(29-03-2018 16:37)ZK Ha scritto: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
tanto per chiarirsi un po le idee:
la stessa barca con uno sbandamento di 25 gradi.
due disposizioni di zavorra, una nel siluro sulla chiglia, una con la zavorra sulla falchetta.
quale e' il momento a cui e' sottoposta la chiglia nei due casi?
perche molti velisti sono convinti che ci sia un grosso momento flettente nel punto di giunzione tra chiglia e scafo ?
nel caso della zavorra in falchetta si, c'e' e importante, ma se la zavorra e' appesa sotto la lama.. il suo momento si somma con quello di segno inverso che fa sbandare la barca.. o no?
a ragionarci un po.. si capisce pure che piu le chiglie sono profonde piu le barche sbandano.. o no?
... sollecitato, ribatto: penso di averci ragionato molto, ma molto tempo fa: una delle regolette imparate da piccolo: meglio un peso in basso che in coperta e in falchetta. E' un test antico per le scialuppe di salvataggio: stabilità con persone sedute e persone in piedi. Gli sketch qui mostrati studiano una semplice situazione di equilibrio statico (spinta laterale sulla velatura, spinta del centro di carena, spinta idrodinamica antiscarroccio -o portanza della pinna- carico/peso in falchetta). Non viene mostrato il peso proprio della pinna. Quest'ultimo ha un effetto importante sia se parliamo di chiglie con "siluro", sia di chiglie in due parti (ghisa/piombo, quest'ultimo messo ben in basso) sia con chiglie sagomate tali da avere un proprio baricentro.... verso il basso. Avrete notato che citai casi di sollecitazioni dinamiche (onde, sbattimenti) e collassi della struttura che a mio avviso son legati alla fatica dei materiali. Ovvio che esistono pinne a peso zero (sulle derive, se inserite a baionetta, talvolta possono salire senza doverle tirare su). Faccio ancora la considerazione: per avere buone performance a vela si cerca di ridurre i pesi, e nel caso dei rendimenti delle "pinne" si cerca di farle con ottimi profili alari e per esse si cercano allungamenti importanti per avere massima portanza, con minimo attrito e resistenza al moto. Ciò porta ad avere una appendice, sotto la carena, che produce momenti flettenti.... (sia su asse x che y) da essere assorbiti dalla minor sezione possibile di scafo e, data la tecnica costruttiva usuale, con un numero di bulloni ... abbastanza ravvicinati. I bulloni resistono bene (non ho dubbio che siano facilmente dimensionabili, e poi si aggiunge un % in più p.es se calcoli fi 16 metti fi 20) ma la "flangia" pinna/impronta d'alloggio sullo scafo, di due materiali diversi, di cui uno composito (p.es. VTR) e in più in con fori ripeto ravvicinati.... mi sa che solo dati statistici di buona costruzione aiutino a dare la massima affidabilità... Immagino che p.es il RiNa abbia dato delle indicazioni o delle norme per calcolare e dimensionare, compito dei progettisti!