Sostituzione drizza randa e verifica rinvii
#1
Siccome ho la drizza della randa molto dura da issare, tanto che slitta sul winch, l'ho tolta per verificarla e visto, oltre alla usura del tempo e salsedine, che ha la calza andata in un paio di punti, ho deciso di cambiarla.
Ora sono quindi arrivati i dubbi e incertezze se rimetter un poliestere ht oppure passare a spectra o dyneema? Smiley6
Mentra stavo orientandomi su una spectra ho letto questo commento di saillor13 che mi ha riaperto i dubbi:

(18-03-2015, 17:26)sailor13 Ha scritto: Secondo voi si fa più sforzo a tener fermo ( o a far muovere) un oggetto controllandolo con materiali rigidi o con materiali più elastici?

mi sono posto il dubbio se cime meno elastiche su alberi e strutture non concepite per queste caratteristiche possano sollecitare maggiormante la struttura?
O possono esserci altre controindicazioni oltre all'aspeto economico?
Stefano
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#2
(16-09-2015, 16:58)ste.fano Ha scritto: mi sono posto il dubbio se cime meno elastiche su alberi e strutture non concepite per queste caratteristiche possano sollecitare maggiormante la struttura?
O possono esserci altre controindicazioni oltre all'aspeto economico?

A parità di diametro, la cima meno elastica non ha controindicazioni di alcun tipo, ma solo vantaggi. Analizziamo bene cosa succede:
Con cima "elastica", sotto raffica la drizza si allunga e ingrassa la vela, sia che si tratti di randa sia che si tratti di genova. La vela più grassa genera una maggiore portanza che si traduce in maggiori carichi su tutta l'attrezzatura della barca e solitamente anche in maggior sbandamento della stessa con conseguenti straorzate.
Con cima rigida non avviene nulla di tutto questo, la drizza non si allunga, le vele non perdono forma e incrementano solo limitatamente i carichi sulle attrezzature, solitamente si risparmiano molte straorze...
In definitiva, più la drizza è rigida più la barca è sicura e la navigazione è confortevole...
Risultato: drizze in Dyneema forever!
Controindicazioni: nessuna che io conosca, solo attenzione al diametro. Infatti, dati gli alti carichi sopportati dal Dyneema potrebbe venirti voglia di tirare di più le drizze o ridurre il diametro della drizza, sollecitando maggiormente le pulegge in testa e al piede d'albero. Importante quindi verificare il loro corretto dimensionamento.
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#3
questa invece la testa del mio albero (oceanis 381 con randa avvolgibile in origine ma con aggiunta della canaletta e randa tradizionale)
Siccome non ci sono i bozzelli esterni, qualcuno sa dirmi (prima di salire su) come controllare la carrucole del rinvio e nel caso cosa fare??Sadsmiley

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.jpg   testadalbero.jpg (Dimensione: 31,04 KB / Download: 136) [/hide]
Stefano
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#4
(16-09-2015, 17:23)Tatone Ha scritto:
(16-09-2015, 16:58)ste.fano Ha scritto: mi sono posto il dubbio se cime meno elastiche su alberi e strutture non concepite per queste caratteristiche possano sollecitare maggiormante la struttura?
O possono esserci altre controindicazioni oltre all'aspeto economico?

A parità di diametro, la cima meno elastica non ha controindicazioni di alcun tipo, ma solo vantaggi. Analizziamo bene cosa succede:
Con cima "elastica", sotto raffica la drizza si allunga e ingrassa la vela, sia che si tratti di randa sia che si tratti di genova. La vela più grassa genera una maggiore portanza che si traduce in maggiori carichi su tutta l'attrezzatura della barca e solitamente anche in maggior sbandamento della stessa con conseguenti straorzate.
Con cima rigida non avviene nulla di tutto questo, la drizza non si allunga, le vele non perdono forma e incrementano solo limitatamente i carichi sulle attrezzature, solitamente si risparmiano molte straorze...
In definitiva, più la drizza è rigida più la barca è sicura e la navigazione è confortevole...
Risultato: drizze in Dyneema forever!
Controindicazioni: nessuna che io conosca, solo attenzione al diametro. Infatti, dati gli alti carichi sopportati dal Dyneema potrebbe venirti voglia di tirare di più le drizze o ridurre il diametro della drizza, sollecitando maggiormente le pulegge in testa e al piede d'albero. Importante quindi verificare il loro corretto dimensionamento.

come fai a regolare la tensione delle drizze? io vado ad occhio... guardando la vela.. non pensando al carico di rottura.
Mi spieghi?
nulla si crea nulla si distrugge ... ma tutto si trasforma
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#5
Tatone, non credo che funzioni solo cosi.

Ovvero: la drizza e' piu rigida. Ergo non si allunga. Ergo il carico di picco se lo prende il resto dell' equipaggiamento anziche' la costante elastica della drizza. Succede qualcosa? Dipende.

Ma non e' che 'non cambi nulla'.
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#6
ste.fano, hai controllato le pulegge, sia da sole che in rapporto alla drizza?
"per ottenere le giuste risposte bisogna porre le giuste domande"
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#7
La mia opppppinione è che cazzando di più la drizza con vele in dacron il grasso si sposta in avanti, lascando verso poppa.
per smagrire una randa in basso c'è il tesa base, per smagrire al centro l'unico modo e imbananare l'albero, in questo modo si stende la vela e diventa più magra.
Lo stesso per il genoa, strallo con meno catenaria genoa più magro.
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#8
(16-09-2015, 17:58)sailor13 Ha scritto: ste.fano, hai controllato le pulegge, sia da sole che in rapporto alla drizza?
Il diametro della cima in ogni caso non lo cambierei, rimarrebbe sempre 12.
Le pulegge dei bozzelli al piede dell'albero sono da 60 mm di diametro e 12 mm di largezza quindi mi pare siano ok a parte che saranno un po da lubrificare (con cosa? grasso al litio spray?).
Quella in testa d'albero non lo so, non sono ancora salito...
Stefano
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#9
A me il rigger ha consigliato spray al teflon per le parti in movimento non facilmente raggiungibili.
Io ho un 381 come ste.fano.
Dovrò cambiare anch'io le drizze optando per il dynema al posto dell'attuale prestirato. Tenuto conto della superiorità del dynema come resistenza al carico e allungamento, pensavo di ridurre il diametro da 12 a 10, gli stopper sarebbero compatibili.
Che ne pensate?
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#10
(16-09-2015, 18:34)Luciano53 Ha scritto: A me il rigger ha consigliato spray al teflon per le parti in movimento non facilmente raggiungibili.
Io ho un 381 come ste.fano.
Dovrò cambiare anch'io le drizze optando per il dynema al posto dell'attuale prestirato. Tenuto conto della superiorità del dynema come resistenza al carico e allungamento, pensavo di ridurre il diametro da 12 a 10, gli stopper sarebbero compatibili.
Che ne pensate?
Hai mai avuto necessità di lubrificare le pulegge in testa d'albero?
Sai se sono a sfere?
Stefano
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#11
(16-09-2015, 18:13)bullo Ha scritto: La mia opppppinione è che cazzando di più la drizza con vele in dacron il grasso si sposta in avanti, lascando verso poppa.
per smagrire una randa in basso c'è il tesa base, per smagrire al centro l'unico modo e imbananare l'albero, in questo modo si stende la vela e diventa più magra.
Lo stesso per il genoa, strallo con meno catenaria genoa più magro.-

Concordo
Nel . e accelero!
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#12
(16-09-2015, 18:34)Luciano53 Ha scritto: Dovrò cambiare anch'io le drizze optando per il dynema al posto dell'attuale prestirato. Tenuto conto della superiorità del dynema come resistenza al carico e allungamento, pensavo di ridurre il diametro da 12 a 10, gli stopper sarebbero compatibili.
Che ne pensate?

Direi che per la tua barca il 10 in Dyneema è più che adeguato! Piuttosto, attendo alle caratteristiche della drizza e del Dyneema, tra SK75 e SK78 c'è una notevole differenza, così come tra calza semplice e doppia calza (in quest'ultimo caso l'anima resistente in Dyneema è più piccola. Guarda i carichi di lavoro per confrontarle.
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#13
(16-09-2015, 18:13)bullo Ha scritto: La mia opppppinione è che cazzando di più la drizza con vele in dacron il grasso si sposta in avanti, lascando verso poppa.
per smagrire una randa in basso c'è il tesa base, per smagrire al centro l'unico modo e imbananare l'albero, in questo modo si stende la vela e diventa più magra.
Lo stesso per il genoa, strallo con meno catenaria genoa più magro.-

La tua opppppinione è più che giusta!
E nulla toglie al fatto che sotto raffica una drizza che allunga sposta il grasso verso poppa e ne aumenta pure la profondità, aumentando i carichi su tutta l'attrezzatura (la barca sbanda di più, aumenta il carico sia sulle sartie che sull'albero che sulle lande, ecc..). Quello che sfugge a molti è che aumentando il grasso la vela tira maggiormente anche sulla drizza, allungandola e sollecitandola ancora di più...
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#14
La vela è un'oppppppinione.
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#15
(16-09-2015, 17:39)lfabio Ha scritto: Tatone, non credo che funzioni solo cosi.

Ovvero: la drizza e' piu rigida. Ergo non si allunga. Ergo il carico di picco se lo prende il resto dell' equipaggiamento anziche' la costante elastica della drizza. Succede qualcosa? Dipende.

Ma non e' che 'non cambi nulla'.
Non capisco cosa tu voglia dire.
Se la drizza non si allunga (prova immaginare il caso limite di allungamento =0) la vela non si deforma e il carico che trasferisce alla drizza è quello minimo possibile.
Se viceversa la drizza si allunga, la vela aumenta la sua profondità (fa "sacco", aumenta il grasso che si sposta verso poppa), sviluppa più potenza a pari vento che si traduce in maggior carico su drizze e scotte. La conseguenza (e la prova) è che la barca sbanda di più, così facendo aumentando anche il carico su sartie, lande e albero...
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#16
(16-09-2015, 17:30)Scetti Ha scritto: come fai a regolare la tensione delle drizze? io vado ad occhio... guardando la vela.. non pensando al carico di rottura.
Mi spieghi?

Tutti andiamo ad occhio senza pensare al carico di rottura perché in una drizza ben dimensionata questo è di molto superiore rispetto ai carichi massimi di lavoro (e alla resistenza della vela... Smiley2)
La regolazione della drizza è molto importante sulle vele di bassa tecnologia, quindi costruiti con materiali che all'aumentare della pressione del vento si allungano e fanno cambiare forma alle vele. Meno importante sulle vele ad esempio in carbonio, molto rigide e capaci di conservare la forma anche sotto raffica.
Non c'è una regola precisa, dipende da quanta potenza vuoi sulla vela, tenendo conto che tirando la drizza riduci il grasso della vela e lo sposti verso prua, viceversa mollando la drizza. Di base, dovresti tirare la drizza fino a pochissimo prima della scomparsa delle piegoline orizzontali sull'inferitura... oppure mollarla fino alla leggerissima comparsa delle prime piegoline. Questa rappresenta sempre una buona base di regolazione! Smiley53
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#17
(16-09-2015, 18:23)ste.fano Ha scritto:
(16-09-2015, 17:58)sailor13 Ha scritto: ste.fano, hai controllato le pulegge, sia da sole che in rapporto alla drizza?
Il diametro della cima in ogni caso non lo cambierei, rimarrebbe sempre 12.
Le pulegge dei bozzelli al piede dell'albero sono da 60 mm di diametro e 12 mm di largezza quindi mi pare siano ok a parte che saranno un po da lubrificare (con cosa? grasso al litio spray?).
Quella in testa d'albero non lo so, non sono ancora salito...
Ho chiesto se avevi controllato le pulegge perchè la tua lamentela è che la drizza è dura, una delle probabili cause è una puleggia di bassa qualità, magari bloccata, devi controllare quella dell' organizer, quella a piede d'albero e quella in testa.
Ti ho poi chiesto se avevi controllato se per caso i segni di usura sulla drizza corrispondono alla posizione delle pulegge, questo per avere una indicazione del problema e per evitare di replicarlo sulla drizza nuova.
Per quanto riguarda le dimensione delle pulegge rispetto alla cima, se non sono di qualita (la cima e le pulegge) sono forse troppo giuste.
Per quanto riguarda i materiali per lubrificare, la scelta dipende sia dal materiale da lubrificare che dalla frequenza con cui lo fai..
"per ottenere le giuste risposte bisogna porre le giuste domande"
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#18
Tatone, stiamo parlando di cose diverse.

A parte che la vela che non si allunga non esiste (almeno fino a prova contraria Smile ) le vele non sono sempre in regime stabile (anzi - non lo sono praticamente mai).

Quando il carico su una vela cambia e non e' la drizza (o scotta) ad assorbire i picchi di carico, li deve assorbire qualcos' altro. Se va bene, il qualcos' altro non si rompe. Non e' detto che vada sempre bene.

Fai la controprova: prendi una bella cima in SK78, dai volta a una bitta e a una galloccia in barca, aspetti che arrivi mare e vedi... Smile
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#19
(16-09-2015, 17:23)Tatone Ha scritto:
(16-09-2015, 16:58)ste.fano Ha scritto: mi sono posto il dubbio se cime meno elastiche su alberi e strutture non concepite per queste caratteristiche possano sollecitare maggiormante la struttura?
O possono esserci altre controindicazioni oltre all'aspeto economico?

A parità di diametro, la cima meno elastica non ha controindicazioni di alcun tipo, ma solo vantaggi. Analizziamo bene cosa succede:
Con cima "elastica", sotto raffica la drizza si allunga e ingrassa la vela, sia che si tratti di randa sia che si tratti di genova. La vela più grassa genera una maggiore portanza che si traduce in maggiori carichi su tutta l'attrezzatura della barca e solitamente anche in maggior sbandamento della stessa con conseguenti straorzate.
Con cima rigida non avviene nulla di tutto questo, la drizza non si allunga, le vele non perdono forma e incrementano solo limitatamente i carichi sulle attrezzature, solitamente si risparmiano molte straorze...
In definitiva, più la drizza è rigida più la barca è sicura e la navigazione è confortevole...
Risultato: drizze in Dyneema forever!
Controindicazioni: nessuna che io conosca, solo attenzione al diametro. Infatti, dati gli alti carichi sopportati dal Dyneema potrebbe venirti voglia di tirare di più le drizze o ridurre il diametro della drizza, sollecitando maggiormente le pulegge in testa e al piede d'albero. Importante quindi verificare il loro corretto dimensionamento.

io stavolta c'ho un ma.
quello che genera tensioni sulla drizza e' la balumina, piu la balumina in relazione al vento e' tesa (dritta) maggiore e' la sollecitazione sulla drizza.
quando con un po di vento, la balumina tende ad essere dritta (catenaria assente) la tensione della drizza tende ad infinito.(la tensione della drizza non e' quella che si da col winch, e' quella che gli si da con la scotta)
in realta le balumine nascono con una catenaria di progetto, inutile protarle a lineari e sempre in realta col vento necessario a generare tensioni importanti sulla drizza o si e' gia a gallina o si e' gia lascato carrello e/o scotta.
e' una stupida precisazione, ma.. la possibilita che la drizza esotica generi danni e' maggiore di zero.
amare le donne, dolce il caffe.
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#20
(16-09-2015, 22:49)sailor13 Ha scritto:
(16-09-2015, 18:23)ste.fano Ha scritto:
(16-09-2015, 17:58)sailor13 Ha scritto: ste.fano, hai controllato le pulegge, sia da sole che in rapporto alla drizza?
Il diametro della cima in ogni caso non lo cambierei, rimarrebbe sempre 12.
Le pulegge dei bozzelli al piede dell'albero sono da 60 mm di diametro e 12 mm di largezza quindi mi pare siano ok a parte che saranno un po da lubrificare (con cosa? grasso al litio spray?).
Quella in testa d'albero non lo so, non sono ancora salito...
Ho chiesto se avevi controllato le pulegge perchè la tua lamentela è che la drizza è dura, una delle probabili cause è una puleggia di bassa qualità, magari bloccata, devi controllare quella dell' organizer, quella a piede d'albero e quella in testa.
Ti ho poi chiesto se avevi controllato se per caso i segni di usura sulla drizza corrispondono alla posizione delle pulegge, questo per avere una indicazione del problema e per evitare di replicarlo sulla drizza nuova.
Per quanto riguarda le dimensione delle pulegge rispetto alla cima, se non sono di qualita (la cima e le pulegge) sono forse troppo giuste.
Per quanto riguarda i materiali per lubrificare, la scelta dipende sia dal materiale da lubrificare che dalla frequenza con cui lo fai..

La parte che ha la calza molto rovinata è la zona winch - stop, nella zona in testa d'albero (a randa calata) è solo leggermente sfilacciata la calza, poi tutta la parte che a randa calata sta fuori (normalmente fa da amantiglio) è più dura e secca.

Se le puleggie sono un po' giuste significa che in origine erano per il 10mm?
Per la qualità non saprei, le mostro sotto, la drizza randa è quella rossa in foto...
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Stefano
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