03-05-2023, 16:52
(03-05-2023, 16:40)Gabriele Ha scritto: Ovviamente il dato facile da misurare è solo il carico di rottura. Sapere che percentuale prendere per il carico di lavoro non è ovvio per nessuno. Tuttavia sulle catene per la nautica trovi sempre lo stesso fattore di sicurezza (4:1) che si trova nelle specifiche industriali per il sollevamento. Mentre sul tessile molte tabelle usano un fattore di sicurezza di 12:1, che è 1/3 di quello delle catene ( es. [hide]QUI[/hide] ). Questo potrebbe essere anche troppo conservativo.
L’OSHA, che è l’agenzia UE per la salute e sicurezza sul lavoro usa come te un fattore di sicurezza di 5:1. Vedere la [hide]Tavola 18[/hide] (Nylon) e le successive (poliestere poi polipropilene).
Notare anche che, rispetto al poliestere, il polipropilene regge il 30% in meno, mentre il nylon regge il 12% in più. Per es. una cima da 16mm ha carico di lavoro inadeguato per una catena da 10mmm. Se è di nylon, e con impiombature fatte bene, può essere compatibile con una catena zincata da 8mm grado 30.
Grazie, non avevo riferimenti per queste tabelle al di fuori dell'ambito nautico (io facevo riferimento al libro di Fornasari).
In merito ai materiali, nella nautica bisogna anche considerare le applicazioni:
Poliestere è indicato per drizze e scotte, nylon e polipropilene sono molto elastici e comprometterebbero la qualità della regolazione.
Il nylon è sempre stato indicato per le linee di ormeggio e ancoraggio però bisogna tenere conto che il materiale è soggetto ad imbibimento E quando saturo d'acqua perde anche carico di rottura (a memoria il 30% ma potrei tranquillamente sbagliare).
Il polipropilene galleggia, quindi bisogna tenerne conto quando si pensa di usarlo perché lo rende preda facile delle eliche, a parità di peso (non sezione) però diventa interessante per le linee d'ormeggio, visto che costa anche abbastanza meno degli altri due.
