Continuando a ragionare (sempre da lontano e senza aver visto) :
- se la tensione di 200 e passa volt fosse ai morsetti delle batterie queste avrebbero gia' (rapidamente e con buona dimostrazione di sgradimento, talora pirotecnica) raggiunto i loro avi e, quindi, si puo' ragionevolmente escludere che il caricabatterie sia in perdita secca (cortocircuito interno).
- il fatto che queste tensioni siano presenti con livelli anche piu' alti del valore di rete (i 250 volt) indica, semplicemente, che e' in atto una rettificazione di picco (guarda caso il ripartitore di carica e' costituito da diodi) confermata dal fatto che la misura va a zero staccando il ripartitore (se ci fosse una dispersione grave continuerebbe ad essere presente a maggiore ragione). E' verificabile col tester impostato per misure di tensione continua : se la misura permane e' stata rettificata una componente alternata.
- non e' comune (ne ortodosso e neppure mi piace) ma talora, per risparmiare staccabatterie, sono stati realizzati schemi del genere da alcuni cantieri, funzionano confidando che l'isolamento necessario per l'anticorrosione sia automaticamente garantito dai diodi del ripartitore e dell'alternatore (il motorino d'avviamento e' isolato dal suo relay).
Un filtro d'ingresso di un alimentatore caricabatteria e', normalmente, costituito come il seguente (di una nota casa) :
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come si vede vi sono due condensatori (Cy) all'ingresso che si prevede vadano collegati alla linea di terra e due condensatori in uscita che vanno a collegarsi allo chassis dell'apparecchio o (come spiegano le istruzioni di applicazione) al terminale 'freddo' in uscita (= polo negativo se un alimentatore), tali condensatori sono (solitamente) da 22nF il che comporta a 220V 50Hz per effetto della loro reattanza una corrente di circa 1,5mA ciascuno che, se non deviata a massa, e' perfettamente percepibile e lo e' ancora di piu' se rettificata.
In sostanza non sono pienamente convinto che in un circuito di tale genere la sostituzione dell'apparecchio risolva il problema se non con prodotti aventi soluzioni circuitali ben diverse da quelle comunemente in commercio.
La verita' e' che non sono convinto che l'apparecchio sia guasto (non si lamentano batterie danneggiate) ma, piuttosto, che non sia previsto per e, quindi, non adatto all'impiego nautico o non correttamente impiegato cioe' senza messa a terra adeguata poiche' e' alimentato con soli due fili e l'uscita dovrebbe avere un ritorno in qualche modo ecc. ecc. (da verificare sul posto, cosa per me impossibile).
Ultima cosa (che ho data per scontata ma che non e' stata detta) : mi sembrerebbe ovvio che chiudendo gli staccabatterie la tensione anomala scompaia sostituita dalla normale tensione di batteria (sempre con un solo filo collegato al caricabatterie) se e' cosi' trova conferma tutto quanto ho detto.
In pratica : o usare un trasformatore di isolamento o collegare a terra il terminale negativo in uscita dall'alimentatore o cambiare il caricabatteria con uno che preveda il terzo filo di terra.
Per completare il discorso sarebbe meglio (e' meglio) modificare lo schema di collegamento come dice Kermit (vedi disegno seguente)
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Il caricabatterie lo colleghi fra massa motore (il negativo) e morsetto positivo della batteria da ricaricare avendo cura, durante il processo di carica, di tenere lo 'Staccabatterie -- ' chiuso.
Con questi accorgimenti il problema non ci sara' piu'.
Nota - Trattandosi, come dichiarato, di un caricabatterie di tipo economico ritengo opportuno non lasciarlo inserito con la barca incustodita (non si sa mai).