(12-05-2015 14:56)ZK Ha scritto: basta un kg di olio di troppo per ridurre di volume la camera di espansione dei cilindri di quanto basta a non far tenere il minimo o a non far raggiungere il massimo regime a piccoli motori monoclindrici.. (si chiama trasformazione adiabatica, trasforma il lavoro in calore quando il pistone scende ma poi non lo rende quando sale) quelli grossi con molti cilindri ne sono meno influenzati.
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penso all' eccesso di olio che e' un classico dei meccanici che ormai l' hanno preso e preferiscono fatturarlo che riportarselo a casa.
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Il Forum ha molti valori, tra i quali la risoluzione di problemi tecnici o pratici (Dove posso trovare a Livigno l' acido ossalico per pulire la tuga?), la promozione dell' amicizia tra i Forumisti (e quindi cene e raduni), e la diffusione della cultura, specialmente di quella tecnico scientifica.
Questo mio modestissimo intervento sta in quest'ultimo ambito, lo premetto per chiarire che pur non dicendo niente di utile per Canadese (il quale il livello dell' olio a questo punto lo avrà certamente controllato) NON voglio fare accademia ne tantomeno polemizzare con ZK.
:-)
Secondo me quella ipotesi di ZK, pur suggestiva e stimolante, non era pertinente, a causa della velocità del ciclo di compressione/decompressione dei gas nel monoblocco, velocità che impedisce di fatto un discreto delta nel passaggio di calore attraverso le pareti di monoblocco e coppa.
Non sto parlando del flusso di calore continuo verso l' esterno, sto parlando del plus durante la discesa del pistone, e del minus durante la sua risalita.
In altre parole, l'ipotesi di ZK era questa:
se abbiamo una molla a gas e la comprimiamo, facciamo un certo lavoro; se a fine compressione blocchiamo la molla a gas e solo dopo un congruo tempo di attesa la sblocchiamo e le consentiamo di riallungarsi, essa nel suo riallungamento ci restituirà un lavoro assai minore di quello che le avevamo fornito durante la compressione. Qualche perdita di energia la giustifichiamo con attriti, ma quì all' appello di energia ne manca parecchia: dove è finita?
E' finita che nella compressione il gas si è scaldato, e poi durante la congrua attesa (ricordate?) prima del riallungamento il calore nella camera della molla a gas se ne è andato nell' ambente esterno, sottraendo alla molla proprio quell' energia (sotto forma di ulteriore pressione del gas e quindi maggiore forza attesa nell' allungamento) mancante all' appello.
Fin quì l' ipotesi di ZK.
Ma se noi isoliamo termicamente la molla a gas, o meglio ancora se
svolgiamo rapidamente il ciclo compressione/espansione, tendendo così a realizzare un ciclo adiabatico perfetto e reversibile (adiabatico=senza passaggio di calore), non diamo tempo al sistema di scambiare calore con l' esterno, e quella perdita di energia, e quindi quella perdita di potenza del motore di Canadese, non la subiamo.
Ricordiamo in proposito che il pistone di Canadese quando gira al minimo fa un ciclo completa di giù/su in circa sette centesimi di secondo, che si riducono a 3 centesimi quando il regime va a 2000 giri al minuto.
Mi sembra di intravedere anche una elegante dimostrazione per assurdo (le dimostrazioni per assurdo sono sempre molto eleganti, anche se spesso portano solo a una conoscenza negativa, cioè a sapere che qualcosa è impossibile) della inapplicabilità dell' ipotesi termodinamica di cui si era parlato, dimostrazione basata su curva di potenza, curva di assorbimento, rendimento del motore, calore dissipato....
A un conto sommario sarebbe andato tutto arrosto.
Saluti