Lavoro delle sartie basse
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da zankipal
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da dapnia
ROB
Ti ringrazio della risposta, chiara e riscontrabile (dai le fonti delle formule), se ho ben capito, teoricamente si accetta che i 30 gradi di sbandamento siano il limite del calcolo, garantisco che l'albero nei casi limite mette le crocette in acqua e lo sbandamento è di 80 o più gradi, nel qual caso i carichi sull'attrezzatura, secondo me, sono diversi.
E qui chiedo lumi.
Poi vedo un'altro problema ed è che, consultando più cataloghi, ho riscontrato che una fune inox 316 1x19 ha un carico di rottura intorno ai 5.000/5.100 kg., ne consegue che dovendo lavorare al 25% / 30% di tale carico si ha un carico di lavoro intorno ai 1.270/1.530 kg.
Ed anche qui non mi torna e chiedo lumi (ed anche marca e tipo delle funi con tali carichi).
E' pur vero che con sartie alte e basse da 8 barche come la mia hanno fatto più giri del mondo e mi chiedo dov'è il trucco.
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In che catalogo è scritto il carico di lavoro della fune Inox? quelli che conosco riportano tutti solo il CR che è quello che si considera per il dimensionamento.
Cmq alla tua domanda manca sembre il dato principale che è l'RM, o riesci a trovare quello da progetto o bisogna fare come fanno gli stazzatori.
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Infatti, come ho scritto, tutti i cataloghi consultati danno solo carichi di rottura, con differenze anche del 50% in più o in meno a parità di materiale, e non capisco se dipenda dal tipo di prova o dal fatto che si applichi alla fune il carico specifico a mmq. moltiplicandolo per i mmq., o si esegua proprio la prova di rottura: a strappo o a carico progressivo.
Ho chiesto il motivo delle diversità ad un paio di fornitori e non hanno risposto (non hanno voluto o saputo?).
Bello il sistema di molte ditte, Harken, Lewmar, Viadana, ecc., che per i componenti indicano il carico di rottura ed il carico di lavoro massimo consigliato, meno bello (meno chiaro?) è che per alcune è il 50% del carico di rottura, per altre meno; ma sulle funi, nulla.
Per le applicazioni civili ed industriali ci sono delle regole di calcolo ben precise e dei fattori di sicurezza univoci, forse se si applicassero alla nautica avremmo dei piccoli ponti di Brooklyn a vela, e comunque a volte ne verrebbero giù qualcuno ugualmente. [:246]
L'introvabile progetto dell'Alpa 11,50 è ancor oggi avvolto da un po’ di mistero e gli attori, compianti, non sono più; non trovando i piani originali sono possibili solo ipotesi ricavate dai rari disegni.
A spanne: con calcoli fatti su dati ricavati empiricamente (l'unico certo è il dislocamento pesato a dinamometro), il momento raddrizzante potrebbe essere tra i 3.800 ed i 5.000 kgm.
Vista l’approssimazione dei dati e del resto, credo che siano ragionevoli i risultati fin qui ottenuti.
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