dapnia
Vecio AdV
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RE: Confine tra deriva e yacht
Deriva, se vogliamo chiamarle così, è quella barca la cui prevalente energia motrice è il vento, quindi comunque con un albero atto a sostenere una vela; la quale se sdraiata sull'acqua, per l'accezione più comune nella progettazione di oltre i 130 gradi, non si raddrizza da sola.
Altra condizione è che siano da diporto (passeggio o competizione), non abbiano zavorra interna, fissa o mobile, e che il peso preponderante a bordo sia quello dell'equipaggio; quindi le dimensioni e, principalmente il dislocamento, non devono essere importanti (i limiti li possiamo stabilire con dei numeri, ma la logica è il miglior metro di misura, per esempio che il peso dell'equipaggio non si discosti molto dal dislocamento).
Ne consegue che non sono derive:
i pluriscafi;
le barche con chiglia zavorrata o meno purché fissa;
le barche con chiglia comunque retrattile ma con zavorra interna allo scafo importante;
le barche autoraddrizzanti (diverso da inaffondabili);
i gommoni;
i ferri da stiro;
le barche a remi;
e tutti i galleggianti in genere che abbiano poco a che fare con le vele.
Per estensione logica, sono derive anche i windsurf, i Laser e cose simili.
Una classificazione a parte si dovrebbe considerare per le barche, comunque a vela, ma con rapporto tra stazza lorda e netta importante, per esempio quelle da lavoro di tipo Olandese con derive laterali, i bragozzi ed in genere le barche da carico o folk, perché di altre dimensioni e peso, molto diverse per progettazione e uso, e dove il peso preponderante rispetto al dislocamento è dato dal carico.
Io la vedo così.
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07-11-2015 18:51 |
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