Citazione:sonmì ha scritto:
Dopo aver letto attentamente e con grande rispetto ciò che hanno scritto sopra uomini di grande esperienza ... (e lungi da me il voler far credere che a me riesce sempre :blush
, provo a spiegare il 'metodo Sonmì' 
Io parto dalla constatazione che ogni barca viene 'direzionata' in modo diverso da diverse forze':
- il timone
- la spinta dell'elica in senso longitudinale
- l'effetto evolutivo dell'elica (trasversale)
- il vento
- la corrente eventuale
... dunque, prima di decidere una manovra di atterraggio valuto quale tra gli elementi sopra elencati ha maggiore influenza sulla stessa (di solito il vento ... ). I restanti elementi, essendo meno variabili, li utilizzerò 'a bisogno'.
Diciamo che nel 90 e passa % dei casi tutta la manovra viene 'progettata' in funzione della direzione e dell'intensità del vento: se si tratta del proprio posto barca o di un approdo che si conosce bene, sarà tutto un pò più semplice ... se si atterra per la prima volta in un determinato luogo, ecco che diventa fondamentale 'fotografare' nella propria mente il portolano ... il più esattamente possibile la posizione dell'attracco rispetto al nord e gli spazi a disposizione per manovrare.
L'animazione del 3D lo fa capire bene: nei primo caso, entrando di prua, è proprio il vento che 'infila' la prua stessa al posto giusto, nel secondo caso è sempre il vento che invece la manda ad urtare la barca di fianco (mentre, se il comandante avesse deciso di entrare di poppa, SEMPRE IL VENTO avrebbe tenuto la prua nella giusta direzione).
Tra il dire e il fare mai come in questo caso c'è di mezzo il mare 

in ogni caso ci si deve liberare delle convinzioni 'automobilistiche' che se 'sterzo' la barca va dove dico io ... nella gerarchia di una chiglia lunga, il primo indiscusso 'manovratore' è il vento ... poi dovrò pensare che la poppa mi va a dritta (e la prua a sinistra) quando darò il colpo di macchina indietro per fermarmi ... il timone ed il motore mi serviranno soprattutto per dispormi nel modo corretto rispetto al vento.
La corrente è una dannata complicazione, perchè, oltre ad essere una variabilein più, agisce in modo del tutto opposto al vento (relativamente ad una chiglia lunga, mentre il vento sposta la prua, la corrente sposta la poppa).
La chiglia lunga è meglio di una 'settimana enigmistica' [:246]
Tutto bene, questa è la prassi, poi ogni volta le condizioni variano, anche se di poco, percui entra in gioco la sensibilità, quella che ti fa fare la mossa giusta nel momento giusto e senza ragionamento, e che viene appunto dal fatto che si ha padronanza della propria barca e si è provato migliaia di volte ogni tipo di manovra fino a farle a occhi chiusi. Spesso in condizioni difficili o quantomeno non usuali, si deve decidere cosa fare in pochi attimi, e allo stesso tempo con la massima calma e precisione, ecco perchè il mio consiglio è quello di mettersi li con calma, magari ogni tanto sacrificando una giornata rinunciando alla veleggiata per rimanere in porto a manovrare.....dentro fuori, su e giu, di continuo e in tutte le maniere, poppa prua, fino a che non si acquista dimesticezza con la propria barca nelle svariate condizioni.
L'unico modo per imparare a manovrare e allenarsi a farlo continuamente, non credo che ci sia metodo migliore.