RE: Elica corrosa da correnti galvaniche
Senza che nessuno trascriva alcunché, tutti i miei interventi circa l'argomento, e sono tanti, sono visibili a chi vuol farlo cercando nel forum con un po' di pazienza, anche senza l'intervento di "sponsor".
Che le mie esposizioni siano il verbo, nessuno lo crede, nemmeno il mio più caro amico e nemmeno io stesso che sono, peraltro, molto presuntuoso; che ciò che scrivo sia frutto di una qualche riflessione e di un po’ di esperienza, “sporcandomi le mani”, questo sì, ho la presunzione di pensare che pochi lo possano negare.
Ma, a me pare che si possa dubitare leggendoti che nemmeno il tuo dire sa di “verbo”, né sottende una qualche scienza infusa, questo detto come osservazione personale e non offensiva, ma soprattutto senza la presunzione che traspare dalle tue risposte, mi viene il dubbio che ci sia una buona dose di nozionismo, non so quanto supportata da verifiche sul campo; detto in altri termini, mi sorge il dubbio che non ti sia “sporcato” molto le mani.
Così, qualche osservazione a caso, però, la faccio, tanto fesserie nella mia vita ne ho dette e fatte talmente tante che una o due in più non faranno alzare la media delle castronerie che ho scritto sul forum.
La conduttività dell’elettrolita, non determina o meno il fenomeno, influisce, semmai, solo sulla sua “velocità” (chiamiamola così).
Per le costruzioni navali, a me risulta si usino leghe in relazione agli spessori necessari e al loro grado metallurgico, alluminio magnesio AA5083, AA5059, per scafo e parti esterne, e leghe di alluminio magnesio silicio AA6005A, AA6082, per ordinate, costolature e rinforzi, tenendo ben presente che i trattamenti termici delle saldature, se non ben calibrate, ne possono alterare le caratteristiche meccaniche ed è l’insieme di tutti questi fattori che determina il potenziale teorico dell’intera barca.
Per inciso, la passivazione dell’alluminio, niente ha a che vedere con l’inox, che più e lucido, meno risente delle aggressioni esterne.
Amperaggio e conduttività, mi pare siano due cose diverse, e la conduttività si può sì misurare con la scala Ohmica che misura la resistenza: meno resistenza c’è, maggiore è la conduttività; ma nello specifico forse vale ricordare la legge di Ohm.
“L'intensità di corrente in un circuito è direttamente proporzionale alla tensione ad esso applicata ed inversamente proporzionale alla resistenza del circuito stesso".
La sua espressione matematica è: I = V / R
Ne consegue che in un circuito non alimentato è possibile la misurazione fatta.
Poi potremmo stare a discutere ore sui diagrammi di Pourbaix, su quelli di Evans, sul comportamento anfotero dell’acqua, e quello, anfotero pure lui, di zinco, stagno, alluminio e dei loro ossidi, diverso a seconda del PH della soluzione nella quale sono immersi, come pure potremmo discettare delle discordanze delle tabelle, alcune delle quali prescindono dai potenziali diversi che possono assumere i metalli immersi in ambienti aggressivi reali, e che quindi stabiliscono delle serie galvaniche teoriche e non reali, o meglio pratiche: direttamente rilevate osservando l’accoppiamento di metalli diversi in differenti ambienti (elettroliti).
Ma credo che sarebbe dell’accademia fine a se stessa, di nessun interesse comune e, in fondo, noiosissimo, come quando parlo delle mie barche, che non hanno avuto né anodi sacrificali, né corrosioni.
Per cui, “volemose bbene” e rimaniamo ognuno con le sue idee, sbagliate o giuste che siano, senza appesantire oltremodo il forum.
Acqua, anice e fotografie (Angelo Musco)
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