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(04-12-2015, 13:04)mlipizer Ha scritto: [quote='S.Barbara' pid='438895616' dateline='1449222130']
[quote='kitegorico' pid='438895576' dateline='1449217389']
[quote='Gagio'
Ancora!!! Dove sono birra a patatine?!
Se ne discusso innumerevoli volte, ma pensavo che oramai fosse chiaro che l'elica lasciata libera di girare offrisse meno resistenza!
Il problema è semmai che girando può creare vibrazione e rumori. Per quanto riguarda il surriscaldamento, la girante non c'entra nulla con il raffreddamento dell'invertitore.
Per quanto se ne parli c'è sempre qualcosa che non si è detto.
Magari poco utilmente, ma si dice.
Per esempio, questo:
http://www.maurofornasari.com/tecnica/elica.htm
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(04-12-2015, 13:33)S8S8 Ha scritto: (04-12-2015, 08:58)Gagio Ha scritto: Questa e' bella... cosa succederebbe a lasciare la marcia ingranata secondo loro??? ...può succedere che per mettere a moto dovrai prima fermare la barca altrimenti a folle non ci vai
????
ps avete presente quanti giri fa un'elica col motore a 3000rpm
e quanta sollecitazione c'è sugli organi meccanici quando si va a motore?
pensate che la pressione dell'acqua (cedevole) sulle pale possa paragonarsi alla spinta necessaria per dislocare tonnellate di barca???
Ma dai, si scherza, spero.
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04-12-2015, 19:48
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-12-2015, 22:02 da JARIFE.)
Io credo che il motivo per cui,con certi tipi di invertitore (solo con quei tipi) ,viene consigliato di mettere in moto 10' dopo un tot di ore a vela durante il quale l'asse gira libero,sia dovuto al fatto che,come molti cambi di velocità stradali,la lubrificazione sia legata all'albero primario che,nel nostro caso, è l'unico a rimanere fermo.
Giusto per fare un esempio estremo, gli autocarri(specie quelli pesanti) in caso di avaria,per essere trainati, necessitano dello smontaggio dell'albero di trasmissione,diversamente il trascinamento degli ingranaggi,cuscinetti,ecc. e la mancata lubrificazione dovuta al fatto che la pompa olio è azionata dall'albero primario(fermo),danneggerebbe gravemente i componenti del cambio.
BV
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Nell'invertitore del mio volvo 2003, c'è un collegamento all'acqua di raffreddamento. Se il motore è spento ma gli ingranaggi girano, l'olio si scalda. Forse meno di quando il motore è acceso, ma, a quanto pare, scalda. Accendere il motore ogni 7/10 ore credo serva proprio per far girare acqua nella serpentina dell'invertitore. IMHO
BV
Federico
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Direi che il test di Yachting Monthly dovrebbe chiudere definitivamente la discussione: ..
Pacman
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In un certo senso si' AHAH:
"Page Not Found
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(08-12-2015, 11:28)Gagio Ha scritto: In un certo senso si' AHAH:
"Page Not Found
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Togli il punto alla fine!
.
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Lasciar girare fa meno resistenza.
Lasciar girare trascina l'invertitore.
L'invertitore è a bagno d'olio.
Il bagno d'olio lavora bene in un determinato range di velocità, quello di quando vai a motore.
Trasinando l'elica tutto gira più piano.
Il bagno d'olio non bagna bene tutto e non fa bene.
Regatina di due ore -> lascia girare che vinci.
Traversata -> blocca se non vuoi buttare tutto all'arrivo. Con un freno meglio.
Saluti
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Perdonatemi, non entro nel tecnico, ma davvero ritenete che i pochi rpm di rotazione che fa l'elica con la spinta dell'acqua possa usurare l'invertitore seppur meno bagnato dall'olio? Bhà... sono molto scettico che le poche rotazioni dell'elica trascinata in acqua libera possano influire sulla durata degli organi meccanici... non è che se bagnate d'olio diventano di acciaio temperato e meno bagnate diventano burro filante... insomma... stiamo parlando di organi meccanici studiati per stress termici e torsionali ben diversi da quelli causati dall'acqua libera.....
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(12-12-2015, 22:57)Utente non piu attivo Ha scritto: Perdonatemi, non entro nel tecnico, ma davvero ritenete che i pochi rpm di rotazione che fa l'elica con la spinta dell'acqua possa usurare l'invertitore seppur meno bagnato dall'olio? Bhà... sono molto scettico che le poche rotazioni dell'elica trascinata in acqua libera possano influire sulla durata degli organi meccanici... non è che se bagnate d'olio diventano di acciaio temperato e meno bagnate diventano burro filante... insomma... stiamo parlando di organi meccanici studiati per stress termici e torsionali ben diversi da quelli causati dall'acqua libera.....
Acqua libera = acqua cheta = spacca i ponti.....
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13-12-2015, 15:08
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-12-2015, 15:09 da Utente non piu' attivo.)
quindi i nostri scafi si disintegrerebbero in qualche anno di "acqua libera", essendo fatti di fragilissima vetroresina?
Rimango scettico: acqua libera che muove un'elica ad una velocità irrisoria (che asseconda l'acqua, tra l'altro) che a sua volta è collegata ad una trasmissione nata per reggere decenni di sollecitazioni e torsioni derivate dagli strappi di un motore a scoppio...
Bhà... rimango dell'idea che asserire che questa condizione causi un danneggiamento tangibile ("buttare tutto", "distruggi l'invertitore", etc.) è una tipica esagerazione "da forum". A mio avviso, ovviamente.
A quanti rpm gira l'elica, ad esempio, con 6 nodi di acqua libera? A quanti mediamente con il 50% di manetta a motore acceso?
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No, ma io c'ho rinunciato...
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15-12-2015, 17:48
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 15-12-2015, 17:49 da kitegorico.)
(13-12-2015, 15:08)Utente non piu attivo Ha scritto: quindi i nostri scafi si disintegrerebbero in qualche anno di "acqua libera", essendo fatti di fragilissima vetroresina?
Rimango scettico: acqua libera che muove un'elica ad una velocità irrisoria (che asseconda l'acqua, tra l'altro) che a sua volta è collegata ad una trasmissione nata per reggere decenni di sollecitazioni e torsioni derivate dagli strappi di un motore a scoppio...
Bhà... rimango dell'idea che asserire che questa condizione causi un danneggiamento tangibile ("buttare tutto", "distruggi l'invertitore", etc.) è una tipica esagerazione "da forum". A mio avviso, ovviamente.
A quanti rpm gira l'elica, ad esempio, con 6 nodi di acqua libera? A quanti mediamente con il 50% di manetta a motore acceso?
Scusa non vorrei sembrare scortese o maleducato  ma davvero pensi che il costruttore metta per iscritto espressamente di lasciare a folle durante la navigazione a vela, giusto per consumare inchiostro?
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16-12-2015, 09:37
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-12-2015, 09:39 da Utente non piu' attivo.)
Nemmeno io vorrei essere scortese o maleducato, anche perchè non ne vedo francamente il motivo e non vedo nemmeno il motivo della tua precisazione, ma temo tu non abbia capito cosa ho scritto.
Sto dicendo che la rotazione dell'elica in folle e mossa dall'acqua libera non potrà mai nuocere alla meccanica, pensata per ben altre sollecitazioni. Bagno o non bagno completo dell'olio. Quindi asserisco che la messa in folle del motore durante la navigazione, come descritto dal costruttore, è assolutamente innocua, anche a dispetto delle teorie che evidenziano stress meccanici che non possono mai esistere.
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(16-12-2015, 09:37)Utente non piu attivo Ha scritto: Nemmeno io vorrei essere scortese o maleducato, anche perchè non ne vedo francamente il motivo e non vedo nemmeno il motivo della tua precisazione, ma temo tu non abbia capito cosa ho scritto.
Sto dicendo che la rotazione dell'elica in folle e mossa dall'acqua libera non potrà mai nuocere alla meccanica, pensata per ben altre sollecitazioni. Bagno o non bagno completo dell'olio. Quindi asserisco che la messa in folle del motore durante la navigazione, come descritto dal costruttore, è assolutamente innocua, anche a dispetto delle teorie che evidenziano stress meccanici che non possono mai esistere.
Leggo solo adesso è mi scuso per eventuali ripetizioni. Se l'albero resta in folle e gira durante lunghe navigazioni ,potrebbe invece a lungo andare facilitare l'usura dei dischi ,nel caso di un riduttore a dischi di frizione . Come in un auto o moto che dovesse stare per ore con la frizione tirata e il motore che gira. Se i giochi sono minimi,si potrebbe innescare certamente un processo molto dannoso !
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Salve a tutti, dopo un mese di navigazione da Fuerteventura a Salvador de Bahia 3002 NM, e aver testato assiduamente il nuovo freno sull'asse , siamo arrivati alla conclusione di esserne molto contenti e soddisfatti, in termini di vibrazioni scomparse e di non surriscaldamento dell'invertitore, l'utilizzo e' molto semplice e innesto e disinnesto in pochi secondi.Non si puo' naturalmente in un percorso cosi' lungo e articolato fare nessun comparazione se l'elica frena o meno , come dimostrato dai vari e pochi test anche aereonautici varia molto dal passo e dal diametro dell'elica ed eventualmente dal dislocamento, non si puo' affermare per pricipio che perche' l'elica e' ferma che faccia atrito di sicuro .Noi alla fine abbiamo completato la traversata in 29 giorni ad una media di 4.36 nodi con un 34 piedi e una maggiornaza di venti moderatamente leggeri , incluso il passaggio all'equatore.E' poco, e' molto e chi lo . noi va' bene e non stiamo a sottilizzare sul decimo di nodo .Ripeto questo discorso ha senso in lunghe traversate e non per uscite di poche ore.
Grazie a tutti per la discussione
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Ciao Rob, si ti ho visto, grazie per l'update, ho volute completare questo post per correttezza dopo un mese con le nostre impressioni sull'utilizzo del freno sull'asse , anche se la discussione aveva virato in un senso che non intendevo .Per il resto... c'e' il nostro blog http://ovni345.blogspot.com.br/
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-01-2016, 19:12 da S.Barbara.)
(08-12-2015, 11:19)pacman Ha scritto: Direi che il test di Yachting Monthly dovrebbe chiudere definitivamente la discussione: ..
Pacman
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Preferirei soprassedere, per non prendermi del rompi....
Possiamo tuttavia dire che si, è vero quanto conclude yachtingmonthly ad una condizione:
ovvero che il rapporto p/d sia superiore a 1.
Al di sotto di questo rapporto conviene l'elica bloccata.
Yachtingmonthly dice di aver usato una 12"/12", quindi un p/d=1, non tipico di una vela, mi pare.
E comunque, sembra ne abbia usato uno solo.
Questo diagramma, a cui fa riferimento il sito http://www.maurofornasari.com/tecnica/elica.htm
[hide]
elica.gif (Dimensione: 5,62 KB / Download: 1)
[/hide]
è lo stesso del testo (oramai archeologia) "Teoria e progetto di imbarcazioni a vela" di Sergio Crepaz. 
Secondo me, quest'ultimo, è più attendibile. IMHO
Se non altro perché prende in considerazione la diversità di comportamento dei diversi p/d.
Rapporti diversi = eliche diverse = reazioni diverse.
No? 
B.V.
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