I Forum di Amici della Vela

Versione completa: sigillatura deriva + coppercoat
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Citazione:Estrovelico ha scritto:
Tornando indietro sul discorso delle sigillature dei bulbi....una curiosità...
sapete come venivano sigillati i bulbi nel famoso cantiere Comar?
con uno stucco composto da resina poliestere e polvere di amianto.
Buttavano resina e polvere nella impastatrice e poi via.....ne usciva un pappone nero che molti dei proprietari dei Comet conosceranno, dato che con questo attaccavano sia coperta che controstampo, oltre a tutto quello che serviva incollare!
Quindi, per il bulbo, pappone poliestere ...stringere bene i dadi, e via andare! Eppure navigano da 40 anni senza nemmeno troppi problemi!
Insomma che i Commet navigano da tanti anni senza problemi avrei qualche dubbio, ne ho visti tanti con il bulbo che si muove e fanno acqua
Citazione:TestaCuore ha scritto:
Ecco le foto senza pulirla...da notare come ha maantenuto l'av....soprattutto quella dell'elica

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Certo vedere un bulbo di una barca così nuova già pieno di rugine è una cosa vergognosa, sul commento che avevo fatto in precedenza su come trattano i bulbi il cantiere bavarius non toglierei una virgola
Senza ombra di dubbio! Se parli con loro dicono che è colpa dell'allestitore...se parli con quest'ultimo sostiene il contrario!!!
Una vergogna!!!
non sono esperto, ma penso che tu debba far valutare bene la situazione da qualcuno titolato.
Non credo che quell'attacco sia pronto ad accogliere una semplice sigillatura e copertura di CC. Sembra che la corrosione prosegua tra bulbo e scafo.
La vtr non fa certo ruggine. Si tratta della ruggine che ha sporcato l'elementi sigillante
ho ultimato il lavoro dopo tante peripezzie per via del clima.
La cosa che più ho sbagliato è stata di non aver aspettato 2 ora tra un amano e l'altra ma appena un'ora. in fatti alla terza mano c'erano ancora zone non coperte ed ho sprecato molta CC che in vari punti presenta delle colature che poi allinerò domani quando carteggeranno prima di mettere in acqua.
Alla fine, comunque, ho visto che è molto dura ed è difficile che si verifichino dei distacchi...credevo fosse più delicata.
Quando poi hanno fatto le tacche, queste sono uscite meglio e molto lisce perchè hanno aspettato 2 ore tra una mano e l'altra.
Ora spero solo che queste leggere imperfezioni non rallenteranno la barca...che ne dite?
Ricapitolo ciò che abbiamo fatto:
1. portato a zero la carena ed il bulbo e lasciato asciugare bene qualche giorno fin quando i crateri non espellevano più acqua.
2. rimosso il sika vecchio, limata la resina che trasbordava a seguito dello schiacciamento del bulbo allo scafo.
3. carteggiata dopo qualche giorno del bulbo per levare la patina di ossidazione e lavata a pezzi con acetone
4. subito dopo il lavaggio con acetone (subito=immediatamente), asciugato con panno o phone e passato subito resina epossidica per evitare il formarsi di ossidazione (che è sicuro che si forma immediatamente e non è nemmeno subito visibile) che poi può degenerare una volta coperto il tutto e ti risputa dopo un po' che è in acqua.
5. messo Sika per bene al di sopra della prima mano di epossidica in modo da non consentire il riformarsi della ruggine che era stata la causa dell'infiltrazione lieve di acqua per i prigionieri (perchè la ruggine aveva creato un leggero spessore tra la ghisa e la resina).
6. date a lama e bulbo 5 mani di interprotect della international, alternando una mano bianca ed una grigia, in modo da avere dei colori di riferimento per il consumo della stessa.
7 data coppercoat e lasciata asciugare per 3 giorni
8. . spostata la barca dalle tacche e portate a zero queste sono state ricoperte con le 4 mani di coppercoat.
9. alle eliche di prua e a quella propulsiva, visto che avevano retto bene, ho fatto portare a zero con grana da 180 ed hanno dato il primer specifico della marlin e poi le 3 mani di velux plus della marlin a distanza di 3 ore l'una dall'altra.

Ecco un po' di foto:

Come l'ho trovata (non è stata necessaria l'idropulitrice, segno che la international micron extra per la carena e la velux plus per l'elica, unitamente alle pulite frequenti in occasione delle regate, hanno retto bene)

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Qui vediamo già il sika messo e la mano di epossidica su lama e bulbo. quelle tracce bianche sono l'interprotect della international che stavamo iniziando a dare.

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Qui si può vedere lo scafo portato a zero ed abbassata anche la linea di galleggiamento, che era stata fatta 30 cm più alta!

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Inizio prima mano CC
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Inizio seconda mano CC
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inizio Terza mano CC (tutte le mani in questa fase sono state per errore date a 24° a distanza di un'ora ed era troppo poco)
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QUarta mano: come vedete, la copertura on era completa ed ho dovuto far dare anche la quinta:
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LAVORO ULTIMATO:
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QUi si può notare come sia uscito poco liscio (carteggiando si è appianato) a causa dell'errata gestione dei tempi

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QUi abbiamo spostato la barca per completare le tacche.
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Tacche ultimate (aspettando 2 ore tra una mano e l'altra ed il risultato è evidentemente superiore con distribuzione omogenea e liscia senza carteggiare):
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Ed infine l'elica (questo verde è il primer della marlin, l'unico che regge bene sulle eliche e che avevo dato anche l'anno scorso).

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Io una domanda la ho. Sara' una domanda stupida, pero': il coppercoat e' uno strato di resina epossidica, additivata tra l' altro con del rame. Il sika rimane un sottofondo elastico. Siamo sicuri che il CC sia sufficiente elastico da non screpolarsi sopra il sika?
il CC nella sona di attacco del sika si lesiona leggermente al centro per via del movimento della lama ma rimane comunque ben attaccato (almeno dovrebbe); semplicemente si aprono delle micro crepe
dopo aver fatto l'estate do un po' di notizie sulla CC.
dai primi di giugno fino alla fine di luglio, tutto ok. Ai primi di agosto si era leggermente sporcata la carena e così l'ho pulita con una spugna con manico che si usa solitamente per la pulizia della carena.
Non l'avessi mai fatto! rimuovendo infatti quella leggera patina che si era formata ho rimosso (come giustamente mi ha fatto notare Kermit) anche l'ossido di rame che si crea a protezione, motivo per cui lo sporco si ripresenta subito dopo una decina di giorni, anche navigandoci tutti i giorni.
La deriva, che invece non pulii, è rimasta interga; in effetti non si era mai sporcata, credo perchè quella patina si crea proprio per la sporcizia del porto che magari resta più a galla....o solo per un fatto di profondità....booo!

Ieri ho così provato ad usare la carta abrasiva (ne avevo una da 320 invece che da 400 ma per provare credo sia buona) ed ho fatto delle croci sulla carena per verificare così la settimana prossima cosa sarà accaduto! Nel punto di incrocio è ovviamente più categgiata, così da poter capire la prossima volta che farò pulizia quanto dovrò effettivamente spingere.


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Provando, sempre come suggerito da Kermit, con la lana d'acciaio, non si colora di rosso come al centro delle croci.
Pertanto, mi chiedo e chiedo a chi ha più esperienza se sia più giusto arrivare a quel rosso rame vivo oppure no.

Inoltre, facendo una prova sulla linea di galleggiamento, facendo in modo che uscisse il rame come al centro della croce, ho notato che si assottiglia abbastanza, motivo per cui mi è venuto il dubbio se sia più giusto carteggiare a quel livello oppure no.

Inoltre, è da notare come non esca tutto rosso ma a chaizze, è normale?

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marcello, albert? nemmeno voi rispondete?
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