08-09-2010, 16:26
Ciao Number One, purtroppo essendo di Como mi risulta difficile venire a darti una mano, ma un paio di dritte riesco a dartele, anche perchè ho un Alpa 7 e conosco personalmente uno degli ingenieri che lavoravano ai tempi all'Alpa di Offanengo:
- Celino: confermo non vi è alcun modo di smontarlo senza togliere il ponte, eventualità che però io non escluderei (se hai spazio) anche in considerazione del rifacimento della falchetta.
- Falchetta: Al labbro superiore dello scafo nudo nell'interno veniva resinato e scatolato un travetto di mogano su cui poggiava il ponte fornito di una scanalatura a L rovesciata sede del travetto. Ora, il travetto era realizzato in mogano e dopo 50 anni difficilmente sarà in buone condizioni, considera che lo stesso travetto dava rigidità trasversale allo scafo, senza rigidità lo scafo sotto vela 'pompa', le sartie si comportano come la corda di un arco e schiacciano lo scafo, complice anche la possibile cedevolezza del ponte nella zona di appoggio dell'albero e l'esiguo spessore della paratia che tende a curvarsi in avanti.
Il belin era realizzato in teck con una scanalatura a L che copriva la giunzione ponte scafo.
- Chiglia e zavorra: Attenzione! come avrai notato la zavorra è interna, è realizzata con una colata di cemento e rottami di ferro ( l'igeniere mi diceva che c'è anche della ghiaia del cortile dell'azienda recuperata quando hanno asfaltato il piazzale), controlla bene l'integrità della chiglia, il cemento deve assolutamente rimanere stagno, vi sono casi in cui la zavorra gonfiatasi per l'umidità ha deformato la deriva.
- Dislocazione dei pesi: L'Alpa 7 è un rompighiaccio ma è anche uno scafo sensibilissimo alla disposizione dei pesi a bordo, occhio dunque dove metti batterie e serbatoi, ben equilibrata è una barca che naviga bene anche con arie leggere ma se la appoppi troppo diventa un chiodo.
Ciao e fammi sapere come butta
- Celino: confermo non vi è alcun modo di smontarlo senza togliere il ponte, eventualità che però io non escluderei (se hai spazio) anche in considerazione del rifacimento della falchetta.
- Falchetta: Al labbro superiore dello scafo nudo nell'interno veniva resinato e scatolato un travetto di mogano su cui poggiava il ponte fornito di una scanalatura a L rovesciata sede del travetto. Ora, il travetto era realizzato in mogano e dopo 50 anni difficilmente sarà in buone condizioni, considera che lo stesso travetto dava rigidità trasversale allo scafo, senza rigidità lo scafo sotto vela 'pompa', le sartie si comportano come la corda di un arco e schiacciano lo scafo, complice anche la possibile cedevolezza del ponte nella zona di appoggio dell'albero e l'esiguo spessore della paratia che tende a curvarsi in avanti.
Il belin era realizzato in teck con una scanalatura a L che copriva la giunzione ponte scafo.
- Chiglia e zavorra: Attenzione! come avrai notato la zavorra è interna, è realizzata con una colata di cemento e rottami di ferro ( l'igeniere mi diceva che c'è anche della ghiaia del cortile dell'azienda recuperata quando hanno asfaltato il piazzale), controlla bene l'integrità della chiglia, il cemento deve assolutamente rimanere stagno, vi sono casi in cui la zavorra gonfiatasi per l'umidità ha deformato la deriva.
- Dislocazione dei pesi: L'Alpa 7 è un rompighiaccio ma è anche uno scafo sensibilissimo alla disposizione dei pesi a bordo, occhio dunque dove metti batterie e serbatoi, ben equilibrata è una barca che naviga bene anche con arie leggere ma se la appoppi troppo diventa un chiodo.
Ciao e fammi sapere come butta
