(28-03-2018 14:25)mlipizer Ha scritto: Refosco, ottima spiegazione. ho solo un dubbio. C'è chi dice che la barca deve potersi appoggiare tranquillamente sulla pinna/deriva (parlo di barche moderne, non a chiglia lunga). Però mi viene da pensare che lo sforzo verso il basso fatto dal peso in acqua della chiglia, sia diverso dallo sforzo verso l'alto dell'appoggio del peso della barca sulla chiglia stessa. ....
Mah! Anch'io sono dell'opinione che le ghiglie a pinna imbullonate allo scafo, creano problemi se, per la barca a terra, si pensa di scaricare la maggior parte del peso tramite questa. Mi viene spontaneo di ragionare che se si scarica solo tutto il peso della chiglia a terra (ovvio: + o - ), la struttura scafo risulta nella condizione di minor stress. A maggior ragione indico che la pinna è origine di notevolissimi sforzi laterali che si devono scaricare sulla modesta sezione trasversale della zona di imbullonamento. (quali sforzi? si pensi a barca di bolina, onda che fa saltare e talvolta sbattere e la pinna che oltre al peso proprio e le componenti idrodinamiche, subisce accelerazioni verticali notevoli). A conferma di ciò posso dire che quasi tutte (80 % almeno) le barche a terra che ho curiosato/visionato con l'occhio attento, presentano fessure nel raccordo tra scafo e pinna. Molti armatori si sono dati da fare "per sigillare" o "far sparire" tali tracce di movimenti che non dovrebbero esistere. Per non parlare dei casi di cronaca delle barche che "hanno perso" la pinna: immagino per insufficiente resistenza alla fatica del sistema di collegamento pinna/scafo, e non per degrado per corrosione dei pernoni. Ho citato che in Inghilterra (p.es) è usuale che con la bassa marea una barca da diporto possa restare appoggiata in chiglia: mi pare ovvio pensare che il già il progettista e il costruttore prevedano tale situazione (in effetti lì è diffusa la costruzione con doppia chiglia... così non occorrono le stampelle), non altrettanto penso al vedere le nostre barche meditterranee, che privilegiano la performance a vela piuttosto che la robustezza della chiglia e la tolleranza all'incaglio.