<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]
Messaggio inserito da quadrantef
Non per fare polemica ma gli open 60, mini 6.50 ecc ecc per essere omologati x regate
per vedere il momento raddrizzante, mettono un peso stabilito in testa d'albero e
inclinano la barca con l'albero parallelo al h2o, se la barca si radrizza è omologata.
E questo lo fanno anche se le barche sono progettate e costruite da fior fiore di
architetti e cantieri, perche con i calcoli non si riesce ad avere una certezza
sul lavoro fatto viste le variabbili in gioco.
Ecco quindi che conta molto l'esperiensa di chi lavora sulle barche e non si può fare troppo
affidamento sui calcoli che alla fine sono sempre teoria.
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ciao qf,
solo una cosa sui 'calcoli', penso gli si debba dare il giusto valore, che a mio avviso per quanti riguarda i metodi classici di progetto è proprio un valore pratico, molto prima di essere teorico
Il tipo di calcoli come quello del sartiame, degli alberi eccetera sono calcoli che includono già 'l'esperienza', nel senso che sono metodi usati da decenni per determinare diametri di sartie e sezioni di albero da utilizzare (direi, a parte alberi strani, il 90-95% degli alberi in navigazione?), che quando poi vengono utilizzati si traducono in una percentuale di rotture dovute a cattivo progetto praticamente infinitesima.
Pero', a domande come 'i carichi teorici che si trovano sono corretti ?' secondo me si dovrebbe rispondere che nessuno ne sa una beneamata mazza, pensa solo a un carico dinamico di una raffica, o di una barca stoppata da un'onda... se ne sa molto poco.
Cio' che è sicuro è che calcolando un albero standard come si è fatto per decenni, se costruito bene è molto difficile che venga giù, che ci sia la raffica o l'onda traditrice.
Non si sa determinare il carico esatto, ma si possono determinare le caratteristiche meccaniche minime perché si consideri accidentale una eventuale rottura.
Un'approssimazione che deriva proprio dall'esperienza.
Per dire, il momento raddrizzante si usa indirettamente anche per determinare la sezione del paterazzo: una barca che va in poppa, con la vela più grossa che ha che spinge al massimo, dimmi te come un momento raddrizzante possa entrare nella determinazione dell'equilibrio, e quindi del carico... eppure i paterazzi che si determinano con il momento raddrizzante sono sufficienti, a memoria non è mai successo che uno spi 'strappasse' un paterazzo a metà perché tirava troppo.
Il metodo usato assieme ai coefficienti di sicurezza permette di costruire alberi che non si accartocciano praticamente mai e sartie che difficilmente si strappano.
Si possono fare alberi 'migliori', più leggeri, con sezioni ridotte, ecc rispetto a quelli 'tradizionali'? Certo, ci mancherebbe. Si entra pero' -in misura maggiore o minore- nella sperimentazione, nel cominciare a credere che un calcolo/prove più spinto di quello tradizionale RM30 sia capace di individuare meglio i carichi e di conseguenza definire meglio i dimensionamenti.
A volte va bene, tutti contenti, ma si deve accettare una percentuale maggiore di casi in cui viene giù tutto.
I metodi 'tradizionali' di calcolo integrano già la maggiore sicurezza derivante dall'esperienza, sono i numeri delle barche che navigano a dirlo.
Altro esempio, i dimensionamenti della barca.
Prendi un registro di classificazione qualsiasi, ABS ecc., nessuno parla di carichi reali (perché nessuno li conosce con precisione), dicono viceversa 'fate un elemento che regga tot e a noi va bene' perché pur non sapendo il carico reale, sanno che il carico richiesto è comodamente superiore.
Ci si fanno barche da regata spinte ? Salvo imposizioni dei regolamenti di classe, direi che tutti quanti cercano di trovare soluzioni più efficaci, sperimentano al di sotto dei limiti dei registri, ancora una volta ogni tanto va bene e ogni tanto va meno bene.
Certo, a forza di fare esperimenti si conosceranno meglio le cose e alla fine anche i regolamenti di costruzione le prenderanno in conto con delle nuove regole, ma allo stato attuale le regole 'tradizionali' inglobano gran parte dell'esperienza del passato.
Per riprendere il tuo paragone, se un mini o un VOR fosse pensato e costruito albero e scafo secondo metodi 'classici' non avrebbe neanche bisogno di fare il test di raddrizzamento perché si raddrizzerebbe senz'altro, pero' di sicuro arriverebbe ultimo.
Il test viene fatto proprio per mettere un limite pratico a calcoli molto più spinti, che prendono ipotesi molto più avventurose rispetto a quelli classici: il metodo classico dice 'non so quanto tiri in realtà, ma se metti qualcosa che regga X e stai relativamente sicuro'
i calcoli più spinti cercano di individuare meglio il carico reale per mettere un Y inferiore di X, accettando un rischio maggiore, a volte passa a volte si rompe.
scusa lo sbrodolio
ciao bv