Riportando una frase tratta da un Tema di Ricerca dell'E.N.E.A. (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile
http://www.enea.it/it/chi-siamo):
'Come principio di carattere generale si può pensare che l’energia transitata a fine vita attraverso una batteria al piombo sia costante, e quindi e' possibile derivare la vita delle batterie, per qualsiasi tipo di ciclaggio, dal numero di cicli profondi dichiarato dal costruttore. L’approssimazione è grossolana, ma e' stata verificata sperimentalmente.'
Questo significa che se una batteria al piombo viene sottoposta a cicli di scarica-carica non profondi la sua vita (in termini di cicli possibili) aumenta in modo diretto proporzionalmente a quanto piu' piccola e' la percentuale dell'energia richiesta-immessa durante ciascun ciclo.
In parole diverse : a fine vita di un accumulatore elettrico la sommatoria dell'energia posta in gioco in tutti i cicli di carica-scarica quali essi siano stati e' una costante (per un uso conforme alle specifiche del prodotto).
Nel caso di cui si discute l'eventuale energia richiesta alle batterie nel caso peggiore e' una piccolissima frazione della loro capacita' ed eltrettanta e' l'energia da reimmettere, non si puo' quindi ipotizzare un danno particolare che porti ad apprezzabile riduzione della vita utile delle batterie.
Consideriamo inoltre il caso tipico di batterie mantenute in carica costante da pannelli solari, se analizziamo come funziona il regolatore di carica troviamo che questo lavora 'ad impulsi' ovvero attende che la batteria si scarichi (per uso o per autoscarica) fino ad un certo limite per poi ricaricarla fino al suo valore di mantenimento e cio' accade ciclicamente molte volte al giorno : questi cicli di carica-scarica non riducono minimamente la vita delle batterie ! e di questo ne sono certi tutti.
Il ciclo di carica-scarica non profondo non funziona come i cerini che ogni volta che ne bruci uno quelli buoni sono sempre meno.