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disastro motoristico- urgono consigli
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Giorgio Offline
Vecio AdV

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disastro motoristico- urgono consigli
Diciamo che.....a motore fermo e con di sicuro una valvola di scarico aperta se l'acqua e' salita potrebbe entrare...forse eh...che ne dici Prop?IO la penso abbastanza come te anzi la penso come te ....solo che se ne vedono cosi' tante che a pensar male ci si prende....anche perche' non sappiamo come e' montato sto motore.....se ha un tubo di scarico lungo...se e' piu' in basso...proprio non saprei...certo che per avere emulsionato l'olio....da qualche parte e' passata...dalle fasce ....improbabile....non sarei cosi' certo che la guarnizione di testa sia a posto.....Smile
14-06-2011 05:58
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prop Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
Citazione:Giorgio ha scritto:
se ne vedono cosi' tante
Esatto. Infatti ho detto installazione classica. Se poi, l'Archimede di turno s'inventa delle novità, me ne guardo bene.
Saluti
Per es. abbiamo discusso per giorni su un tipo d'elica. Poi è risultato che il motore era soffocato.
Quindi le ns. indicazioni non possono che essere generiche, non vedendo, sul posto, le particolarità soggettive.

"Mi chiamo Wolf, risolvo problemi"
14-06-2011 06:09
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Giorgio Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
Certo assolutamente condivisibile.Smile
14-06-2011 06:21
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kermit Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
Citazione:prop ha scritto:
Citazione:Giuditta ha scritto: ...
Quoto.
Citazione:Se fai girare il motore.. tutta l'acqua che va nello scarico secondo te dopo un po dove va?
La compressione dei cilindri (18-20:1) espelle l'acqua dalla marmitta. Anche se non in moto.
Saluti
Aggiunta:
ps. Non sono per nulla d'accordo con Kermit; e mi spiego.
Posto che l'installazione sia la classica (da 30 anni a questa parte), cioè con marmitta miscelatrice, una pompa da 1 pollice(max!) che porta 5 l/min. a 250 giri (giri che il motorino non li fa).
E si parla di giri motore.
Allora, con i giri pompa, avremo 2.5 litri/minuto.
Considerando, perdippiù, l'adescamento, avremo un pompa che 'spruzza' e non 'getta'.
A par mio si consuma prima il treno di batterie, rispetto all'acqua che possa entrare riempiendo marmitta+tubo di scarico.
Saluti bis
Prop....:)rimango sorpreso da te.
Essendo in genere il motore sotto la linea di galleggiamento incluso il collettore di scarico o giù di lì la pompa a mare deve aspirare ben poco e di acqua anche con il solo motorino di avviamento ne entra parecchia (per la legge dei vasi comunicanti), e se il motore non parte con lo scarico invasato d'acqua appena smetti di far girare il motorino l'acqua entra nei cilindri con le valvole aperte.

Allora t'invito a fare questa prova staccare il tubo a valle della pompa a mare e metterlo in un secchio e far girare il motorino di avviamenti e vedi quant'acqua entra.
BV
14-06-2011 12:50
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danielef Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
Vorrei aggiungere per gli increduli che l'affogamento del motore può avvenire anche a motore spento in una configurazione dell'impianto di raffreddamento classico da barche a vela, motore sotto la linea di galleggiamento. Basta che la pompa per l'acqua di mare non sia completamente a tenuta (cosa che succede) e che il circuito di 'apertura anti-sifone' (traduzione becera dall'inglese) sia ostruito (cosa che succede).
Dopo una lunga veleggiata il motore fatica a partire - chissà come mai? parte sempre al primo colpo... Poi, per fortuna, invece di esplodere come potrebbe capitare, parte con una gran fumata bianca e al primo controllo il livello dell'olio - miracolo! - è salito.
E' capitato a me e da quella volta controllo spesso che il lungo tubetto di rame che fa da anti-sifone non sia diventato la cuccia di ragnetti dispettosi.

In fondo, visto che ormai istallano elettrovalvole dappertutto, non sarebbe male pensare ad una elettrovalvola che si apre solo se il motore scoppietta felicemente - specialmente chi ha barche supertecnologiche NON come la mia.

Daniele
14-06-2011 18:27
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Markolone Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
A me era capitato di insistere nell'accensione con la presa a mare aperta. Non ero ancora ADV e quindi ignoravo il pericolo 42
Ma il posteriore a volte ci assiste. Il motore è installato sopra il livello del mare, questo forse ha aiutato.
14-06-2011 19:14
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Giorgio Offline
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A mio avviso Propo come me parla di situazioni con installazione classica che si deve leggere come 'installazione correta'ora per valutare questa cosa non abbiamo elementi....Big Grin
14-06-2011 19:18
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fab666 Offline
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Citazione:Giorgio ha scritto:
A mio avviso Propo come me parla di situazioni con installazione classica che si deve leggere come 'installazione correta'ora per valutare questa cosa non abbiamo elementi....Big Grin

ma quando Kermit dice:
Essendo in genere il motore sotto la linea di galleggiamento incluso il collettore di scarico o giù di lì la pompa a mare deve aspirare ben poco e di acqua anche con il solo motorino di avviamento ne entra parecchia (per la legge dei vasi comunicanti)

si parla di un'installazione classica su barca a vela no?
14-06-2011 23:26
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mauro-37 Offline
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Citazione:prop ha scritto:
Citazione:Giuditta ha scritto: ...
Quoto.
Citazione:Se fai girare il motore.. tutta l'acqua che va nello scarico secondo te dopo un po dove va?
La compressione dei cilindri (18-20:1) espelle l'acqua dalla marmitta. Anche se non in moto.
Saluti
Aggiunta:
ps. Non sono per nulla d'accordo con Kermit; e mi spiego.
Posto che l'installazione sia la classica (da 30 anni a questa parte), cioè con marmitta miscelatrice, una pompa da 1 pollice(max!) che porta 5 l/min. a 250 giri (giri che il motorino non li fa).
E si parla di giri motore.
Allora, con i giri pompa, avremo 2.5 litri/minuto.
Considerando, perdippiù, l'adescamento, avremo un pompa che 'spruzza' e non 'getta'.
A par mio si consuma prima il treno di batterie, rispetto all'acqua che possa entrare riempiendo marmitta+tubo di scarico.
Saluti bis

Finché il motorino gira è come dici tu la compressione butta fuori...
come ti fermi per caduta/vasiC entraSadsmiley
15-06-2011 01:24
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Giuditta Offline
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Ma il filtro mare deve essere sopra la linea di galleggiamento.... un chilometro. Come i tubi dei cessi, devono salire oltre la linea del galleggiamento.... un chilometro prima di tornare giù. Allora è solo la pompa ad aspirare.
15-06-2011 02:22
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danielef Offline
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Citazione:prop ha scritto:
La compressione dei cilindri (18-20:1) espelle l'acqua dalla marmitta. Anche se non in moto.

Scusa prop ma questo è proprio fuorviante. E' vero che ad un certo punto del ciclo ti ritrovi anche a motore non funzionante una pressione interna di 18-20 atmosfere, ma se il carburante non si accende aumentando la pressione del gas all'interno del cilindro di parecchie volte, non ti ritrovi nel circuito di scarico nessuna sovrappressione; basta che pensi a quello che succede nei cicli seguenti e a quando la valvola di scarico viene effettivamente aperta.
Il motore non acceso effettivamente pompa un po' d'aria verso lo scarico ma alla stessa pressione e temperatura di quella che entra; estremamente poca roba insufficiente a far superare all'acqua il collo d'oca dopo la marmitta e impedire di affogare il motore.

Provare per credere...

Daniele
15-06-2011 02:30
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prop Offline
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Citazione:danielef ha scritto:
insufficiente a far superare all'acqua il collo d'oca dopo la marmitta e impedire di affogare il motore.
Scusa, ma la marmitta a cosa serve? A questo scopo.
Vedi il corretto progetto (altra discussione).
Saluti

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15-06-2011 04:18
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kermit Offline
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Citazione:prop ha scritto:
Citazione:danielef ha scritto:
insufficiente a far superare all'acqua il collo d'oca dopo la marmitta e impedire di affogare il motore.
Scusa, ma la marmitta a cosa serve? A questo scopo.
Vedi il corretto progetto (altra discussione).
Saluti
Prop la capacità di un sistema di scarico non è infinita e se s'insiste troppo con il motore di avviamento senza avviarlo si colma tutto lo spazio del silenziatore e dei tubi annessi e visto che il collo d'oca prima dell'uscita e sempre più alto del motore fai tu le conclusioni.

Riguardo all'istallazione classica cosa intendi? Se parliamo di barche a vela quelle vecchie avevano tutte il motore molto al di sotto del livello del mare, quelle nuove con linea d'asse pure, quelle con SD un po meno ma non rischierei.
Il filtro (per rispondere a Giuditta) non è sempre sopra il galleggiamento ma spesso è addirittura più basso della pompa a mare (quelli in metallo).
Tu Prop che barca a vela hai e che riferiamenti hai? Fammi un esempio preciso così ci capiamo meglio
15-06-2011 04:55
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dapnia Offline
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Sta di fatto che succede.
Per questo e anche per altri motivi.
15-06-2011 04:58
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dapnia Offline
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Citazione:prop ha scritto:
Citazione:Giorgio ha scritto:
se ne vedono cosi' tante
Esatto. Infatti ho detto installazione classica. Se poi, l'Archimede di turno [color='teal] s'inventa delle novità, me ne guardo bene.
Saluti
Per es. abbiamo discusso per giorni su un tipo d'elica. Poi è risultato che il motore era soffocato.
Quindi le ns. indicazioni non possono che essere generiche, non vedendo, sul posto, le particolarità soggettive.
Hai ragione, ma la teoria e le regole per la buona installazione sono una cosa, la realtà spesso un'altra.

[color=red]Più che classica direi corretta, ma poche, veramente poche ne ho viste.

[color=teal]Hai idea di quanti ce ne sono?
Gira, vedi barche, leggi, ascolta (anche i 'competenti', anche i cantieri blasonati, solo a volte, per fortuna) e poi mi dici. [color='teal]
Big Grin
15-06-2011 05:07
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prop Offline
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disastro motoristico- urgono consigli
Tutto giusto tra corretta e realtà, Dapnia.
Saluti

Ps. A gentile richiesta a domanda risponde:
prima di diventare sedentario, prop ha installato, sporcandosi le mani, 100-150 motori a bordo di varie tipologie d'imbarcazione. Nell'Alta Italia.
Utili gli son stati i corsi frequentati in Italia, Francia e Germania. Che raccomando.
Comunque, non si finisce mai d'imparare.
In questo caso, no.

"Mi chiamo Wolf, risolvo problemi"
16-06-2011 03:59
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wind e sea Offline
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Dico la mia anche se la mia esperienza si limita al montaggio della mia marmitta:...per tanti anni la mia barca, con motore sotto il livello di galleggiamento, è andata avanti senza la marmitta/silenziatore...staccando il tubo di scarico dal collettore/miscelatore mi accorgevo che la curva verso il basso era quasi piena d'acqua e che pochi centimetri, 5 o 6, erano la distanza fra acqua nel tubo di scarico e collettore.....ho montato allora la marmitta di plastica vetus che, secondo gli schemi corretti, dovrebbe stare, la parte più alta, a circa 25 cm dal collettore...ma ciò è impossibile per la forma stessa della carena a poppavia del motore....

....il risultato, pur migliorando rispetto alla precedente situazione, è che fra il livello dell'acqua , all'interno della marmitta subito dopo lo spegnimento, ed il collettore del motore c'è soltanto qualche cm in più rispetto a prima....

quindi potrebbe essere che un pò di giri a motore spento riescano a colmare il poco volume ancora disponibile all'interno dello scarico?
16-06-2011 06:44
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kermit Offline
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Messaggio: #38
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Citazione:prop ha scritto:
Tutto giusto tra corretta e realtà, Dapnia.
Saluti

Ps. A gentile richiesta a domanda risponde:
prima di diventare sedentario, prop ha installato, sporcandosi le mani, 100-150 motori a bordo di varie tipologie d'imbarcazione. Nell'Alta Italia.
Utili gli son stati i corsi frequentati in Italia, Francia e Germania. Che raccomando.
Comunque, non si finisce mai d'imparare.
In questo caso, no.
Prop quì si sta parlando di una cosa che prescinde dall'installazione corretta/scorretta cioè di una cosa che è segnalata sulla quasi totalità dei manuali dei costruttori dei motori e che anche la logica e le leggi fisiche chiariscono, ma visto che anch'io sono sostenitore del motto 'non si finisce mai d'imparare' ti chiedo cortesemente di chiarire in quale modo un'installazione corretta può ovviare a questo inconveniente, sarebbe cosa utile per tutto il forum conoscere le tue argomentazioni senza rimanere troppo nel mistero come è stato fino ad ora
16-06-2011 15:08
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dapnia Offline
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Messaggio: #39
disastro motoristico- urgono consigli
Alla fine, come spesso succede, l’argomento si sviluppa su sofismi tecnici, una specie di gara a chi la fa più sottile, e la risposta alla domanda iniziale, spesso banale, si perde per strada.
Succede così che il meschinello che ha chiesto qualcosa sul come aprire una bottiglia di acqua minerale gasata senza levacapsule (cavatappi), si perde nelle spiegazioni che illustrano gli impianti di sintesi per l’anidride carbonica, da addizionare all’acqua, e dei relativi e raffinati impianti d’imbottigliamento (in sovrappressione di CO2) necessari a produrla.
Spezziamo una lancia a favore di chi, curioso, si è già forse pentito d’aver chiesto.
In linea generale i concetti riferiti ai motori ed alle loro vie d’acqua, ai relativi buchi nello scafo e validi per ogni applicazione, sono questi.
C’è un serbatoio che contiene gasolio, e del quale scriveremo un trattato in seguito, nel quale si presuppone la condizione ideale di gasolio pulito, senza morchie di serbatoio, e/o acqua.
C’è un tappo di carico, necessario all’immissione di gasolio nel serbatoio, che chiuso deve esser a tenuta stagna, si spera in posizione comoda (sul come caricare il gasolio in presenza di teck intorno diremo in altra dotta esposizione).
C’è uno sfiato, per permettere la fuoriuscita dell’aria in fase d’immissione del gasolio nel serbatoio, e per permettere l’ingresso dell’aria richiamata dall’aspirazione del gasolio necessario al funzionamento del motore.
Questo sfiato deve esser più alto possibile sulla linea di galleggiamento, esterno alla barca (no sentine, gavoni, cabine, eccetera), e prima di arrivare alla sua uscita deve fare una curva che arrivi più in alto possibile e sopra il foro di uscita, per contrastare l’accidentale ingresso di acqua, e ampia perché se no si pizzica e non passa aria.
Proseguendo con i buchi, facciamo il percorso inverso: di solito nelle descrizioni/istruzioni si parte dal motore e si va indietro verso l’esterno, in maniera tale che non risulta immediatamente intuitivo il fatto di avere dell’altra parte dell’acqua, la quale ansiosa di entrare, cerca tutti i modi possibili per farlo.
L’altro buco necessario è lo scarico in atmosfera dei gas esausti e dell’acqua che provvede al raffreddamento dei gas e del motore, esso avviene per mezzo di un passa scafo, a volte munito di una serrandina a paletta, e posizionato il più possibile sopra la linea di galleggiamento.
Il tubo che porta la miscela gas acqua, deve essere di tipo e materiale particolare, omologato per quell’uso e prima di arrivare al passa scafo di uscita deve fare anch’esso una bella curva ampia e che arrivi molto in alto: più in alto arriva, meno si rischia (vedremo poi cosa).
Bisogna fissare sempre bene le curve, nel loro punto più alto, per evitare che si possano muovere e scendere.
Questo tubo dall’altra parte è imboccato (fascette: sempre e abbondanti) sulla marmitta silenziatore.
La marmitta deve avere la capacità volumetrica minima di una volta e mezza il volume di tutto il tubo, calcolando questo volume dall’uscita del tubo dalla marmitta stessa e fino al passa scafo.
Calcolare, se esiste una marmitta adeguata e se c’è la possibilità/spazio per installarla, una volta e mezza il volume totale di tutti i tubi, dal riser al passa scafo, dà una maggiore sicurezza.
E’ complicato e non sempre è possibile, mettere su questi scarichi valvole rompi sifone, di fatto nessuno le mette; è altrettanto complicato e costoso mettere valvole di chiusura (possibili solo le serrande a paletta sul passa scafo), che dovrebbero essere di diametro enorme, pesanti e costose, di difficile azionamento e in posizioni strane, di conseguenza per forza di cose automatiche, diversamente sarebbero sempre dimenticate chiuse: il motore è soffocato, non parte, il tizio si agita e s’incavola, e prima di ricordarsi che si è dimenticata la valvola chiusa, ha fatto fischiare le orecchie a tutti i Santi del Paradiso.
Dal lato opposto all’uscita, nella marmitta entra anche il tubo che porta la miscela di gas combusti e acqua; questo tubo ha le medesime caratteristiche dell’altro, ma deve essere il più corto possibile, e s’innesta sul riser del motore.
Il riser, altro non è che una sorta di tubo incamiciato: nella parte interna passano i gas, nella camicia passa l’acqua del raffreddamento del motore.
Attraverso opportune aperture nella camicia, l’acqua di raffreddamento bagna i gas, raffreddandoli e portandoli a una temperatura tale da non danneggiare i tubi di espulsione.
Il riser è innestato sul collettore di scarico del motore, per questo motivo il riser deve essere sempre più alto del passa scafo di scarico.
Vi sono due diversi sistemi d’innesto: o all’uscita del collettore arrivano anche i condotti dell’acqua del raffreddamento, che fanno corpo unico col collettore, e allora il riser arriva nudo, o i condotti di espulsione dell’acqua sono separati e terminano con un innesto dal quale esce un tubo di gomma che porta l’acqua a un analogo innesto sul riser.
Nelle barche a vela sempre i gas di scarico sono raffreddati; non sono raffreddati i gas degli scarichi secchi, ma quelli sono un altro cinema.
I gas di scarico escono dal collettore a temperatura molto alta, se l’acqua non dovesse raffreddarli i gas di scarico, in pochi secondi, alzerebbero a dismisura la temperatura dei tubi, squagliandoli nella migliore delle ipotesi, incendiandoli nella peggiore; per ovviare a questo pericolo, oltre ai vari sistemi di spie e allarmi, si può montare sul tubo di scarico un termometro con allarme (ce ne sono di vari tipi), che avvisando permette di spegnere il motore prima del guaio.
Per completare il quadro, occorre parlare anche dell’ingresso dell’acqua di raffreddamento.
Più o meno sotto il motore, c’è un passa scafo, con la sua bella valvola, da questo si diparte un tubo, che porta al filtro dell’acqua in aspirazione; questo filtro va tenuto pulito, eccetera.
Dal filtro un altro tubo porta l’acqua filtrata alla pompa di aspirazione, quella con la girante (questa sconosciuta), e solitamente mossa dalla cinghia di trasmissione, la quale succhia l’acqua di raffreddamento.
In uscita dalla pompa, le installazioni più sofisticate, montano un filtro a maglie larghe con lo scopo, a guaio avvenuto, di fermare il trito di girante, il quale andrebbe a intasare i collettori di raffreddamento.
Qui si aprirebbe il discorso del raffreddamento diretto o indiretto, e che, proprio volendo, affronteremo in altra discettazione, essendo ininfluente la differenza su quanto stiamo trattando.
E’ essenziale che, prima di arrivare ai collettori il tubo che porta acqua faccia la solita curva, bella alta, in cima alla quale sia montata una curva rompi sifone.
La curva rompi sifone altro non è che una curva rigida sul colmo della quale è praticato un foro, con un collo e una ghiera filettata nella quale c’è una piccola membrana a becco d’oca, che ha lo scopo di lasciare entrare l’aria, impedendo l’uscita dell’acqua.
E’ il medesimo marchingegno che c’è sullo scarico dei cessi e procura più o meno gli stessi guai.
E’ un meccanismo semplicissimo, anche nella sua realizzazione, ma che non sempre funziona, a volte il pezzetto di gomma a becco d’oca s’impasta, a volte non si apre, altre volte non si chiude, qualcuno per pulirlo e controllarlo lo monta al contrario (il becco deve essere in giù), insomma, spesso dà dei piccoli fastidi: piccoli se ci si sta attenti.
Per evitare qualche fastidio si può anche togliere la valvolina di gomma e, con un piccolo tubo, portare lo sfiato a murata, sempre facendogli fare prima un bel collo d’oca alto: così a pompa in funzione si vede un piccolo zampillo, a garanzia che l’acqua stia circolando.
Il perché di tutti questi rompi sifone è presto detto: per il principio dei vasi comunicanti, in condotti di qualunque tipo, purché siano comunicanti tra loro, un liquido tende ad assumere il medesimo livello in tutte le diramazioni; ne consegue che, essendo molte cose nelle barche generalmente sotto il galleggiamento, dalle prese a mare l’acqua tende a eguagliare i due livelli: quindi entra fin che ce n’è.
Questo è il motivo degli annegamenti dei motori montati (male e peggio manovrati Big Grin) sotto il galleggiamento, e dell’affondamento da cesso: un classico della letteratura nautica.
Chiarito da dove entra, dove va e da dove esce l’acqua nel motore, vediamo perché, a volte, va anche dove non dovrebbe andare, il perché non ci dovrebbe andare mi pare ovvio.
Il punto di miscelazione tra acqua e gas di scarico è l’anello debole della catena e la porta d’ingresso dell’acqua (indesiderata) nel motore.
Il guaio avviene sempre perché il complessivo marmitta tubi si riempie d’acqua fino al livello superiore del riser.
A questo punto l’acqua entra nei collettori di scarico e da lì, vedremo come, va a spasso per il motore.
Come si riempie? Eh in molti più modi di quanto s’immagini.
Per esempio alcune situazioni frequenti.
Il tutto è stato pensato, o calcolato, o installato, o modificato (te le taglio quelle maniSmile), o manutenuto male, e questo è il caso più frequente.
Facendo una lunga navigazione a vela e motore spento, con mare in poppa e valvola d’ingresso dell’acqua di raffreddamento aperta, se le onde spingono sulla poppa e c’è poca contropressione nel circuito di scarico, perché quel po’ di aria che dovrebbe fare da tappo, alla lunga, si stanca di farlo l’acqua riempie marmitta, tubi, eccetera.
Analogamente se si naviga sempre a vela e con motore spento sbandati (ma a volte anche dritti), nella conchiglia della presa a mare del raffreddamento si crea un’aspirazione, dovuta alla velocità dell’acqua e se, anche lo scarico e sommerso, l’acqua viene risucchiata.
Per ovviare a ciò basta chiudere la presa a mare.
Insistendo col motorino di avviamento, quando il motore non parte, la pompa aspira acqua, questa pompa, anche se gira piano, ha una notevole portata e succhia un bel po’ d’acqua, la quale va nei collettori di raffreddamento, da lì nel riser, scendendo poi nella marmitta e riempiendo tutto il circuito, perché non è sufficiente l’aria pompata dai cilindri (senza scoppio) per creare la contropressione necessaria a espellere l’acqua dallo scarico.
Va detto anche che non sempre è così: a volte la configurazione del motore, tende a limitare questo inconveniente, molto spesso la batteria muore prima che succeda, altre volte il buon senso dell’operatore lo fa desistere, facendogli cercare, prima di riprovarci, la causa della defaillance; insomma, non sempre succede, ma basta una volta.
Riempito, per qualunque motivo il complessivo di scarico, l’acqua, animata spesso di vita propria, girovaga qua e là, entrando nel collettore di scarico e riempiendolo.
La prima valvola aperta che trova entra riempiendo il cilindro.
Per farla breve e dare delle motivazioni banali ma attinenti alla realtà, bisogna considerare che,
in un quattro cilindri, ogni pistone è spostato di mezzo giro rispetto all’altro;
in un motore diesel si raggiungono pressioni di oltre 400 atmosfere (oltre 1.200 nell’iniezione diretta) e temperature di 400/600 gradi;
le fasce elastiche raschiano l’olio, facendo ricadere l’eccesso che vela il cilindro nella coppa.
Ne consegue che,
è possibile che vi siano, in un dato istante, due valvole socchiuse;
è possibile che si verifichi lo scoppio in un cilindro e che nell’altro, essendoci acqua incomprimibile, si stortino le bielle o ceda il pistone;
è possibile che insieme all’olio, le fasce raschino l’acqua, facendola ricadere nella coppa.
In più, insistendo col far girare il motore morto, è facile che l’acqua, se pur quella poca che resta nella camera di scoppio, passi da un collettore all’altro, e il motore aspiri dallo scarico e scarichi dall’aspirazione, non essendoci nessun flusso avviato.
Molti motori hanno lo sfiato per il recupero dei vapori d’olio che va dalla coppa al collettore d’aspirazione: strada facile da fare al contrario.
E’ anche possibile che, se poca, l’acqua vaporizzi per la temperatura, condensi in fase di scarico e sia raschiata dalle fasce finendo nella coppa.
C’è anche da considerare che avendo insistito un minuto con il motorino d’avviamento, il motore ha già fatto più di 300 giri.
E poi, l’acqua è tenace, ha pazienza, persevera, e, basta darle tempo, e si dimostra più furba di molti armatori.
Insomma, quand’anche tutte le cose dette fin qui fossero fesserie, resta il fatto che l’acqua nel motore la ci si trova, si riesce benissimo a farcela andare, i motori che girano con dentro acqua si spaccano, qualche barca è affondata perché l’acqua passava dal motore.
Un motivo ci sarà.
17-06-2011 21:52
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JARIFE Offline
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Credo ci sia un piccolo refuso(o forse ho inteso male io).BlushSmile
I 400>1.200 bar non riguardano la pressione nei cilindri del motore ma la pressione del gasolio nell'apparato di iniezione.
L'aria nei cilindri viene compressa a circa 25-30 bar che la portano a raggiunge la temperatura di circa 500-600°C.

BV
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-06-2011 01:01 da JARIFE.)
18-06-2011 00:43
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