(06-06-2023 13:46)Scetti Ha scritto: Si accetto il consiglio,
ma le basi della vela le ho...anche qualcosina in più del minimo... so regolarle le vele.. ma quando si va sulle regolazioni di fine... la musica cambia.
Non ho chiesto a cosa serve... ho chiesto come capire se la vela è regolata correttamente... in quanto ho avuto l'impressione che tendenzialmente tengo la base troppo cazzata,
e questa impressione è maturata dal fatto che lascando la base oltre i miei riferimenti la barca è migliorate come velocità...
la domanda era se esiste un indicatore e Clavy ma anche ADL mi hanno dato dei dati oggettivi su cui riflettere e fare prove .
Non ti abbattere, la regolazione fine è difficile.
Le vele sono in 3D, sono sorrette da un albero che può essere flessibile o irrigidito, flesso "bene" o "male" in relazione al vento e all'onda, inoltre ogni vela nasce con un taglio datole dal velaio, che può essere più o meno grasso. Come se non bastasse, le vele invecchiando cambiano forma.
Praticamente ogni barca e ogni vela ha le sue peculiarità, che devono adattarsi a venti e onde variabili. Un bel rebus.
Per questo, stabiliti i "fondamentali" (le tre "fonti di potenza", grasso, svergolamento e incidenza) in relazione a vento e onda, la concreta regolazione fisica poi è roba da "musicisti" come dice oudeis.
Facendo equipaggio con gente "brava" in regata ti si apre un mondo, feci una regata da randista su un X332 praticamente privo di elettronica (anche il log era starato, dava i numeri), e questi regolavano in continuazione sulla base dei sensi, il timoniere mi ha fatto aprire le mani nelle boline con paterazzo, scotta e carrello, e, ripeto, non si leggeva un numero. Però vincemmo in compensato.
Il miglior consiglio che mi sento di darti è di invitare a bordo qualche randista regatante, e discuterne con lui con in mano le scotte e una birra...