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Versione completa: problema stampo femmina
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... guarda. Non dico nulla!

Se non di consigliare a quelli qui, a cui fosse venuta una mezza idea, di trovarsi nel frattempo un rottamatore di elettrodomestici...

A proposito. Tu dove l'hai trovato? A causa delle nuove normative, ecologiche, qui da me é diventato un oggetto raro.
Per fortuna io ho trovato quello di un frigo a pozzo. Bello robusto.
eclypse mi chiarisci la realizzazione dell'altro semiguscio (speculare) dello stampo femmina?
cosè quel cordome in comunicazione con gli ingressi vuoto, resina?
ciao
L’altro semiguscio speculare al primo ,giusto per semplicità li chiamerò il destro e il sinistro .
Finora supponiamo di avere realizzato il destro . Per realizzare il sinistro ci sono due strade
a)Prendi la tavola superiore la separi (sviti i dadi superiori) da quella inferiore ,la ruoti per la longitudine di 180° e la riavviti su quella inferiore rimetti ,anche questo rovesciato ,il timone originale al suo posto e ripeti tutte le operazioni viste fin qui.
b)Prendi il controstampo ,già realizzato,vi adagi dentro il timone originale .
A questo punto avrai esposta l’altra metà del timone la sinistra appunto .


Plastilina sui contorni e sui fori di fissaggio dell’originale rasatura della stessa PVA etc…
Io ho seguito la b l’unica accortezza ,secondo me obbligatoria , sulla flangia perimetrale del primo controstampo inserire dei perni,si trovano in commercio maschio femmina , almeno quattro ,sei è meglio, in modo che quando separerai i due controstampi li potrai riaccoppiare perfettamente allineati durante la fase di incollaggio dei due semigusci e l’indurimento definitivo della resina .All’interno del controstampo non avranno opportunità di svergolare .Ricordo che l’epossidica continua ad “indurire” ,inducendo tensioni sul pezzo, per 5-7gg .
Se poi come nel mio caso necessita di postcottura sto procedimento è assolutamente indispensabile.
Nota sui perni in questione. Si avvitano sul primo pezzo si lamina addosso il secondo e in uno rimane affogato il maschio nell’altro la femmina.

Il cordone?! altro non è che una spirale plastica quella che si usa per tenere in ordine i cavi elettrici es. quelli dei computers

Qui il pezzo dopo l'infusione
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Un ingrandimento per il tubo spiralato
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Guest ,da noi,c'è la raccolta differenziata ed il ritiro degli ingombranti da parte del comune.
Ci vuole pazienza,si va a giro magari in campagna li passano meno frequentemente per il ritiro, ed usano di più i congelatori ottime fonti d'approvigionamento Smile
Indivituato la/e prede un raid con tronchesi e pinze...Cool
nell'ultima foto, nell'angolo si intravede un tessuto bianco sotto al carbonio, è la vtr dello stampo o altro?
È peel ply non ancora intriso di resina ,sembra bianco , asciutto è rosa e traslucido essendo a contatto col carbonio che è nero ed illuminato dal flash della macchina fotograficaSmile appare bianco.
ok, ora come hai unito i due gusci in carbonio?
PREMESSA , COSi’ FECI PER LA PRIMA REALISE ne esiste una seconda con gli estradossi interni….
Comunque anche questa naviga eccome.
ED OKKIO COMUNQUE AGLI IMPATTI LATERALI VIOLENTI ESEMPIO NEL RIENTRO A RIVA CON I TIMONI SOLLEVATI . I timoni così a bandiera offrono alle onde di risacca un importante superficie ed una leva ,rispetto al punto di fissaggio ,molto favorevole .
Quindi è meglio ,in quella fase, lasciarli liberi di muoversi senza immobilizzarli alla barca con qualche scottina come fa qualcuno...Smile
Ricordo che il tessuto di carbonio non ha la stessa resistenza della VTR agli urti .

Una volta rimessi i semigusci ,ancora da scontornare , ognuno nel proprio controstampo.
Ho realizzato una “pappina” unendo resina,già addizionata di induritore, ad un additivo in polvere . Che si chiama -fibre di cellulosa- si ottiene un impasto (cito alla lettera dall’etichetta del costruttore) con consistenza simile al ” burro di arachidi “ ,quindi tissotropico (sta in posa anche in verticale senza colare).
Preparato l’impasto ,ho realizzato con questo una flangia interna lungo tutto il perimetro di ogni semiguscio ,con una larghezza da quattro a sei cm .
Nella parte bassa dove lo spazio interno si restringe maggiormente ed in corrispondenza del bordo d’entrata (qui gli impatti durante gli “approdi” alla riva possono essere frequenti ) .Ho inserito alcune striscette di tessuto ed aumentato la larghezza della “flangia” .
Si riuniscono i controstampi ,adesso ci rendiamo conto dell’utilità dei perni guida, e si serrano fra di loro con dei bulloncini tipo 6mm diametro e si lasciano così per qualche giorno dopo di che si scontorna il pezzo e si rifila .
Questa è la procedura IN GRANDI LINEE perché poi va prevista una finestrina (ritaglio) di 1,5x4-5 cm sul bordo in alto dal quale ,messo in verticale il pezzo, coleremo a piccole dosi successive fino al riempimento totale del guscio del poliuterano bi componente ,e quindi stuccheremo la finestrella con la solita pappina e una toppa a misura di tessuto di carbonio ,sarà in alto non disturberà l’estetica e magari sulla toppina (doppia t )Big Grin ci scrivete il vostro nome e lo resinate.
N.B. Il riempimento è necessario farlo a piccole dosi lasciando il tempo alla schiuma di espandersi con a disposizione lo spazio necessario .
Se colassimo subito tutta la quantità necessaria al riempimento ,nell’espansione la schiuma gonfierebbe il timone alterandone la forma .
p.s. il volume interno di questo timone è circa 3,2 litri io ho adoperato l’ESPAK 90 di prochima che come suggerisce il nome ad espansione avvenuta raggiunge una densità di 90kg/m3 e con un rapporto di espansione 1 : 4-5 volte.
insomma li hai incollati con questa pappina e li hai rifilati dopo l'incollaggio (cioè levato il risvolto di lavorazione)? non si vede esternamente la linea di taglio dei risvolti e di unione tra i due gusci?
per come lavori penso proprio di no!Big Grin
estradossi interni...???
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da mania2
insomma li hai incollati con questa pappina e li hai rifilati dopo l'incollaggio (cioè levato il risvolto di lavorazione)? non si vede esternamente la linea di taglio dei risvolti e di unione tra i due gusci?
per come lavori penso proprio di no!Big Grin
estradossi interni...???
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
E qui arriviamo al mio... Io ho fatto sempre il bordino interno.
Non ho mai fatto con i perni interni. Mi fai vedere come hai fatto tu?
Mania 2 mi sopravvaluti! di taglio la giunzione si vede .
In questa foto ,sul uno dei pezzi non ancora finiti,è in grigio l'avevo colorata io aggiungendo un pizzico di toner-usato per fotopiatrici alla pappina di cui sopra per vedere come stava.
Poi a parte il fatto che il toner ,almeno quello esausto ,è molto meglio non usarlo perchè reagisce con la resina me ne sono accorto subito ma ormai volevo finire il prototipo...
Nel timone finale la pappina l'ho mischiata con dell'ossido è diventata nera e praticamente indistinguibile dal resto ,insomma a me non dispiace affatto.
&gt; Guest, mi spiace,42 non ho ben capito la domanda di quali perni interni stiamo parlando ? Io non ne ho usati se non sulla flangia dei controstampi per poi riaverli in dima.

qui vedi la linea di accoppiamento e la finestra per la colarura del poliuretano bicomponente...
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da eclypse
&gt; Guest, mi spiace,42 non ho ben capito la domanda di quali perni interni stiamo parlando ? Io non ne ho usati se non sulla flangia dei controstampi per poi riaverli in dima.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Si hai ragione mi sono espresso male. Fin dal mio primo prototipo ho avuto il problema dell'accoppiamento dei due semigusci. Avevo sempre paura che i due semigusci si aprissero.

Quindi, invece dei perni guida, ho creato alcuni 'risvolti' nel carbonio per avere due superfici da incollare insieme. Poi un pò di stucco pigmentato, e la cosa é stata risolta.
Per me é stata la cosa più complicata dell'intero lavoro.
[quote]Messaggio inserito da eclypse
PREMESSA , COSi’ FECI PER LA PRIMA REALISE ne esiste una seconda con gli estradossi interni….

Mi piacerebbe vedere o capire come hai fatto.

,ho realizzato con questo una flangia interna lungo tutto il perimetro di ogni semiguscio ,con una larghezza da quattro a sei cm .

Non ho capito! potresti spiegare meglio o se non hai fatto foto inserire un disegno?


Nella parte bassa dove lo spazio interno si restringe maggiormente ed in corrispondenza del bordo d’entrata (qui gli impatti durante gli “approdi” alla riva possono essere frequenti ) .Ho inserito alcune striscette di tessuto ed aumentato la larghezza della “flangia” .

Anche qui, gentilmente, disegnino come sopra.


Si riuniscono i controstampi ,adesso ci rendiamo conto dell’utilità dei perni guida, e si serrano fra di loro con dei bulloncini tipo 6mm diametro e si lasciano così per qualche giorno dopo di che si scontorna il pezzo e si rifila .

Ecco qui non mi è chiaro! che superficie di incollaggio ho, se rifilo?



....al riempimento totale del guscio del poliuterano bi componente ,e quindi stuccheremo la finestrella con la solita pappina....

Avevo visto fare dei timoni con l'inserimento di fogli sottili di airex all'interno dei due gusci, prima che questi venissero incollati.
L'airex che sbordava veniva levigato a filo del semiguscio.


Ultima domanda: avendo usato una tecnica sofisticata come l'infusione che garantisce caratteristiche superiori al laminato, come mai non hai usato la resina epossidica? (ed il gelcoat epossidico di conseguenza).
Ciao e grazie per le informazioni che ci stai regalando
Mario
Dunque: mi spiace di non essermi spiegato bene,credo che succeda un po'a tutti quando hanno ben presente il risultato finale di quello che provano a descrivere semplifichiamo troppo.
La prima questione è sui cosi detti 'perni' ,ordine cronologico nessuna preferenza Big Grin.
Con i perni intendevo indicare dei cilindretti metallici lisci,ne esistono adatti all'uso in commercio, fissati verticalmente non più di quattro sui vertici e il più all'esterno possibile ,vedremo poi il perché ,nella flangia di accoppiamento del controstampo esempio il SX sporgenti per circa 3-4mm.
Quindi una volta fissati sti' perni si lamina il controstampo dx con la modalità descritta resinando anche i perni stessi,precedentemente trattati con distaccante insieme a tutto il resto , nel controstampo dx . A cose finite avremo i perni sulla flangia su uno dei controstampi ,nell'esempio il SX, e sulla flangia del controstampo DX delle cavità.
Perciò quando li riaccoppieremo per incollare i semigusci i controstampi si accoppieranno esattamente nella posizione originale e questo è importante ! Tutto questo viene ancora meglio se si comprano i “perni” commerciali che sono composti da un maschio e una femmina .
Aggiungo ,se pensiamo di utilizzare il metodo dell’infusione ,la flangia dei controstampi dovrà essere molto ampia almeno 7 cm per ospitare “Perni” nastro sigillante e spirale d’estrazione dell’aria.
QUI provo a chiarire un'altra cosa. La resina ed il gelcoat poliestere li ho usati solo per realizzare i controstampi costa molto meno .
IL MANUFATTO ,timone, è stato realizzato con epossidica e senza gelcoat.
LA FLANGIA d’incollaggio ,leggasi colata di pappina, è realizzata all’ interno dei semigusci ,lungo tutto il perimetro e non comprendendo le “labbra-flange” dei semigusci stessi infatti quest’ultimi saranno poi recisi.
Nella prossima chiarisco perché non ho usato lo aerex cosa intendo per “estradossi interni” ,che in pratica sono rinforzi , e se qualcuno lo vorrà parleremo di infusione nel dettaglio .
Il tipo di resina ,a quanto conviene tirare il “vuoto” eventuale descrizione dell’aggeggio auto costruito per farlo e alcune fasi critiche .IL TUTTO ,OVVIAMENTE,SECONDO LA MIA ESPERIENZA ,che ripeto non ha pretese di essere una “bibbia” ma anzi occasione per critiche costruttive e scambio di consigli .Allego una foto del marchingegno per il vuoto così il GUEST vede che ci aveva colto in pieno Cool

un bicilindrico e anomalo per giunta...Wink
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devo assolutamente complimentarmi per il lavoro veramente notevole.
Smile
Grazie Andros Blush
Rispondo un attimo al Mario Falci sullo airex :
considerando che il timone in questione ha un profilo alare .
Quindi gli ,ormai famosi semigusci , non solo saranno concavi all’interno ma anche di “profondità” variabile nel senso della lunghezza . Per utilizzare lo airex dovremmo dargli una forma identica al volume interno racchiuso dai semigusci (lo dovremo sagomare esattamente come il timone solo un po’ più piccolo ) per esempio io non sarei in grado di farlo.
Il materiale usato per riempire ,dovrà poi essere incollato perfettamente per tutta l’area interna dei semigusci dando così luogo ad una struttura cosi detta a sandwich .
Dove la pressione generata dalla spinta dell’acqua o da un impatto su una delle due facce (chiamate meglio pelli) del manufatto ,si scarica sull’altra generando una tensione nel verso dell’ allungamento delle fibre del composito ed essendo il questo nel nostro caso (carbonio) a coefficiente di allungamento praticamente nullo impedirà la deformazione .
Certo superando un certo limite ,o se si è costruito male il pezzo ,si rompe tutto ma questo lo sapevamo già no?!
Detto tutto questo anch'io credo sarebbe meglio airex o altro ma io non lo so fareDisapprovazione
Intanto grazie per le risposte esaurienti e chiare. Riguardo l'infusione e il sacco a vuoto sono molto interessato perchè sinora ho sempre laminato manualmente e vorrei migliorare la qualità dei miei manufatti. Ho sempre rimandato ritenendo troppo lungo e costoso organizzare la laminazione con il vuoto per produrre oggetti non in serie. E' anche vero che ad oggi ho costruito tre derive e quattro timoni e comincia a pesarmi il fatto di non aver realizzato uno stampo.
Per l'airex come anima di un timone ti dico quello che ho visto e ricordo. Venivano incollate delle striscie di airex di piccolo spessore (3-4mm) all'interno del semiguscio facendole sbordare e a piu strati. L'eccesso veniva poi eliminato usando carta vetrata su un tampone ed usando come dima lo stesso semiguscio. Idem sull'altro semiguscio.
Ciao
Mario
estradossi esterni, mi interessa capire cosa sono e come cambia la realizzazione del pezzo.
Per il vuoto pensavo usassi un motore di frigo, che mi pare di riconoscere nella foto (2 vero?), però si vede una apperacchiatura un pò più complessa, ce la descrivi?
E poi l'infusione...
ciao
paolo
E' un paio d'anni che mi documento random sulle tecniche di laminazione senza mai avere il coraggio di fare qualcosa, non ho niente per la lavorazione della resina, quale pensate che sia l'attrezzatura base adatta per cominciare (ha senso iniziare con le tecniche a vuoto e infusione?)

Oltre al generatore di vuoto fatto con i compressori per frigorifero pensate abbia senso costruire una macchina a filo caldo per sagomare le schiume?
Mario prendo atto idea semplice le striscioline di airex e come al solito semplice = efficace a volte proprio non viene in mente. Secondo me direbbero a Roma “ se po’ fa” (con qualche accorgimento ).
Il fatto di laminare manualmente e senza sacco a vuoto di per se implica due cose:
a) Eccessivo rapporto resina /fibre si sta su 1:1 con conseguente aumento di peso del manufatto e questo inoltre non vuol dire migliori qualità meccaniche anzi! L’esatto contrario ! Si perché la resina dovrebbe servire solo ad incollare le fibre del materiale di rinforzo (leggasi VTR Carbonio Aramidico e/o quant’altro ) .Altrimenti se c’è troppa resina ,sotto sforzo ,succederà come in una catena l’anello più debole si romperà e sarà la resina appunto! Qui ho semplificato per rendere il concetto, ma il risultato è quello.
b) Difficilissimo se non impossibile togliere tutta l’aria inglobata nella resina (durante la miscelazione con l’indurente) e dalle fibre del tessuto specialmente nei nodi dove ordito e trama si incrociano .La conseguenza è un impoverimento delle proprietà meccaniche del pezzo finito. Del resto l’ho detto le fibre devono essere incollate dalla resina una a l’altra e “vicine vicine” come dice striscia ma se c’è in mezzo l’aria…
c) La finitura superficiale all’uscita dallo stampo non sarà un gran che ,anche qui l’aria avrà fatto la sua parte lasciando la superficie piena di piccoli crateri .Questo non è mortale una buona stuccatura e carta abrasiva con grammatura a scendere la sistemeranno ,ma che lavoro pall….so ,scusate.
d) Si lamina ad bagnato su bagnato = un sacco di roba pennelli spatole rulli frangibolle da ripulire.
Col bagging ,ossia sacco a vuoto, si toglie quasi e dico QUASI tutta l’aria inglobata .Si migliora ,anche molto , il rapporto resina/fibra perché la resina in più verrà assorbita dal feltro areatore e buttata con esso a fine lavoro.
Le fibre a differenza di prima, rimangono“vicine vicine” a causa dello schiacciamento del sacco dovuto alla depressione (vuoto) .
L’infusione pone rimedio a queste problematiche il rapporto resina/rinforzo (lo possiamo decidere con degli accorgimenti magari spieghiamo in seguito) ma già nell’uso più semplice peel play –microforato –eventuale filtro areato ma di grammatura mooolto bassa.
Stiamo facilmente con un rapporto resina /fibra intorno allo 0,40 -0,45 e resina in più da buttare non ce ne sarà = risparmio su un componente costoso. Wink
L’aria viene aspirata nella sua totalità (magari al “microscopio” la nostra ,in questo caso , nemica si vede ancora). Allora ci vorrebbe un’autoclave che aumenta la differenza di pressione fra la pressione di “gonfiaggio” delle bolle d’aria(sono a pressione ambiente) e l’atmosfera a pressione ,elevata ,6-8bar all’interno dell’autoclave ma questa è un’altra storia e a mio avviso assolutamente non indispensabile nell’uso amatoriale anche serio .Però se qualcuno ne ha costruita una la vedrei volentieri .
Si lavora a secco ,gli strati di fibra sono posizionati uno sull’altro senza essere ancora intrisi di resina ,lasciandoci liberi di riposizionarli a piacimento .
Non c’è nulla da ripulire eccetto il “mestolino” usato per mescolare la resina
Le complicazioni ? Si che ci sono ,cito solo la più importante una volta iniziata l’infusione di resina il processo non è reversibile ,non potrà esserci nessuna perdita di vuoto all’interno del sacco .
Se accade si butta tutto.Sadsmiley
Gli estradossi interni = niente altro che rinforzi 'nervature' da creare lungo la linea di massimo sforzo nel mio caso longitudinalmente ,usando profili tipo omega.Rendono il tutto più rigido e si puo'arrivare a risparmiare anche uno strato di fibra costosa.
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