sembra strano anche a me l' esperieza HR riportata da Maro', ma se lo ha visto e sentito sara' cosi. Vero' e' che si parla di una barca di circa 30 anni. Se e' vero che la coperta e' duranta 30 anni, occorre vedere quanta cura l' armatore aveva posto nell' evitare infiltrazioni dai comenti, dalle teste delle viti scoperchiate, come pure se il ponte era stato rifatto e come e da chi...
Insomma bisognerebbe conoscere tutte.
Anche Najad avvitava le doghe in teak sino al 2005, mai sentite fiancate imbibite. Adesso sono incollate e le viti messe, quando servono, di sguincio. In questo modo mordono solo nello spessore della tuga che e' notevole.
Diverso il commento di Kermit sul 'disegno' del ponte in teak. QUello postato sul Bavaria e' ovviamente economico e anche non bellissimo. Ci vorrebbe un intervendo di Stefano o di Dapnia, ma i trincarini, i pezzi stondati, la spina a incastro non hanno solo funzione estetica.
Quanto agli spessori, i masselli, i 15 mm e balle varie, attenti: innanzitutto quello che dice Marcello dei compensati rivestiti e' la dura realta', poi...i trucchetti esistono. Le lavole di testa sono a sezione triangolare. la parte a vista e' quella spessa, che si assottiglia verso i centro. Eccovi un esempio di Hanse 63....non c'e' trucco, non c' e' inganno, a quel prezzo si vuol anche il massello?
il gradino che si vede mostra la base in legnaccio sulla quale e' incollato lo straterellino di teak.
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comunque meglio non illudersi: molti legni montati sulle coperte non sono piu' vero teak, ma surrogato. Il teak e' finito.