il timone e dalla rigidità trasversale dell'asse. Va verificato.
Daniele
Chiedo venia per aver usato "il termine lavoro" assimilato alla fatica/sforzo umano e non alla definizione "fisica".
Miei commenti
1) il lavoro eseguito dal pilota interno, a parità di condizioni esterne (vento, mare, etc) è identico a quello eseguito da un pilota esterno è identico a quello eseguito da un pilota esterno: adesso sono d'accordo.
2) non un watt di più non un watt di meno:
Non sono d'accordo perché in disaccordo con i due punti seguenti e per la precisazione che li segue.
3) La coppia applicata all'asse: idem. Sono d'accordo.
4) Quello che cambia è la forza applicata al braccio: Sono d'accordo.
In 2 non sono d'accordo perchè immagino che tutti si voglia che sia l'inboard che l'esterno impieghino lo stesso tempo per manovrare.
Ma in conclusione arriviamo allo stesso punto del contendere:
"L'unico problema legato alla posizione verticale del punto dove viene applicata la coppia potrebbe essere dato dalla sua distanza dalle boccole che sostengono il timone e dalla rigidità trasversale dell'asse"
Esatto. Secondo me l'inboard è collegato molto più vicino alle boccole che sostengono il timone