Osmosi dopo due anni in secca
@polimeri qualcosa si potrebbe fare come controlli non distruttivi anche se non credo che ci siano periti nautici che li applichino
Non credi che i periti nautici applichino controlli non distruttivi o non credi che usino gli strumenti di cui parli più avanti?
@polimeri comunque se puo' essere utile per la tua professione ti consiglierei di acquistare un penetrometro per provare la durezza shore del laminato, che non deve dimostare sostanziali differenze tra parti immerse ed emerse che sarebbero sintomo di diminuzione dell'impermeabilita' superficiale e' uno strumento dal basso costo circa da 200 a 300 euro
Premesso che credo di poter far concorrenza ad un rivenditore di strumenti, per quanto è completa la mia dotazione, ma questo esula dal 3D in oggetto.
Una volta misurata la durezza del laminato, non ho concluso niente, in quanto non ho un parametro di riferimento con la durezza che quel laminato aveva da nuovo.
Se non ricordo male, la scala Shore vene pensata al fine di poter testare la durezza degli elastomeri o dei plastomeri; il penetratore dello strumento esercita una forza relativa piuttosto bassa, bastando poco per ottenere una penetrazione rilevabile ed il valore di durezza è inversamente proporzionale alla profondità di penetrazione. Questo metodo di controllo non può avere valenza in quanto è valido su materiali omogenei, ma lo scafo di una barca omogeneo non lo è; prima ho il gelcoat e poi la vtr. Sappiamo altresì che la bolla osmotica si forma nello stratificato e non nel gelcoat, per cui la lettura dello strumento viene falsata dal gelcoat medesimo. Se fossi fortunato, centrando un residuo di bolla osmotica, potrei individuare una differenza tra la lettura di questo punto ed uno sano. Sappiamo però che in uno scafo osmotico lasciato per lungo tempo fuori dall'acqua, il liquido presente nello stratificato, prima di asciugarsi, si distribuisce nello stratificato e poi evapora. Distribuendosi, si porta dietro i soluti e questa distribuzione dei soluti, anche se in bassa misura, mi potrà alterare la durezza Shore del materiale, per cui avrò una lettura falsata, dovuta alla variazione del modulo elastico. Questa misura sarebbe validissima a gelcoat asportato, ma a quel punto diventa inutile fare la misurazione. Dovrei avere, come scrivo più avanti in relazione allo sclerometro, un campione comparativo, perché la misurazione di cui sopra, mi da il paragone tra una parte che ipotizzo sana e una osmotica. Ho la certezza che la parte ipotizzata sana lo sia veramente?
@polimeri poi si potrebbe valutare anche con uno sclerometro il comportamento ad un urto sempre regolandosi con saggi comparativi e' una tecnica specifica per materiali rigidi ma puo' dare informazioni comparative sulle reazioni elastiche della matrice
Questa è del tutto inutile, in quanto come tu dici dovrei avere dei saggi comparativi. Ma i saggi comparativi che tu citi, devono essere fatti comparando quello stratificato da nuovo; con cosa lo faccio il saggio comparativo se non ho un campione del nuovo?
@polimeri ci sarebbe anche la verifica ultrasonica che ti permetterebbe di stabilire una eventuale variazione dei moduli elastici ma qui entra in gioco un'apparecchiatura piu' complessa
Sai bene che non tutti i materiali plastici sono permeabili all'ultrasuono. L'ultrasuono lo uso per misurare spessori e per capire se vi sono delaminazioni in quei materiali plastici che all'ultrasuono sono permeabili. Sai quanto sia difficile interpretare la misura resa dall'ultrasuono quando effettuata su materiali disomogenei, perché molte volte rende dati falsati. Un'eventuale variazione dei moduli elastici, io la posso immaginare a seguito di valori che in alcuni punti sono discordanti da quelli che sembrano essere la norma, ma soprattutto su un vecchio scafo, laminato con le tecniche di una volta, quello che può essere considerato un fattore che porta alla variazione del modulo elastico, può essere semplicemente uno spessore maggiore o minore, dovuto ad un eccessivo o carente deposito di resina o ad una sovrapposizione dei tessuti.
@polimeri ma sclerometro e penetrometro sono oggettini portatili di basso costo che ti possono dare informazioni utili sullo stato del legante stesso, perche' comunque, trattandosi di poliestere i composti in grado di provocare il fenomeno osmotico sono sempre presenti e cio' che ne impedisce la comparsa e' l'efficace barriera dello strato superficiale della resina se essa ha un assorbimento d'acqua elevato anche in sistuazione di bassa umidita' avra' un abbassamento del modulo elastico ed una diminuazione della durezza shore rapportata alle altre parti presumibilmente piu' sane possono essere veloci e valide prove comparative per integrare un'indagine tradizionale
Se queste due tecniche sono così valide come tu dici, perché secondo quanto scrivi all'inizio, dubiti che i periti nautici le usino? Siamo tutti desiderosi di farci pagare parcelle corpose e quindi mettiamo al bando i controlli semplici e veloci?
Siamo tutti incompetenti? Gli esami di cui tu sei fautore, vanno benissimo su materiali la cui formulazione è codificata. Per codificata intendo per esempio il cls., un classe 325 ha determinate componenti, un 425 ne ha altre, ma queste sono sempre le stesse, tanto in Italia quanto in Australia. Gli stratificati delle barche, hanno tali e tante variazioni di formulazione e di costruzione, per cui non vi è uno standard di base a cui fare riferimento, posso in sede di esame, rendermi conto che nel punto A ho una lettura x e nel punto B una lettura Y. La lettura y mi può portare a pensare che in questo punto vi sia un'anomalia perché su dieci letture 7 sono di valore X e 3 di valore y, ma anche la lettura x che io giudico corretta, rispetto all'originale quando lo scafo è stato costruito, potrebbe non esserlo. Non per niente quando si fa un ultrasuono sui metalli, si chiede un piano dei ferri e lo spessore delle lamiere; quando faccio una lettura in un punto, so cosa dovrei trovare. Seguendo i concetti che hai espresso, oltre allo sclerometro ed al penetrometro, potrei allora usare il DUROMETRO BARCOL, nella descrizione dello strumento si cita: 'è un tester di durezza della rientranza. Il funzionamento è facile, rapido e quasi non distruttivo. La prova è semplice quanto una pressa. È un attrezzo conveniente per verificare la durezza di alluminio, delle leghe di alluminio e della plastica a fibra rinforzata, che si conforma al campione americano ASTM B648.' Applicazione: Il tester di durezza di Barcol viene usato principalmente per verificare la durezza delle leghe di alluminio, inoltre trova la sua collocazione anche per la misurazione della durezza nei prodotti di plastici, nella fibra di vetro e nei rivestimenti, quali vernice, ecc.. Guarda caso nel kit di fornitura, tra le altre cose vengono dati dei blocchetti di prova standard durometro, penetrometro, sclerometro, servono se ho un campione di base a cui far riferimento, diversamente mi risolvono molto poco, anche l'ultrasuono, almeno gli strumenti Gilardoni che uso io, vengono dati con blocchetti campione su cui effettuare le tarature.
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