RE: Dubbi su ragno acciaio
Grazie a Tatone la cui risposta si è sovrapposta a quanto di seguito stavo scrivendo (e vedo che è entrato proprio nel merito dell'oggetto!).
La domanda mi sorge nel momento in cui chiedendo lumi sul metodo/materiale di costruzione, viene decantata come "qualità superiore" la presenza del ragno metallico strutturale.
Leggo frequenti dibattiti sulle varie soluzioni....il ragno metallico (presente ad esempio e se non erro, su molti Xyachts), il ragno in VTR/Carbonio, il controstampo, le "semplici" costolature a ordinata, etc., in cui si sentono molteplici opinioni più o meno qualificate.
Queste diverse soluzioni, mi chiedo, hanno diverse conseguenze, sia nel caso disgraziato di urto (e poi, quanto violento?), sia nell'uso prolungato (carichi, tensioni).
In genere gli accoppiamenti di materiali con caratteristiche diverse, come la VTR e l'acciaio (meglio il ferro, forse, ma è più soggetto a corrosione in un punto esposto all'umidità come la sentina), presentano problemi di coerenza rispetto alle flessioni e alla dilatazione termica (in questo caso forse trascurabile).
La domanda che mi pongo è quali conseguenze NOTE sono conosciute, secondo le varie soluzioni, sia rispetto al primo caso (urto, più o meno violento), sia rispetto al secondo.
Per capirsi meglio, le idee (teoriche!) che mi sono fatto io grosso modo sono le seguenti:
1. barche con ragno in acciaio: in caso di FORTE urto, possibile distacco del ragno (e di quanto collegato ad esso), dal corpo dello scafo. In assenza di urti di una certa rilevanza, possibilità di cedimenti della VTR in zona accoppiamento a causa vetustà del materiale, tanto maggiori quanto meno scrupolosa e abbondante è stata la posa del "legame" del ragno con la struttura (fascetattura, incollaggio, annegamento). Esempi: modello X, Y e Z
2. barche con ragno in VTR/Carbonio: in caso di forte urto, possibile frattura del ragno e della porzione di scafo collegata. In assenza di urti, soluzione pressochè eterna, a meno di grossolani errori nel legame con lo scafo. Esempi: modello Q, R, Z
3. barche con controstampo: in caso di forte urto, cedimento scafo e frattura controstampo. In assenza di urti, possibilità di cedimenti in corrispondenza dei punti di maggior sforzo (lande, bulbo, etc.), flessione dello scafo, paratie. Esempi: modello L, M, N
4. etc (altra soluzione)
In sintesi, l'idea che mi sono fatto "manovalescamente" è che la presenza di una struttura di rinforzo interna sul modello delle classiche chiglie ad ordinate sia un ottima cosa, sia in termini di carichi che di urto (rispetto ai controstampi), ma che se questa struttura interna è in materiali diversi dal resto dello scafo nascano dei problemi in termini di accoppiamento.
E' corretta questa percezione del tutto teorica?
Se lo è, ci sono cantieri/modelli che hanno risolto (e come) il problema?
Grazie e scusate il pippone, che mi interessa anche al di là del caso contingente....
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-05-2017 15:39 da jacques-2.)
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