Citazione:randaio ha scritto:
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La barca si difendeva di poppa ma di bolina perdeva velocità se voleva fare angolo come gli altri ed aveva questo comportamento: di bolina dovevi cercare di metterla sullo spigolo( 22° di sbandamento, l'armatore aveva montato l'inclinometro) in modo, credo, di aumentare la lunghezza a al galleggiamento, cosi rendeva abbastanza bene. Appena si appoggiava sull'acqua si fermava.
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Ripesco questo post di randaio per alcune riflessioni del tutto teoriche che si adattano non solo al 350, ma a tutte le barche cuneiformi
con doppio timone. Ciò per non continuare a dire male o bene di qualcosa solo per partito preso....
La barca cuneiforme, è assodato, se messa piatta sull'acqua ha una gran superficie bagnata, dunque con poco vento il suo rapporto SV/Sbagnata è relativamente basso, dunque le prestazioni non sono molto brillanti
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Per farla andare bisogna sbandarla di 22/25 gradi, che non è poco: ciò, se da un lato consente di navigare sul ginocchio sello scafo e di ridurre dunque la superficie bagnata, comporta un paio di inconvenienti di non poca importanza sul piano velico e sulle appendici.
Prendendo per buona l'inclinazione indicata, ci giochiamo dal 2 al 3 % della superficie velica proiettata sul piano verticale, ovvero circa 2 mq. su una settantina, che però nei compensi (ed al velaio) paghiamo: a questo aggiungiamo che mano a mano che aumentiamo l'inclinazione di un ala, l'angolo di incidenza, a parità di flusso, diminuisce, inoltre aumenta la resistenza indotta (aggiungo che le vele dovrebbero essere progettate tenendo conto dell'inclinazione): dunque la nostra capacità di stringere è di qualche grado inferiore a quella che avremmo a barca piatta sull'acqua.
Per quanto riguarda la deriva la situazione è anche peggiore:
ci giochiamo la stessa percentuale di pescaggio e di superficie (2/3 %) per l'inclinazione (circa 5 cm di pescaggio), il flusso diminuisce l'angolo di incidenza, dunque per ripristinare quest'ultimo aumenterà in egual misura lo scarroccio, non ho il disegno dello scafo, ma, dato che il ginocchio dovrebbe essere ad una cinquantina di centimetri dall'asse di simmetria, presumo che a quei gradi di sbandamento l'attacco del bulbo si alzerà rispetto alla posizione a barca diritta di circa una quindicina di centimetri.....il che porterà il pescaggio reale da 2.15 a circa 1.95.....con conseguente diminuzione di superficie, di efficienza e, se siamo troppo vicini alla superficie, pure con qualche fenomeno di ventilazione.
Tutto ciò, solo per dire che dato che le leggi della fisica non sono controvertibili, non potremo aspettarci che una barca 'cuneiforme' sia competitiva con quelle strette 'old style' in bolina con vento leggero, o finchè lei è costretta a navigare sbandata e gli altri riescono a navigare diritti, oppure finchè la sua larghezza non diventi un vantaggio, ovvero comporti un surplus di momento raddrizzante che si traduca in potenza, mentre gli altri siano costretti a depotenziare e/o a sbandare.
Ciao