Sosta a terra oppure no?
#1
Parlando informalmente con alcune persone mi pare di aver capito che ci siano due “teorie” al riguardo.
Io che di teoria ne so poco o nulla non vedo quali possano essere gli effetti negativi nel tenere la barca fuori dall’acqua per alcuni mesi l’anno, salvo l’ovvia impossibilità di poterla utilizzare.
Soprattutto per uno scafo in vtr con 30 anni e più, che già presenta valori di umidità un po’ elevati (ma non osmosi).
Tuttalpiù non sarà di alcun aiuto ma non credo possa fare male.
Altro effetto negativo potrebbe essere sull’antiveg., che esposta all’aria non gode. Ma do quasi per scontato di dover fare carena comunque ogni anno.
Grazie in anticipo a chi vorrà commentare.
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#2
Sì, proprio , 2 teorie , ma quella che dice che è meglio tenerla in acqua , mi sa che è perché è meno costosa . Idrolisi , galvaniche, infiltrazioni , non ci sono in secca . Traumi da invaso mal posizionato , da alaggio varo mal fatto , in acqua non ci sono .
Ergo…un anno in acqua ed uno in secco . In medio stat virtus !Smiley42
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#3
Importante che a terra sia invasata bene, oltre che, per prima cosa, appoggiata in chiglia sostenuta bene anche lateralmente, qualche cristo laterale, uno a poppa in chiglia, il motore pesa, se il cantiere è serio a terra, nel piazzale, avrà dei golfari dove agguantarsi con le drizze dello spi.
Altra cosa è mettere in moto il motore ogni tanto, secchio e manichetta per far pescare il tubo della presa a mare, Carteggiare e dare l'AV, anche quella per l'elica, controllare gli zinchi, lubrificare le prese a mare, controllare le boccole, asse elica e timone.
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#4
(09-03-2022, 18:00)bullo Ha scritto: Importante che a terra sia invasata bene, oltre che, per prima cosa, appoggiata in chiglia sostenuta bene anche lateralmente, qualche cristo laterale, uno a poppa in chiglia, il motore pesa, se il cantiere è serio a terra, nel piazzale, avrà dei golfari dove agguantarsi con le drizze dello spi.
Altra cosa è mettere in moto il motore ogni tanto, secchio e manichetta per far pescare il tubo della presa a mare, Carteggiare e dare l'AV, anche quella per l'elica, controllare gli zinchi, lubrificare le prese a mare, controllare le boccole, asse elica e timone.-

+1
Attenzione e manutenzione ...

Per le barche in legno, barche di una volta, stare a terra era deleterio alla grande (si muove tutto).

Oggi ... con un po' di attenzione nel taccaggio (per quelle "debolucce" e' importante p.e. scaricare ancora e catena a terra) e manutenzione a prese a mare, losca, batterie ... una barca puo' stare a terra indefinitamente ...
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#5
E' da un pò di anni che io utilizzo questo metodo:
Metto in acqua la barca ad Aprile e la porto in secca ad Ottobre, cioè 18 mesi dopo, poi dopo altri 6 mesi torna in acqua di nuovo.
In pratica due stagioni estive ed una invernale.
Mi sembra un periodo ragionevole per non incorrere in gravi problemi alla opera viva e sorprese di vario genere come ti hanno già ampiamente consigliato.
Importante è controllare che al momento dell'alaggio la barca sia ben posizionata sulla chiglia e ben taccata. (Bullo docet)

Smiley14
E' meglio lasciare dietro di sé una scia pulita...
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#6
(09-03-2022, 19:12)faber Ha scritto: E' da un pò di anni che io utilizzo questo metodo:
Metto in acqua la barca ad Aprile e la porto in secca ad Ottobre, cioè 18 mesi dopo, poi dopo altri 6 mesi torna in acqua di nuovo.
In pratica due stagioni estive ed una invernale.
Mi sembra un periodo ragionevole per non incorrere in gravi problemi alla opera viva e sorprese di vario genere come ti hanno già ampiamente consigliato.
Importante è controllare che al momento dell'alaggio la barca sia ben posizionata sulla chiglia e ben taccata. (Bullo docet)

Smiley14
E' quello che oggi sto facendo io.Carena un anno si un anno no per intenderci.
Se faccio bene non lo so,fino a qualche anno fa facevo carena tutti gli anni.
In barca a vela quando sei salito sei arrivato!! Grazie BULLO.
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#7
Se la barca è un minimo sana non c'è tutta questa differenza, penso la scelta dipenda da variabili di altro tipo (accessibilità, disponibilità, costi, ecc.). Con la mia >30 anni per 5-6 anni ho fatto 6 mesi in acqua e 6 fuori, poi praticamente sempre in acqua per gli ultimi dieci anni, non è cambiato assolutamente niente.
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#8
(09-03-2022, 23:01)rob Ha scritto: praticamente sempre in acqua per gli ultimi dieci anni, non è cambiato assolutamente niente.
Quindi le teorie sono tre, e non due: meglio sosta invernale a terra, meglio sempre in acqua e ... è uguale 32
La sosta a terra (per scafo vtr) quali controindicazioni può avere ? Escludendo quelli dovuti ad un invaso non adeguato.
Per il legno, ad esempio, mi pare che quanto riportati da ... sia una risposta definitiva.
Per la sosta in acqua oltre a idrolisi , galvaniche, ecc. citate da Carlo metterei anche le mareggiate o i colpi di vento: per quanto il porto sia protetto e l'ormeggio eseguito a regola d'arte possono sempre capitare eventi estremi.
Ricordo un inverno del 2004 o del 2005 al Marina di Brindisi: una barca in pontile vicino al nostro ebbe una galloccia di ormeggio strappata durante una burrasca che, a detta dei locali, non si ricordava a memoria d'uomo.
Che cada dall'invaso per un colpo di vento è possibile ma (spero) assai improbabile.
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#9
boh!, ma quando la mia barca (scafo in vetroresina) è all'ormeggio non dormo mai tranquillo (anche se si trova in una darsena molto costosa e ben sorvegliata), mentre quando la barca si trova a terra, sul suo invaso, dormo molto più rilassato
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#10
Le barche sono fatte per stare in mare non in terra ! Perchè abbandonarla per un periodo così lungo, le veleggiate invernali hanno un fascino impagabile.
Poi, a terra difficilmente si farà girare il motore, non si userà l'impianto elettrico si seccheranno le guarnizioni delle pompe ecc.
Se ci sono problemi di umidità dello scafo conviene tirarla su con il bel tempo ed usare i cannoni termici all'interno della cabina ma, costi a parte, non vedo i vantaggi di una sosta prolungata a terra.
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#11
(10-03-2022, 15:47)opinionista velico Ha scritto: boh!, ma quando la mia barca (scafo in vetroresina) è all'ormeggio non dormo mai tranquillo (anche se si trova in una darsena molto costosa e ben sorvegliata), mentre quando la barca si trova a terra, sul suo invaso, dormo molto più rilassato

+1
se non la usi, molto meglio a terra
poi prima della stagione, puoi fare tutte quelle operazioni che con barca in acqua sono precluse (pulizia elica, presa a mare, cambio zinchi, controllo asse timone,....)
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#12
@brubix cadere dall'invaso non è molto frequente ma capita ed allora può essere molto più grave di una galloccia strappata.
Se ho idaìe che ci sarà burrasca se posso come minimo raddoppio le cime di ormeggio distribuendole su tutte le gallocce disponibili

Buon vento
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#13
(10-03-2022, 10:06)brubix Ha scritto: ...
Che cada dall'invaso per un colpo di vento è possibile ma (spero) assai improbabile.

Mi spiace contraddirti, le barche sull'nvaso cadono e come e non solo ai Caraibi con gli uragani (infatti i più le mettono nelle buche), ma anche in Grecia e in Italia. A Santa Marinella (RM) negli ultimi 5 inverni è caduta 2 volte quasi tutta la flotta J24.
Quindi, come hanno già detto, occhio al cantiere che la ala e a come la tacca, ed anche occhio al tipo di invaso utilizzato.

Ti hanno già detto quasi tutto, vantaggi, svantaggi e problemi delle due soluzioni, aggiungo una potenziale criticità: il gelo. Una barca in acqua alle nostre latitudini non scenderà mai sotto zero, visto che l'acqua stessa la tiene "al caldo" (anche se anni fa a Burano una novantaseienne mi ha raccontato di essere andata in gioventu - causa carenze alimentari - a piedi a Venezia camminando sulla laguna congelata). Mentre in secco può scendere anche di molto sottozero, con tutti i problemi di gelo che ne conseguono. Se sei in una zona fredda, ad esempio dovresti purudenzialmente far quantomeno passare dell'antigelo nel circuito dell'acqua di mare, ma forse anche svuotare serbatoi, autoclave, scaldabagno...
Antonio Giovannelli
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#14
(10-03-2022, 17:27)ITA-16495 Ha scritto: ... il gelo ...
Ottima considerazione visto che per il prossimo inverno sto valutando Goro o Ravenna.
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#15
In Nord Europa e Nord America molte barche vanno a terra due volte al giorno per via delle maree, visto che non dipende dall' armatore nessuno crede che sia un problema Biggrinsmiley
Il ghiaccio e il freddo se sono fattori devono essere valutati nel contesto piu' ampio: Una barca sopraviverebbe ad una ghiacciatina leggera in acqua, ma potrebbe essere stritolata da un ghiaccio appena fuori dalle norme medie per il posto dove si e' e quindi ci sono le soluzioni che vengono applicate per gradi: Gli agitatori, i riscaldatori, altre diavolerie, e poi in certi posti il ghiaccio viene mosso dalla corrente. Non bene....
Come esperienza personale riporto che la mia barca e' fuori dall'acqua sei mesi all' anno, e cosi' e' stato da quando e' nata nel 1979. Non c'e' mai stato nessun problema, basta mettere i supporti in linea con le paratie interne per evitare di piegare il plexiglass.
Per quanto riguarda la "Winterization"del motore, dell' impianto idraulico, delle batterie e di tenere il serbatoio del carburante o completamente pieno o completamente vuoto, le teorie abbondano. Molto dipende dalla barca e dal suo stato.

Se c'e' un uragano in vista si mettono le fascie di retenzione, basta toglierle subito dopo se no, lo scafo, compresso dalle fascie, prende una brutta piega. Conosco individui a cui e' successo, purtroppo.
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#16
ITA nel febbraio del 28.
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#17
(10-03-2022, 19:56)bullo Ha scritto: ITA nel febbraio del 28.-

Bullo, quando me l'ha raccontata quasi non ci credevo... mi ha detto che con le barche bloccate, senza pesca e senza comercio ad un certo punto è stato necessario organizzare una spedizione a Venezia per non morire di fame.
Antonio Giovannelli
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#18
Alle fondamente Nuove che sono di fronte a Murano c'è un ristorante che all'interno porta le foto di quel periodo e si vede una tavolata che mangia in mezzo al canale ghiacciato.
Mio nonno me lo raccontava spesso, c'erano altri inverni, mi raccontava anche che un'inverno nevicò 9 volte e fecero il detto " Quando il sole la neve indora neve neve e neve ancora", mi raccontava che si ghiacciavano i tubi dell'acqua in casa e andavano a spaccare il ghiaccio sulle fontane.
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