Serena giornata a tutti quanti loro,
è da un poco di tempo che mi viene il pensiero di condividere sul forum l’esperienza appena terminata, che poi sarebbe quella relativa alla risistemazione di una “vecchia” alpa 11,50.
“restauro” è un termine decisamente eccessivo.
non mi decidevo mai, perché mi vien da pensare che in fondo tutto è stato scritto e niente ho io da aggiungere, spero solo che qualche foto sia comunque piacevole da osservare.
Sempre un grazie al magnifico Francesco “daphnia” al quale ho chiesto numerose dritte. Ho avuto bisogno dell’aiuto del sempre disponibile Davide Zerbinati … ed alla fine sono arrivato in fondo.
un brevissimo inizio: ho impiegato un anno e mezzo per comperarla e due anni e mezzo a fare i lavori. Mi ha impegnato tutti i fine settimana, in tutte le stagioni, più tutte le ferie del 2012-2013 e 2014 e va bene così !
La barca era rimessata sul fiume Magra, nello spezzino, ed ora galleggia ormeggiata in un pontile davanti al lungomare di La Spezia.
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Ho avuto la fortuna di trovare la barca rimessata in un piazzale dove era possibile fare da se i lavori, certo, all’aperto, ma anche qua va bene così. Ho davvero fatto tutto io in barca, gli unici interventi esterni sono stati quelli di un artigiano che mi ha fatto alcune parti in acciaio (non so lavorare l’acciaio) ed un falegname che mi ha messo in opera la “falchetta” che corre lungo tutto il perimetro del paramare che protegge il pozzetto.
Alcuni lavori sono esteticamente opinabili, è vero ! ma tant’è … questo è quello che sono stato capace di fare.
Cosa è stato fatto ?
Partiamo da com’era la barca : sicuramente in buone condizioni strutturali (con coperta solida, giusta noto, visto che si parla di alpa 11,50) , ma in evidente abbandono con urgenti interventi sulle murate e sui legni in coperta, inoltre tutta l’impiantistica di bordo era ancora quella originale.
A parte il lavoraccio per svuotare la barca … quanta roba può stare a bordo è davvero incredibile, ho cominciato col raschiare la carena. Il lavoro dopo alcuni dubbi tra sabbiatura e raschiatura è stato fatto a mano col raschietto; in carena ho dato le canoniche quattro mani del C 10+10 della Cecchi, poi sono passato all’opera morta, carteggiata, stuccata e ricarteggiata, e pitturata con quattro mani di smalto. Lo so ! non è a gelcoat … ma il gelcoat richiede davvero molto, molto, molto lavoro … alla fine sono comunque soddisfatto del lavoro finale (e chi non lo è del proprio lavoro ? ) ; vediamo quanto dura, e comunque se anche tra pochi anni dovessi rimetterci mano, il tutto si fa in una settimana lavorativa, senza troppi patemi … e con meno di 300 euro di spesa … che per me quest’ultima cosa è importante. Di più. Vitale, direi.
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Un lavoro importante è stato fatto nel bordo d’uscita della pinna, dove c’era una fessura limitata agli strati esterni della vetroresina; è stato tutto ben pulito e sistemato con resina epossidica sopra alla quale è stato dato il 10+10, ovviamente.
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Ho voluto disalberare, ho tolto le vecchie drizze in acciaio per sostituirle con drizze in tessile, naturalmente ho dovuto cambiare i winch all’albero. Ho messo gli scalini per salire in testa d’albero … grande idea che qualche amico ha criticato, ma che io benedico senza se e senza ma.
Ho montato le volanti e messo in opera due punti d’attacco per stralli volanti. Uno 30 cm sotto lo strallo di prua, e l’altro a metà altezza circa tra testa d’albero e crocette. Ho voluto la possibilità di montare due stralli volanti perché penso che alla fine lavori ( €€€ permettendo, ovvio) avrò sullo strallo principale, con avvolgifiocco, uno yankee per venti medio forti, sul primo strallo volante – 30 cm più a poppavia – il genoa grande con garrocci per venti leggeri (la barca ha il piano velico tipico delle barche anni ’70 con genoa molto generoso) che tanto quando ci sono 15 nodi è bello andare a prua; inoltre c’è un’altro strallo amovibile per una vela da vento, anche questa con garrocci. Insomma la classica trinchetta, anche se la barca nasce – e rimarrà – sloop.
Tanti dubbi anche qua, ho anche scritto sul forum chiedendo lumi, perché il rischio di avere la prua troppo ingombra è notevole, ma comunque sia, così ho deciso.
In coperta a parte il rifacimento dei tientibene e la sostituzione dei plexi dei passauomo ho fatto poche modifiche :
sono stati posizionati due winch più grandi dei pre-esistenti a lato del timone, da utilizzare per le scotte genoa. Inoltre è stato cambiato il tubolare in acciaio che “contorna” la timoneria, ho deciso così perché ho voluto spostare i comandi del motore – molto scomodi nella loro versione originale – portandoli di fianco alla colonnina e questo mi ha obbligato a fare ex-novo detto tubolare. È stato cambiato il salpancora mettendo in opera due piastre in acciaio che prima non c’erano, inoltre sono state spostate le bitte di prua ai bordi della barca e liberando così il centro, dove intrigavano troppo.
Alcune cose sono ancora da fare, ma sono dettagli, rispetto a tutto il lavoro fatto.
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Dentro ho smontato motore e serbatoio dell’acqua. Col vano motore vuoto è stato facile rifare tutto il coibente. Gli impianti elettrico ed idraulico sono stati totalmente rifatti, anche il quadro elettrico è stato fatto nuovo. D’altronde, come avevo detto, era tutto ancora originale.
Ho cercato, per quanto possibile, di sistemare gli impianti nella posizione più facilmente accessibile e questo costringe sempre ad inventarsi soluzioni che sono “custom” che difficilmente possono essere adottate da altri, magari su barche diverse. Mi sono voluto complicare l’impianto elettrico, che andava bene anche più semplice, ma mi piaceva pensare, fare schizzi e progettare soluzioni varie per poi passare alla realizzazione di quella che mi piaceva di più, anche se non era la più semplice …
Per la parte idraulica ho aggiunto una cassa raccolta acque grigie per piatto doccia e scarico frigo.
Ora che la barca è in acqua, è giunto il momento di tirare qualche remo in barca, e valutare il lavoro fatto:
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intanto non ho messo – e mi riprometto di rimediare in due o tre anni – un pannello solare e la cassa acque nere; inoltre non ho messo il boiler, e questo ha una priorità 1
poi un poco di strumentazione, la barca mi è stata venduta praticamente senza niente, ed al momento non ho niente. Diciamo che per natale mi piacerebbe poter montare un ecoscandaglio e comperare un gps portatile. Il carteggio sarà manuale per il momento e quindi niente cartografico.
Ovvio che il VHF c’è, anzi, ho anche un portatile sempre in barca.
Insomma, senza essere troppo tedioso, questo è quello che è uscito … adesso mi riprometto di “collaudare” il mezzo … bugia, la verità è che sono anni che non navigo davvero ed ho la consapevolezza di essere un poco arruginito; ho bisogno di riprendere a sentire il vento nelle orecchie e la salsedine nel naso, poi cercherò di darle vento, nella consapevolezza che lei mi darà miglia.