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Semplificando enormemente e descrivendo rozzamente, cosa per la quale chiedo venia ad altri esperti che potrebbero vedere dimenticati e (forse) anche travisati alcuni concetti, vediamo di chiarire un po' le idee :
1) ----
avete mai controllato con un tester la continuità di una pila? io no ma ieri ho verificato che se con un tester misurate la continuità con i puntali in una direzione, il tester da continuità se lo misurate nell'altra direzione non da continuità ... è strano ? forse no.
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NON e' possibile misurare la " continuita' " di una pila (non ha senso!) poiche' un tester (tutti) misura la resistenza (e quindi la continuita') alimentando il circuito sotto misura tramite la sua pila interna e ne misura la corrente che scorre, e' ovvio quindi che collegandosi ad una sorgente di tensione esterna (la pila che vogliamo misurare) se le polarita' sono omologhe (+ con + e - con -) avremo un certo valore che sara' molto diverso invertendo i puntali e se la sorgente esterna ha una tensione superiore a quella della pila interna in una delle due posizioni la corrente scorrera' in senso inverso e leggeremo cio' che pare una resistenza negativa.
Unico risultato di una misura del genere e' una buona possibilita' di danneggiare lo strumento se la corrente immessa dal circuito esterno dovesse essere troppo forte (molto probabile).
2) ----
Scusa Ennio ma se due metalli sono allo stesso potenziale elettrico perchè collegati non è necessario l'anodo sacrificale perchè non c'è passaggio di corrente.
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Se immergi in acqua due pezzi di metallo differente collegati con un cavo elettrico che passaggio di corrente hai? zero. Il bonding si fa apposta per collegarli e metterli allo stesso potenziale elettrico
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NO ! se cosi' fosse collegando fra di loro i morsetti di una batteria (che e' costituita da due pezzi di "metallo" differenti immersi in una soluzione acquosa) li porterei ad essere equipotenziali e secondo le affermazioni non dovrebbe scorrere corrente invece sappiamo tutti che ACCADE IL CONTRARIO !
Dove si produce la differenza di potenziale NON e' il lato interno (asciutto) delle parti bensi' l'interfaccia fra parte immersa ed elettrolita (in questo caso parliamo di acqua piu' o meno ricca di sali poiche' anche nei laghi l'acqua non ne e' priva) ed e' proprio collegando queste "semipile" (e' la corretta definizione tecnica) che si completa la pila che esprime una tensione pari alla differenza dei potenziali galvanici dei due semielementi e se tale tensione supera la tensione di dissoluzione di uno dei metalli inizia la corrosione galvanica.
Prova pratica si puo' fare semplicemente immergendo in acqua salata una lastra di ferro e un filo di rame misurando poi con un tester la corrente che scorre fra i due pezzi (il tester impostato su misura di corrente si comporta come un qualunque pezzo di filo elettrico).
3)----
Parlo solo delle cose più semplici del bonding, evitando di analizzare il motore con o senza neutro a massa. Io penso che per avere una funzione la rete di metalli diversi bagnati dal mare,collegati da un filo debbano essere collegati ad un materiale (zinco) sacrificale che cede ioni al posto di tutti quelli collegati. Se fossero soltanto collegati tra loro ed immersi, il più debole di costoro sarebbe quello che cede ioni consumandosi.
----
In queste poche parole si e' sintetizzato correttamente il concetto. Purtroppo pero' non e' proprio semplice realizzare un buon circuito di bonding, serve un'analisi accurata sia sul modo di collegare gli elementi sia sulla scelta della corretta posizione e dimensionamento degli anodi sacrificali: il "fai da te" o il far fare al primo elettricista che capita puo' portare facilmente a peggiorare (anche gravemente) la situazone.
4) ----
un pezzo di ottone in acqua di mare in breve diventa un rame spugnoso,piu elettricamente collegato che essere in lega cosa c'e?
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Non e' sempre vero, non tutti gli ottoni presentano tale inconveniente e quelli che lo presentano in realta' non sono perfettamente in lega poiche' la maggior parte dei pezzi definiti di ottone sono prodotti per sinterizzazione che e' un processo dove una miscela di rame e zinco in polvere finissima viene fortemente compressa a caldo finche' le particelle si saldano fra loro, se tale processo non e' portato (per accelerare la produzione) fino alla fusione completa dei materiali e alla loro perfetta miscelazione (magari aiutata da aggiunte di stagno o piombo) il prodotto finito e' in realta' un "puzzle" di granellini dei due metalli saldati fra loro solidamente ma ancora capaci di comportarsi elettroliticamente come semipile fra loro collegate che portano alla veloce dissoluzione dello zinco che lo compone con danni immaginabili.
Tanto per parlare di leghe l'acciaio inossidabile e' una lega e se ben fatto (omogeneo e non tensionato) non subisce corrosione grazie al suo meccanismo di autoprotezione (genera in superficie uno strato di ossido).
(21-02-2017 09:58)ZK Ha scritto: [ -> ]http://www.yanmaritalia.it/wp-content/up..._OM_IT.pdf
pagina 52.
non esiste solo la corrosione galvanica, quella elettrolitica e' molto piu efficiente.
due metalli diversi, immersi nello stesso elettrolita sono soggetti a corrosione certa del metallo meno nobile.
Galvani e Volta erano italiani, il primo giocava coi ranocchi, il secondo con gli elettroliti.. che c'azzeccano gli inglesi?
La pagina 52 è intenzionalmente bianca e non c'è nulla se ti riferisci alla pag. 48 il riferimento è solo all'SD20, sul mio SD50 l'anodo interno non c'è e l'anodo sull'asse c'è come su tutti i saildrive Volvo, rimane valida la mia impressione che sul Volvo si vedono più disastri rispetto a Yanmar.
Riguardo a due pezzi di metallo di diversa natura
e collegati elettricamente sono allo stesso potenziale elettrico quindi non ci può essere pila galvanica
(21-02-2017 11:11)IanSolo Ha scritto: [ -> ]2) ----
Scusa Ennio ma se due metalli sono allo stesso potenziale elettrico perchè collegati non è necessario l'anodo sacrificale perchè non c'è passaggio di corrente.
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Se immergi in acqua due pezzi di metallo differente collegati con un cavo elettrico che passaggio di corrente hai? zero. Il bonding si fa apposta per collegarli e metterli allo stesso potenziale elettrico
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NO ! se cosi' fosse collegando fra di loro i morsetti di una batteria (che e' costituita da due pezzi di "metallo" differenti immersi in una soluzione acquosa) li porterei ad essere equipotenziali e secondo le affermazioni non dovrebbe scorrere corrente invece sappiamo tutti che ACCADE IL CONTRARIO !
Dove si produce la differenza di potenziale NON e' il lato interno (asciutto) delle parti bensi' l'interfaccia fra parte immersa ed elettrolita (in questo caso parliamo di acqua piu' o meno ricca di sali poiche' anche nei laghi l'acqua non ne e' priva) ed e' proprio collegando queste "semipile" (e' la corretta definizione tecnica) che si completa la pila che esprime una tensione pari alla differenza dei potenziali galvanici dei due semielementi e se tale tensione supera la tensione di dissoluzione di uno dei metalli inizia la corrosione galvanica.
Prova pratica si puo' fare semplicemente immergendo in acqua salata una lastra di ferro e un filo di rame misurando poi con un tester la corrente che scorre fra i due pezzi (il tester impostato su misura di corrente si comporta come un qualunque pezzo di filo elettrico).
Mi riferisco solo a quaste parte a mio avviso errata, se metti in acqua due pezzi di metallo differente collegati tra loro elettricamente se misuri la sua differenza di potenziale tra i due metalli chiaramente è zero e pertanto non ci può essere passaggio di corrente
Kermit,
No , in quella prova i pezzi sono collegati tramite il tester senza altri fili di mezzo, se colleghi i due pezzi con un filo esterno la corrente scorre in tale filo e solo per questo non la misuri con il tester, in tale caso dovresti usare una molto sensibile pinza amperometrica ma, come ho detto, un tester impostato su misura di corrente si comporta come un comune filo elettrico e quindi il collegamento a bassa resistenza e' assicurato, semplicemente lo strumento e' in grado di dirti quanta corrente sata scorrendo dentro al suo filo interno.
In parole povere e' il tester impostato su corrente che sostituisce il filo di collegamento, in ogni caso per misurare la corrente che scorre in un circuito o si dispone di adatta (sensibile) pinza amperometrica o si interrompe il circuito e si interpone l'amperometro, ogni altro modo di misurare e' errato e privo di senso.
Fai una prova banale: poni un tester su portata ad es. 2A e con un altro tester misura la resistenza fra i morsetti del primo, troverai resistenza praticamente nulla segno che si comporta davvero come un normale filo elettrico.
(21-02-2017 11:19)kermit Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 09:58)ZK Ha scritto: [ -> ]http://www.yanmaritalia.it/wp-content/up..._OM_IT.pdf
pagina 52.
non esiste solo la corrosione galvanica, quella elettrolitica e' molto piu efficiente.
due metalli diversi, immersi nello stesso elettrolita sono soggetti a corrosione certa del metallo meno nobile.
Galvani e Volta erano italiani, il primo giocava coi ranocchi, il secondo con gli elettroliti.. che c'azzeccano gli inglesi?
La pagina 52 è intenzionalmente bianca e non c'è nulla se ti riferisci alla pag. 48 il riferimento è solo all'SD20, sul mio SD50 l'anodo interno non c'è e l'anodo sull'asse c'è come su tutti i saildrive Volvo, rimane valida la mia impressione che sul Volvo si vedono più disastri rispetto a Yanmar.
Riguardo a due pezzi di metallo di diversa natura e collegati elettricamente sono allo stesso potenziale elettrico quindi non ci può essere pila galvanica
mi riferisco a pagina 52 del pdf, sul fatto che ci siano piu problemi sui volvo che sugli yanmar magari hai pure ragione, sarebbe da capire il rapporto tra pezzi e difetti. quello zinco l' ho cambiato pochi giorni fa a una barca quello spezzone rimasto, il piede non era buone condizioni.. tuttaltro.
a volte vederti cosi impegnato a difendere posizioni fantasiose mi fa quasi paura.
il buon @iansolo ti ha dato un esempio lampante, metti in corto i poli di una batteria (molto simile a una pila galvanica) ci passa corrente nel filo o no? dici no perche non sai usare la legge di ohm?
e come puo fare uno, anche se dotato di buona volonta ad aiutarti a capire le cose?
[quote='IanSolo' pid='439056015' dateline='1487668283']
enio.rossi:
Parlo solo delle cose più semplici del bonding, evitando di analizzare il motore con o senza neutro a massa. Io penso che per avere una funzione la rete di metalli diversi bagnati dal mare,collegati da un filo debbano essere collegati ad un materiale (zinco) sacrificale che cede ioni al posto di tutti quelli collegati. Se fossero soltanto collegati tra loro ed immersi, il più debole di costoro sarebbe quello che cede ioni consumandosi.
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IanSolo:
In queste poche parole si e' sintetizzato correttamente il concetto. Purtroppo pero' non e' proprio semplice realizzare un buon circuito di bonding, serve un'analisi accurata sia sul modo di collegare gli elementi sia sulla scelta della corretta posizione e dimensionamento degli anodi sacrificali: il "fai da te" o il far fare al primo elettricista che capita puo' portare facilmente a peggiorare (anche gravemente) la situazone.
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enio.rossi :
La mia barca ha il sistema bonding dall'origine, credo fatto secondo le normative AY&IC e, almeno per le mie scarse conoscenze, è una cosa veramente complessa.
Una ragnatela di fili e straps di rame collega tutte le parti metalliche a contatto con l'acqua, incluso il motore Volvo (che a 'sto punto dovrebbe essere protetto) i tubi di riempimento di acqua e gasolio, il bulbo, ecc... A questo sistema è collegata anche la terra della AC ed il tutto è riportato a due zinchi ai lati del timone.
Ovviamente il motore (che è collegato al sistema bonding) non può avere il negativo della CC a massa ed ha un relé che attiva il collegamento solo all'accensione.
A mio avviso è una cosa enormemente complessa anche ad essere capita quando c'è. Figurarsi a farla.
Mi piacerebbe però avere un confronto con qualche AdV che abbia una barca fatta con lo stesso sistema, perché enormi dubbi mi assillano ad esempio nel caso uno dei collegamenti si ossidi o si interrompa per qualche motivo.
gli impianti elettrici, specie se in mare hanno una vita relativa modesta, per la mia esperienza a 20 anni non ci arrivano in nessun caso... ma ho visto anche sparire il rame nella protezione in 10.
sulle barche di alluminio spesso c'e' uno strumento vocato, stacca lo zinco e misura il potenziale tra zinco e bonding, ha un range di efficienza, il potenziale deve rientrare tra due valori, un minimo e un massimo, se esce indica che ci sono da cambiare gli zinchi o cercare un falso contatto.
i numeri non li conosco, immagino che sia possibile calcolarseli, forse e' proprio per questo che si dice che il sistema non funziona per il fai da te, presuppone un po di conti e di verifiche.
(21-02-2017 12:06)ZK Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 11:19)kermit Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 09:58)ZK Ha scritto: [ -> ]http://www.yanmaritalia.it/wp-content/up..._OM_IT.pdf
pagina 52.
non esiste solo la corrosione galvanica, quella elettrolitica e' molto piu efficiente.
due metalli diversi, immersi nello stesso elettrolita sono soggetti a corrosione certa del metallo meno nobile.
Galvani e Volta erano italiani, il primo giocava coi ranocchi, il secondo con gli elettroliti.. che c'azzeccano gli inglesi?
La pagina 52 è intenzionalmente bianca e non c'è nulla se ti riferisci alla pag. 48 il riferimento è solo all'SD20, sul mio SD50 l'anodo interno non c'è e l'anodo sull'asse c'è come su tutti i saildrive Volvo, rimane valida la mia impressione che sul Volvo si vedono più disastri rispetto a Yanmar.
Riguardo a due pezzi di metallo di diversa natura e collegati elettricamente sono allo stesso potenziale elettrico quindi non ci può essere pila galvanica
mi riferisco a pagina 52 del pdf, sul fatto che ci siano piu problemi sui volvo che sugli yanmar magari hai pure ragione, sarebbe da capire il rapporto tra pezzi e difetti. quello zinco l' ho cambiato pochi giorni fa a una barca quello spezzone rimasto, il piede non era buone condizioni.. tuttaltro.
a volte vederti cosi impegnato a difendere posizioni fantasiose mi fa quasi paura.
il buon @iansolo ti ha dato un esempio lampante, metti in corto i poli di una batteria (molto simile a una pila galvanica) ci passa corrente nel filo o no? dici no perche non sai usare la legge di ohm?
e come puo fare uno, anche se dotato di buona volonta ad aiutarti a capire le cose?
Mettere in corto una batteria carica significa provocare un corto circuito e di Ampere ne passano parecchie, ma se la batteria la si lascia scaricare alla fine di corrente non ne passa più ed è irrisoria.
Se due pezzi di metallo differente vengono collegati elettricamente non esiste più passaggio di cariche in acqua ma solo attraverso il cavo elettrico perchè gli elettroni scelgono sempre il percorso con meno resistenza.
Ed è per questo che fare un buon circuito di bonding non è facile, in quanto i collegamenti devono essere fatti con cavo di buona sezione e fissati alla barra (in rame) di equipotenzialità con cura e non è che spelli il filo di rame e lo attorcigli....con il tempo e le ossidazioni quel collegamento cessa di lavorare
C'è anche un altro strumento che segnala se c'è corrente (+ o -) che va sul sistema bonding e consente di individuare quale genere di dispersione ci sia. Certo che in questi casi è tutto ben protetto dalla corrosione, ma l'impianto richiede un'attenzione non comune tra i diportisti.
(21-02-2017 11:36)IanSolo Ha scritto: [ -> ]Kermit,
No , in quella prova i pezzi sono collegati tramite il tester senza altri fili di mezzo, se colleghi i due pezzi con un filo esterno la corrente scorre in tale filo e solo per questo non la misuri con il tester, in tale caso dovresti usare una molto sensibile pinza amperometrica ma, come ho detto, un tester impostato su misura di corrente si comporta come un comune filo elettrico e quindi il collegamento a bassa resistenza e' assicurato, semplicemente lo strumento e' in grado di dirti quanta corrente sata scorrendo dentro al suo filo interno.
In parole povere e' il tester impostato su corrente che sostituisce il filo di collegamento, in ogni caso per misurare la corrente che scorre in un circuito o si dispone di adatta (sensibile) pinza amperometrica o si interrompe il circuito e si interpone l'amperometro, ogni altro modo di misurare e' errato e privo di senso.
Fai una prova banale: poni un tester su portata ad es. 2A e con un altro tester misura la resistenza fra i morsetti del primo, troverai resistenza praticamente nulla segno che si comporta davvero come un normale filo elettrico.
Iansolo stiamo dicendo le stesse cose ma forse non ci capiamo, tu correggevi la mia affermazione che due pezzi di metallo differente collegati elettricamente non sviluppano la pila in acqua, ed ora mi dai ragione.
Si ovvio passa corrente nel filo di collegamento ed io dicevo proprio questo e su questo si basa il bonding, mentre se si sviluppa la pila in acqua c'è un effetto deleterio dovuto alla corrosione galvanica.
Insomma cerchiamo di capirci e lasciamo le cose stravaganti a qualcun altro
(21-02-2017 11:25)kermit Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 11:11)IanSolo Ha scritto: [ -> ]...
Mi riferisco solo a quaste parte a mio avviso errata, se metti in acqua due pezzi di metallo differente collegati tra loro elettricamente se misuri la sua differenza di potenziale tra i due metalli chiaramente è zero e pertanto non ci può essere passaggio di corrente
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Se due pezzi di metallo differente vengono collegati elettricamente non esiste più passaggio di cariche in acqua ma solo attraverso il cavo elettrico perchè gli elettroni scelgono sempre il percorso con meno resistenza.
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Ammettiamo per assurdo che questa affermazione sia vera ebbene gli elettroni che dal cavo elettrico passano da una parte all'altra che fine fanno ? Si accumulano sempre piu' fintanto che la parte che li riceve esplode ? E poi da dove si originerebbero questi elettroni ?
E poi per quale mai ragione dovrebbero spostarsi ? chi li spinge a fare una cosa contro natura ? (la natura tende alla staticita' e al minor dispendio di energia, muoversi ne richiede tanta).
NO ! la ragione di tale spostamento e' semplicemente il fatto che contemporaneamente si ha uno spostamento di elettroni (in realta' ioni) nell'acqua da un metallo all'altro che scaricandosi producono la differenza di potenziale che si manifesta come corrente che scorre da una parte all'altra nel filo che li congiunge. In pratica mentre sul filo che collega le due parti scorre una corrente altrettanta corrente (per questioni di equilibrio fisico) scorre in senso inverso nell'elettrolita (acqua in questo caso) in cui sono immersi i due metalli ed e' questa corrente che corrode essendo in realta' non un flusso di puri elettroni ma prevalentemente un movimento di particelle (atomi o molecole) ionizzate prodotte dalla scarica sulla loro superficie.
E' proprio collegando fra loro elettricamente due materiali conduttori di caratteristiche diverse che si produce la corrosione ! Fossero isolati il fenomeno non avverrebbe.
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Iansolo stiamo dicendo le stesse cose ma forse non ci capiamo, tu correggevi la mia affermazione che due pezzi di metallo differente collegati elettricamente non sviluppano la pila in acqua, ed ora mi dai ragione.
Si ovvio passa corrente nel filo di collegamento ed io dicevo proprio questo e su questo si basa il bonding, mentre se si sviluppa la pila in acqua c'è un effetto deleterio dovuto alla corrosione galvanica.
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NO ! NON stiamo per niente dicendo la stessa cosa !!!!!
Kermit, se non ti e' chiaro almeno abbi fede ! la galvanica ha fatto parte del mio mestiere per vari decenni.
A proposito di ioni che in una cella galvanica mangiano i metalli meno nobili, lo sapete che Arrhenius alla fine dell'800, aveva sviluppato una teoria sulla generazione degli ioni, che aveva presentato come tesi per il dottorato (teoria della dissociazione ionica) che fu (in pratica) respinta dagli esaminatori. Poi con questa tesi prese in Nobel ( e non era Obama!!)
P.S. l'ho imparata al corso per radioamatori, ma è carina no?
(21-02-2017 14:29)kermit Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 12:06)ZK Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 11:19)kermit Ha scritto: [ -> ] (21-02-2017 09:58)ZK Ha scritto: [ -> ]http://www.yanmaritalia.it/wp-content/up..._OM_IT.pdf
pagina 52.
non esiste solo la corrosione galvanica, quella elettrolitica e' molto piu efficiente.
due metalli diversi, immersi nello stesso elettrolita sono soggetti a corrosione certa del metallo meno nobile.
Galvani e Volta erano italiani, il primo giocava coi ranocchi, il secondo con gli elettroliti.. che c'azzeccano gli inglesi?
La pagina 52 è intenzionalmente bianca e non c'è nulla se ti riferisci alla pag. 48 il riferimento è solo all'SD20, sul mio SD50 l'anodo interno non c'è e l'anodo sull'asse c'è come su tutti i saildrive Volvo, rimane valida la mia impressione che sul Volvo si vedono più disastri rispetto a Yanmar.
Riguardo a due pezzi di metallo di diversa natura e collegati elettricamente sono allo stesso potenziale elettrico quindi non ci può essere pila galvanica
mi riferisco a pagina 52 del pdf, sul fatto che ci siano piu problemi sui volvo che sugli yanmar magari hai pure ragione, sarebbe da capire il rapporto tra pezzi e difetti. quello zinco l' ho cambiato pochi giorni fa a una barca quello spezzone rimasto, il piede non era buone condizioni.. tuttaltro.
a volte vederti cosi impegnato a difendere posizioni fantasiose mi fa quasi paura.
il buon @iansolo ti ha dato un esempio lampante, metti in corto i poli di una batteria (molto simile a una pila galvanica) ci passa corrente nel filo o no? dici no perche non sai usare la legge di ohm?
e come puo fare uno, anche se dotato di buona volonta ad aiutarti a capire le cose?
Mettere in corto una batteria carica significa provocare un corto circuito e di Ampere ne passano parecchie, ma se la batteria la si lascia scaricare alla fine di corrente non ne passa più ed è irrisoria.
Se due pezzi di metallo differente vengono collegati elettricamente non esiste più passaggio di cariche in acqua ma solo attraverso il cavo elettrico perchè gli elettroni scelgono sempre il percorso con meno resistenza.
Ed è per questo che fare un buon circuito di bonding non è facile, in quanto i collegamenti devono essere fatti con cavo di buona sezione e fissati alla barra (in rame) di equipotenzialità con cura e non è che spelli il filo di rame e lo attorcigli....con il tempo e le ossidazioni quel collegamento cessa di lavorare
questo post e' veramente triste, hai voglia di spiegarti meglio? non saprei cosa puoi trovare in lingua inglese, in italiano vai su viki e cerchi "cella galvanica" vedrai che ci trovi un po di chimica di base utile per capire il fenomeno.. e' la cella con la quale il Galvani faceva esperimenti sui ranocchi, capisco la tua ritrosia a leggerlo.
(21-02-2017 15:03)IanSolo Ha scritto: [ -> ]----
Se due pezzi di metallo differente vengono collegati elettricamente non esiste più passaggio di cariche in acqua ma solo attraverso il cavo elettrico perchè gli elettroni scelgono sempre il percorso con meno resistenza.
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Ammettiamo per assurdo che questa affermazione sia vera ebbene gli elettroni che dal cavo elettrico passano da una parte all'altra che fine fanno ? Si accumulano sempre piu' fintanto che la parte che li riceve esplode ? E poi da dove si originerebbero questi elettroni ?
E poi per quale mai ragione dovrebbero spostarsi ? chi li spinge a fare una cosa contro natura ? (la natura tende alla staticita' e al minor dispendio di energia, muoversi ne richiede tanta).
NO ! la ragione di tale spostamento e' semplicemente il fatto che contemporaneamente si ha uno spostamento di elettroni (in realta' ioni) nell'acqua da un metallo all'altro che scaricandosi producono la differenza di potenziale che si manifesta come corrente che scorre da una parte all'altra nel filo che li congiunge. In pratica mentre sul filo che collega le due parti scorre una corrente altrettanta corrente (per questioni di equilibrio fisico) scorre in senso inverso nell'elettrolita (acqua in questo caso) in cui sono immersi i due metalli ed e' questa corrente che corrode essendo in realta' non un flusso di puri elettroni ma prevalentemente un movimento di particelle (atomi o molecole) ionizzate prodotte dalla scarica sulla loro superficie.
E' proprio collegando fra loro elettricamente due materiali conduttori di caratteristiche diverse che si produce la corrosione ! Fossero isolati il fenomeno non avverrebbe.
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Iansolo stiamo dicendo le stesse cose ma forse non ci capiamo, tu correggevi la mia affermazione che due pezzi di metallo differente collegati elettricamente non sviluppano la pila in acqua, ed ora mi dai ragione.
Si ovvio passa corrente nel filo di collegamento ed io dicevo proprio questo e su questo si basa il bonding, mentre se si sviluppa la pila in acqua c'è un effetto deleterio dovuto alla corrosione galvanica.
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NO ! NON stiamo per niente dicendo la stessa cosa !!!!!
Kermit, se non ti e' chiaro almeno abbi fede ! la galvanica ha fatto parte del mio mestiere per vari decenni.
Si è come dici tu mi sono sbagliato
Quindi ricapitolando.
La mia situazione è/era questa
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Bulbo in piombo collegato alla massa comune del motore, sail-drive isolato
Venendo meno l'isolamento tra motore e SD, ecco la pila con i due metalli piombo del bulbo e alluminio del piede in acqua e collegati elettricamente tra loro dal motore.
Questo dovrebbe aver causato la corrosione. Corretto?
ragazzi,
non era mia intenzione scatenare una lotta filosofale, volevo solo chiedere, a coloro che hanno un saildrive volvo, che dovrebbe essere elettricamente disgiunto dal motore, di misurare la ddp e vedere se +o- è uguale per tutti quanti.
in ogni caso siccome non vorrei che a causa mia si sia indotti, magari anche solo per prova a fare delle cavolate deleterie, aggiungo anche una mio piccolo intervento che magari, potrebbe essere chiarificatorio ... vedete voi.
allora, in primis, in barca si possono instaurare 2 tipi di corrosioni: corrosione di tipo galvanico e corrosione di tipo elettrolitico, che sono molto ma molto ben diverse.
la corrosione galvanica avviene sempre quando 2 metalli di diversa nobiltà (ad esempio alluminio saildrive e ghisa motore oppure ancora bulbo collegato al motore) sono in contatto tra loro (in corto circuito) e sono immersi nello stesso elettrolita (acqua di mare). in questo caso si instaura quella che si chiama cella galvanica che porta alla CORROSIONE CERTA DEL METALLO MENO NOBILE (saildrive).
per questo motivo per non instaurare la cella si separano elettricamente i due metalli (guarnizioni di plastica volvo) e per opportuna sicurezza si mette pure un anodo sacrificale di un metallo ancora meno nobile dei primi 2 (zinco sul saildrive o sul motore)
per annullare la corrosione galvanica a nulla, ma proprio a nulla serve il bonding (corto circuito o equipotenzialità) tra i diversi metalli, anzi il bonding instaura la cella galvanica che porterebbe necessariamente alla corrosione del saildrive, se non mettessi un anodo sacrificale ben dimensionato che il bonding porterà necessariamente a consumarsi, per salvare il saildrive.
ed allora perchè -volendo- faccio il bonding e lo tengo sempre sottocontrollo in termini di consumo dell'anodo sacrificale? lo faccio per evitare il secondo tipo di corrosione che è quella elettrolitica.
La corrosione elettrolitica avviene ogni volta che un metallo (saildrive, motore, prese a mare, bulbo etc. ) disperde corrente in un elettrolito, perchè a causa di quella corrente (le famose correnti vaganti) si consuma.
La differenza tra la corrosione galvanica e quella elettrolitica è che in quella elettrolitica il potenziale elettrico viene imposto (dispersione da contatti con una batteria a bordo, da collegamenti spuri con la 220 in banchina etc), che quella elettrolitica è molto più elevata e che per innestarla basta una coppia di metalli qualsiasi, anche uguali.
La corrosione elettrolitica è infatti sempre causata da correnti vaganti, che invece di rientrare al negativo della batteria attraverso gli appositi cavi, trovano più comodo, in ragione della presenza di acqua di mare, di umidità, o anche di falsi contatti, rientrare con percorsi diversi.
Per evitare ciò rendo equipotenziali tutti i metalli affinchè in essi sia impossibile il passaggio di una corrente.
quindi riepilogando per evitare di avere corrosione galvanica sul saildrive è bene rendere discontinuo saildrive da motore e possibilmente mettere un anodo sacrificale. se li lascio continui (secondo quello che voi dite caso yanmar) occorre solo sperare nel buon funzionamento dello zinco (anodo sacrificale.
per evitare le corrosioni elettrolitiche l'unico modo e fare bonding (sempre con anodo sacrificale - zinco - che mi annulli gli effetti deleteri della imposizione della cella galvanica causata dal bonding stesso) o per chi non ha il bonding cercare di monitorare la presenza di correnti vaganti ed annullarle (visto che non si può annullare la presenza dell'elettrolito (umidità, acqua di mare, falsi contatti etc) e comunque utilizzare un anodo sacrificale (zinco) che nella catena di consumo elettrolitica causata dalle correnti vaganti sarà il primo a consumarsi (se interessato)
spero di aver portato un contributo alla discussione e comunque, a chi potesse chiedo la cortesia di fare la verifica che ho illustrato nel mio precedente post.
ps
allego schemi elettrici delle due celle
(21-02-2017 19:58)st00042 Ha scritto: [ -> ]Quindi ricapitolando.
La mia situazione è/era questa
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Bulbo in piombo collegato alla massa comune del motore, sail-drive isolato
Venendo meno l'isolamento tra motore e SD, ecco la pila con i due metalli piombo del bulbo e alluminio del piede in acqua e collegati elettricamente tra loro dal motore.
Questo dovrebbe aver causato la corrosione. Corretto?
questa e' una cella galvanica, in un tot di tempo porta alla corrosione dello zinco, finito lo zinco la cella comincia a corrodere l' alluminio.
che questo spieghi quella corrosione cosi importante del tuo piede me, non mi convince.
come e' stato possibile creare un ambiante alcalino all' interno del piede?
questa e' secondo me la domanda a cui trovare risposta. non ce l ho ma se non e' un problema di acidita.. deve per forza esserci stata una corrosione elettrolitica.
(21-02-2017 20:00)santicuti Ha scritto: [ -> ]..
spero di aver portato un contributo alla discussione e comunque, a chi potesse chiedo la cortesia di fare la verifica che ho illustrato nel mio precedente post.
ps
allego schemi elettrici delle due celle
non mi trovo con:
"per annullare la corrosione galvanica a nulla, ma proprio a nulla serve il bonding"
questo rigo, ma forse e' solo un problema di linguaggio.
per il resto.. penso che quel sail drive di @st0042 sia finito cosi per una corrosione elettrolitica, una galvanica tra piombo e alluminio ce la vedo risicata, pure se il bolbo rispetto al piede ha una dimensione importante.. e' un aspetto di cui non si e' parlato..
un rivetto di alluminio su una lastra di inox ci campa un paio di giorni, viceversa la corrosione su un albero per l' uso di un rivetto inox non isolato e' veramente poca cosa... le superfici relative tra anodo e catodo contano molto.
(21-02-2017 19:58)st00042 Ha scritto: [ -> ]Quindi ricapitolando.
La mia situazione è/era questa
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Bulbo in piombo collegato alla massa comune del motore, sail-drive isolato
Venendo meno l'isolamento tra motore e SD, ecco la pila con i due metalli piombo del bulbo e alluminio del piede in acqua e collegati elettricamente tra loro dal motore.
Questo dovrebbe aver causato la corrosione. Corretto?
Perché il bulbo (in assenza di un sistema di bonding) è collegato al motore?
Il bulbo non è ricoperto di VTR?
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