<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]
Messaggio inserito da einstein
La balumina con tanta aria si apre da sola, il problema e' farla aprire con poca; sei proprio certo di aver usato tutte le armi disponibili per aprire la randa sopra l'incappellaggio?
E comunque, non esagererei con il grasso in testa e in base, ricordati sempre gli effetti nefasti, specialmente con poco vento, causati dai vortici di estremita'.
ciao
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Le armi disponibili le ho usate tutte, almeno quelle a disposizione della mia umile barchetta
Se la randa fosse una bandiera si posizionerebbe sempre nella direzione del vento. Però il suo mestiere non è quello di sventolare, ma quello di imbrogliare per creare forza propulsiva.
Ecco allora che per forma e per altri fattori che si oppongono al suo libero sventolamento, certe rande non riescono ad aprirsi come dovrebbero nella parte alta
E questo per le cause di cui ho già detto dei miei interventi precedenti.
Primi fra tutti il poco allunamento e la tavoletta corta, i quali espongono poca superficie al vento e quindi non subiscono quella pressione sufficiente per vincere la resistenza provocata dalla drizza che crea tensione impedendo alla randa di orientarsi orizzontalmente.
Basta fare un semplice prova inferendo qualche garroccio e mettendo in tensione la drizza. Se si prova a spingere sulla tavoletta per orientarla verso destra o sinistra ci si accorge che più si cerca di aprirla più occorre spingere e poi oltre un certo angolo non si apre più.
Sono d'accordo sul fatto che con il grasso non bisogna esagerare, specie con pochissimo vento e questo per favorire il ricongiungimento dei filetti d'aria in uscita dalla balumina (insomma per quei motivi spiegati in un qualsiasi manualetto di vela
).
Nel mio caso ho queste alternative (riguardo alla parte alta della mia randa).
1. Utilizzare una stecca rigida che mi mantiene sempre la vela molto piatta e con il grasso al centro rendendo quasi inutile il paterazzo, perché anche se cazzato a ferro l’ulteriore appiattimento della vela è quasi impercettibile;
2. Utilizzare una stecca più morbida (che non significa morbidissima e neppure appena appena più morbida
) che ingrassa la vela e sposta il grasso a prua. La stecca morbida ha però il vantaggio di dare un senso al paterazzo che così mi consente di appiattire la vela (dandole la forma che avrebbe avuto con la stecca rigida) e di spostare il grasso al centro. Certo, qualcuno potrebbe trovare strano che con pochissima aria mi veda navigare con il paterazzo cazzato
, trovando ancora più strano il fatto che magari si vede anche miseramente superato
. Ma tant’è
Differenze tra l'una o l'altra soluzione non si riscontrano invece per quanto riguarda la possibilità di svegolamento con poca aria (praticamente nulla in entrambi i casi
).
A mio modesto parere la soluzione 2 offre il vantaggio di consentire una maggior regolazione della parte alta della vela.