04-09-2016, 11:38
Detto che era solo un artificio teorico e quindi "di laboratorio", come dice Albert vince il 2° perché ha vento mentre il 1° ha vento zero. L'autore l'aveva scritto per far capire l'importanza del vento apparente/relativo/risultante. Pepilene, mi rivolgo a te perché tu hai posto il tema e non perché ce l'ho con te: il vento che interessa la tua barca, le tue vele è sempre e comunque il vento apparente/relativo/risultante. E' su quello solo su quello dovrai regolare le vele. Il vento reale è una componente che insieme al vento che ti fai tu con il tuo moto (quello per intenderci che senti sulla faccia quando vai in bicicletta con vento zero) generano il vento che investe le tue vele. Come va di moda oggi - si fatemelo dire che non resisto - il vento APPARENTE è un COMBINATO DISPOSTO tra vento reale e vento generato dal tuo moto. E per sottolineare quanto incide il "vento che ti fai tu" racconto un episodio di tanti anni fa.
Ero all'Elba, allora avevo il 37 che adesso è dell'ADV Vesna, e mi iscrivo ad una regatina di circolo. Vele bianche niente di esotico, diciamo una scampagnata. Vento minimo quasi zero, le barche si muovono appena. A Capo della Vita mi trovo fianco a fianco con una barca delle mie dimensioni: più o meno si andava , si fa per dire, uguale. Ad un certo punto lui vira e seppur adagio continua ad andare, io ad un certo punto mi pianto e non mi muovo più. A fine regata dico allo skipper dell'altra barca: hai avuto . a tenerti quel refolino che io mi sono perso. E LUI, poi ti dico chi era, per tutta risposta mi dice: "ma hai visto il traghetto?". Certo che l'avevo visto, mica sono cieco. E, continua, "dopo il traghetto arriva l'onda del traghetto e se non hai potenza ti pianti. Ho virato appena prima dell'onda così non l'ho subita, anzi mi ha dato un calcio nel sedere". Così LUI aveva mantenuto il vento che si "faceva da solo" io invece non solo ero stato fermato dall'onda, ma le vele sbattendo avevano perso anche la minima forma che avevano. Alla fine ero piantato come uno scoglio. LUI era Vasco Donnini, io ero solo io.
B.V. Elmo
Ero all'Elba, allora avevo il 37 che adesso è dell'ADV Vesna, e mi iscrivo ad una regatina di circolo. Vele bianche niente di esotico, diciamo una scampagnata. Vento minimo quasi zero, le barche si muovono appena. A Capo della Vita mi trovo fianco a fianco con una barca delle mie dimensioni: più o meno si andava , si fa per dire, uguale. Ad un certo punto lui vira e seppur adagio continua ad andare, io ad un certo punto mi pianto e non mi muovo più. A fine regata dico allo skipper dell'altra barca: hai avuto . a tenerti quel refolino che io mi sono perso. E LUI, poi ti dico chi era, per tutta risposta mi dice: "ma hai visto il traghetto?". Certo che l'avevo visto, mica sono cieco. E, continua, "dopo il traghetto arriva l'onda del traghetto e se non hai potenza ti pianti. Ho virato appena prima dell'onda così non l'ho subita, anzi mi ha dato un calcio nel sedere". Così LUI aveva mantenuto il vento che si "faceva da solo" io invece non solo ero stato fermato dall'onda, ma le vele sbattendo avevano perso anche la minima forma che avevano. Alla fine ero piantato come uno scoglio. LUI era Vasco Donnini, io ero solo io.
B.V. Elmo
