13-09-2011, 00:45
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-09-2011, 00:49 da vento forza10.)
Citazione:albert ha scritto:
qui si parla di armi diversi a parità di superficie velica.
Partendo dal chiarimento di Albert posso offrire solo un contributo teorico, non avendo mai sperimentato (in tutte le condizioni) la soluzione Randone + Jib.
Questa soluzione mi sembra, tuttavia, poco versatile per fronteggiare efficacemente le progressive variazioni di superficie velica al variare della forza del vento.
Infatti l’unica vela che è possibile ridurre è la Randa (avendo ovviamente l’accortezza di farsela fare con la III mano)
Credo che, sotto questo punto di vista, la soluzione migliore, per il piano velico base, sia una equa ripartizione della superficie velica tra Randa e Genova (130-135%), su armo frazionato.
Così, in previsione di venti sostenuti, parto già armato con il Fiocco (se non ho voglia o possibilità di cambiarlo in navigazione), avendo ancora 2 o 3 mani di Randa da gestire se le cose si mettono male. Se invece la situazione migliora, allora il Fiocco non mi penalizza eccessivamente rispetto al Genova 130-135%
In previsione di vento forte nelle andature portanti, posso inoltre decidere di ammainare del tutto la Randa (evitando quindi i problemi di straorze o strapogge) e procedere con il solo Genova, che posso ridurre se avvolgibile.
La Randa più piccola facilita poi le manovre di riduzione che, a volte, possono avvenire anche per improvvisi mutamenti delle condizioni meteo (es. l’arrivo di groppo inatteso) e magari con equipaggio ridotto o in solitaria.
Nelle situazioni estreme (rispetto al piano velico base) valgono poi le soluzioni ormai tradizionali.
Con poca aria: Drifter, Code 0, Gennaker o Spi leggeri
Con molta aria: Trinca e Tormentina
Chiaramente questi sono problemi che riguardano chi naviga dovendo fronteggiare condizioni molto variabili, e deve quindi essere pronto a tutto, ma senza complicarsi troppo la ., in mare, è già abbastanza complicata di suo

