(24-12-2019 12:48)enio.rossi Ha scritto: Qualcuno sa la differenza tra un olio minerale ed uno di sintesi? e perché dicunt che sui motori vecchi è meglio un minerale?
L'olio minerale è quello che ricavi dalla raffinazione del petrolio.
L'olio sintetico lo si ricava invece in laboratorio, "lavorando" opportunamente basi minerali e/o altri idrocarburi.
I lubrificanti sono suddivisi in 5 categorie in cui la categoria 5 (a cui appartengono oli poliesteri, polialchilenglicoli ecc.) non trovano largo impiego in ambito automobilistico. (pochissimi sono i produttori, molto alti i prezzi).
Quindi le "gruppi utili" sono 4.
Al primo gruppo appartengono i lubrificanti ricavati dalla sola raffinazione del petrolio (oli minerali).
Al secondo gruppo i lubrificanti di cui al primo, ma lavorati tramite idrogenazione (spesso definiti lubrificanti semisintetici).
Al terzo gruppo i lubrificanti ottenuti tramite hydrocraking. Questi sarebbero i "veri" semisintetici, ma dopo la sentenza emessa contro Exxon-Mobil ed a favore di Castrol, questi lubrificanti possono (e quasi sempre lo sono) essere etichettati come sintetici.
Al quarto gruppo appartengono i "sintetici veri" (così come quelli del 5 gruppo). Sono lubrificanti PAO (polialfaolefine).
Ovviamente per essere "full synt" (interamente sintetici) occorre che siamo sintetiche sia le badi che il pacchetto di additivi.
Altrimenti si trova in etichetta "Lubrificante a base sintetica".
Quale è meglio, quale è peggio.
I lubrificanti sintetici sono più performanti.
Hanno indice di viscosità nettamente superiori rispetto ad oli minerali. (L'indice di viscosità indica di quanto varia la viscosità al variare della temperatura)
Hanno anche una migliore "raffinazione", minor contenuto di ceneri, lacche, morchie.
Per contro, hanno (quasi) sempre un minor TBN e, a parità di gradazione SAE a caldo, un indice di viscosità minore.
Lubrificanti sintetici sono oramai d'obbligo in motori moderni dove le tolleranze di lavorazione sono esigue, dove si cerca, in fase di progettazione del motore, di ridurre le perdite per attrito (utilizzo di lubrificanti a bassissima viscosità) e dove c'è la presenza di sistemi di trattamento dei gas di scarico (catalizzatori, DPF, ecc).
Per contro, in motori che devono funzionare per lunghi periodi, magari sempre o quasi allo stesso regime di rotazione, dove non ci sono post-trattamenti dei gas di scarico, dove le escursioni termiche ambientali non sono estreme e, soprattutto, dove le tolleranze di lavorazione sono ampie, meglio adoperare lubrificanti meno "fighetti", ma che sopportano per viscosità e additivazione tutte le sollecitazioni che il motore genera.
In "soldoni" e velocemente.