quanto ''tira'' uno strallo?
#1

per i formulatori di formule.
metti 30mtq di randa
metti 20mtq di genoa

quanto tira il cavo dello strallo?

fate voi le andature,il vento,tutto.
io voglio solo i Kg.
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#2
Al di la' del tiro bisogna che non si allunghi troppo e l'allungamento ahimé é proporzionale al carico effettivo in funzione percentuale del carico di lavoro dichiarato per lo strallo.

Quindi anche se dichiarassimo il carico effettivo massimo non potresti comunque scendere al di sotto di certi diametri che sono testati per barche simili senno' avresti allungamenti eccessivi.

Scud

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da yukasdog

per i formulatori di formule.
metti 30mtq di randa
metti 20mtq di genoa

quanto tira il cavo dello strallo?

fate voi le andature,il vento,tutto.
io voglio solo i Kg.

<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
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#3
sulla tua ci vuole spiroidale del 5..., da controventare con volanti proporzionate.
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#4
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da masino
sulla tua ci vuole spiroidale del 5..., da controventare con volanti proporzionate.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
del 5?
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#5
ad occhio hai un carico di circa 1500kg sullo strallo, quindi normalmente con un coef 2 e dovresti usare un cavo con carico di rottura intorno a 3000-3500kg.

Intervengano gli attrezzisti please
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#6
Come ca$$o fate a rispondere se non vi ha dato la geometria del piano velico, non vi ha detto con cosa ca$$a le volanti o lo strallo di poppa e non vi ha detto che dspl e mr ha quello che c'è sotto ????? Ma fatemi il piacere WinkWinkWink

Ciao
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#7
Big Grin
Monto dyform da 4
e pare pure esagerato.
C'e'sempre stato uno spiroidale da 4.

Ma la domanda non era per sapere per il mio cavo,
se andassimo a carico di rottura del cavo mi sa che
mi si aprirebbe prima la coperta stile scatola di sardine42


era per sentire dei numeri, mi piacciono le formule ma quelle
nautiche sono robe da rabdomante.Tongue

grassie a chi illumina e vorra' illuminare

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#8
Ho 'sparato' una cifra perchè in altri post Yukas ha descritto il suo Barko.
Psuedo proto da regata classe D del garda(di Santarelli se non erro) di 7,9m circa, deriva a lama inox con bulbo di (?)300kg a -2m, armato 7/8, le misure dele vele c'è le ha messe sopra, con volanti ecc...


Non mi sembra di aver esser molto lontano dai carichi reali, aspettiamo Yukas per tutte le info e poi gli adetti del settore si pronuncino.
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#9
Dyform da 4mm C.R. 1800kg
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#10
Ha detto bene Scud! dipende anche da altri fattori non solo la superfice velica.
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#11
ok sbizzarritevi
lft 780x260
980 kg,360 di bulbo
pesca 195
P 1040
E 360
I 11 e non mi ricordo
I jib 910
J 320
bompresso fuori di 100 (che tanto poi baro e lo caccio fuori 2 metri)
belin come se non esistesse che la randa e' troppo allunata ma c'e'.

crocette a quartiere ,due piu' pennaccino
volanti alte e basse parancate 1a 4 a poppa estrema lateralmente
poi cosa?
ah si drizzista rossa.hehe
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#12
Per i calcoli del sartiame ci sono programmi specifici che hanno i progettisti, ma sono più che altro riferiti alle sartie laterali, per gli stralli è più difficile e anche tra i tecnici ci sono molte discordie, gli alberai si attengono al calcolo del progettista.
Tutti i risultati dei calcoli strutturali che si fanno sono moltiplicati per un coefficente di sicurezza 'K' che varia in genere da 1,5 a 2 a seconda, questo vole dire che se dai calcoli esce 1000kg si dimensiona per 2000kg.
Lo so che queste cose danno l'impressione che nella nautica ci siano un branco di ignorantoni, ma è che nessuno, forse nemmeno in coppa America vuole rischiare e fare da beta-test, anche perchè le situazioni in cui è sollecitata una barca e le attrezzature hanno 1000 variabili e la situazione peggiore è quando si va a scogli non quando si prende tanto vento.
Ultimamente mi è capitato di dover calcolare il dimensionamento di un bompresso, niente di più facile, conoscendo la sezione, lo spessore e il modulo di resistenza del materiale è il calcolo di una trave incastrata, lo stesso che si usa in edilizia, il problema era capire la forza applicata, in quel caso quanto tira la bugna di un asimmetrico, allora ho incominciato a telefonare a tutti i velai che conosco ma purtroppo nessuno me lo ha saputo dire, allora gli ho chiesto ma come fate voi a sapere la grammatura del tessuto, mi hanno risposto 'semplice andiamo con le tabelle e a esperienza'

Comunque su una barca come la tua lo strallo lo farei almeno da 5 mm 1x19 ( carico di rottura a 2100kg) altrimanti è un elastico.
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#13
Non l'ha data a te!Big GrinBig GrinBig Grin

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da albert
Come ca$$o fate a rispondere se non vi ha dato la geometria del piano velico, non vi ha detto con cosa ca$$a le volanti o lo strallo di poppa e non vi ha detto che dspl e mr ha quello che c'è sotto ????? Ma fatemi il piacere WinkWinkWink

Ciao
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
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#14
&lt;&lt;&lt;quanto tira il cavo dello strallo?&lt;&lt;&lt;&lt;



A domanda strana, risposta strana.
Il vento spinge mezzo chilo a metro quadro per ogni metro secondo.
Ma la velocità da considerare è quella del vento relativo, non del reale.
Fai un po’ tu quanto può tirare, anche considerando, molto semplicisticamente il carico quasi suddiviso sui tre punti.
Ma non è così.
E’ importante conoscere il momento raddrizzante della barca, più è dura più tira, più si sdraia più sventa e meno tira.
S&S usano, per determinare il carico della scotta del genoa la formula: carico uguale alla velocità del vento apparente, al quadrato, per un coefficiente variabile che in una “comune” barca da crociera è 0,02104; il risultato, con discreta approssimazione, potrebbe essere considerato uguale ai tre quarti del carico che insiste sugli altri due punti.
Ma non è così.
Lo strallo regge parte del peso dell’albero e contrasta il tiro del belin e parzialmente quello delle sartie a riposo, della randa quando lavora.
Ma non basta.
Lo strallo si prende le frustate del mare più di ogni altra manovra fissa, perché la barca, flettendo sull’onda s’inarca, lo strallo va in bando e quando la barca scendendo riprende forma (o peggio batte) lo strallo torna in tensione con una bella botta a tutto.
Ma non è tutto.
La vela di prua è soggetta a fileggiamenti e sbattimenti e trasmette vibrazioni e strattonate allo strallo, per non parlare del rollafiocco che lo strapazza in continuazione.
Ed a proposito di movimenti hai pensato al doppio snodo sugli attacchi?
Per farla breve delle varie manovre fisse lo strallo è quello che se la vede peggio.
Per questo motivo alcuni “seri” lo consigliano di una misura in più delle sartie.
Il mio è da 10 avendo le sartie da 8, ma io, come tutti, ho il mio modo di vedere le cose.
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#15
dapnia:
A domanda strana, risposta strana.
Il vento spinge mezzo chilo a metro quadro per ogni metro secondo.

da dove esce questa valutazione empirica?

la pressione, e quindi la forza trasmessa alle vele è funzione del quadrato della velocità.

sbandamento, flessione dell'albero e catenaria di strallo, accelerazioni sui 3 assi e quant'altro non permettono di dare, come giustamente ha fatto notare Albert, una risposta così allegra e facilona.

determinare i carichi, e quindi i dimensionamenti, non è cosa su cui scherzare.
troppi regatanti faidate per sparagnare pochi etti Piccoletto attrezzature fondamentali, per poi trovarsi alberi in testa.
se sono piccoli come quelli di un optimist, se la cavano con un grosso bernoccolo.
se sono già quelli di un minitonner l'aspirina da 1kg non basta proprio...

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#16
mezzo chilo al metro quadro per ogni metro al secondo di velocità effettiva.
E' la formula con cui si calcola la spinta del vento sui grattacieli ed altri manufatti che stanno sù, generalmente.
Sulla generosità dei dimensionamenti, e si capiva benissimo, sono il primo ad essere generoso
Non mi sembra di aver invitato qualcuno a farla facile, al contrario ho messo abbondanti 'ma non è così' e 'ma non basta'.
D'altra parte sono talmente tante le variabili statiche e dinamiche che insistono sulle attrezzature che, appunto, ho definito 'strana' la domanda.
Ma se io scrivo e voi leggete solo a metà, non ce la caviamo più.
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#17
scusa ma non è vero.
vedi anche
CNR 10012/85
D.M. 16/01/96
CIRC. 04/07/96

su qualunque programma di calcolo della spinta del vento la pressione varia in forma quadratica della velocità.
per es. utilizzando il foglio di calcolo dell'Ing.Luca Gatti (che ringrazio)
per es. 10m/s -&gt; 0.135 kN/m2
100m/s -&gt; 13.50 kN/m2
rapporto quadratico

pertanto la tua asserzione è priva di fondamento, sia tecnico che fisico.

forse volevi dire qualche altra cosa, ma se scrivi a metà, a metà possiamo leggere ed interpretare.

di solito non trovo strane le domande.
ma spesso trovo strane le risposte.
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#18
Su certe barche (mi sembra anche sui Farr40) c'è una cellula di carico sul perno landa, forse quello è l'unico riferimento veritiero, i calcoli validi nell'edilizia non sono applicabili a una barca in movimento, a causa del moto ondoso e degli scogli.
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#19
Lo vedi che non leggete tutto.
'''S&S usano, per determinare il carico della scotta del genoa la formula: carico uguale alla velocità del vento apparente, al quadrato, per un coefficiente variabile che in una “comune” barca da crociera è 0,02104; il risultato, con discreta approssimazione, potrebbe essere considerato uguale ai tre quarti del carico che insiste sugli altri due punti.'''
Era evidente che la base di calcolo era la superficie velica, se no che conti fai.
Lo studio di Sparkman & Stephens usa questa formula per calcolare i carichi approssimativi, e lo so perché l'ho visto, poi per il dimensionamento corretto delle attrezzature fa altre cose, e se lo fanno loro...
La domanda forse chiedeva un numerino da usare per giocarci un pò.
Se la domanda era finalizzata al dimensionamento delle attrezzature di un maxi, era il modo e credo anche il posto sbagliato per porla.
La risposta di Zanki è la più coerente.
Meno male che ci sono le domande strane, che stimolano le risposte strane (Newton, Galileo, Leonardo, sono alcuni che si ponevano solo domande strane, per nostra fortuna), diversamente con le sole domande scontate o normali, saremmo ancora a cacciare con le clave.
La chiudo lì subito e mi guarderò bene dal proporre altre risposte perché non oso discutere con il fondamentalismo.
Cita messaggio
#20
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da dapnia
Lo vedi che non leggete tutto.
'''S&S usano, per determinare il carico della scotta del genoa la formula: carico uguale alla velocità del vento apparente, al quadrato, per un coefficiente variabile che in una “comune” barca da crociera è 0,02104; il risultato, con discreta approssimazione, potrebbe essere considerato uguale ai tre quarti del carico che insiste sugli altri due punti.'''
Era evidente che la base di calcolo era la superficie velica, se no che conti fai.
Lo studio di Sparkman & Stephens usa questa formula per calcolare i carichi approssimativi, e lo so perché l'ho visto, poi per il dimensionamento corretto delle attrezzature fa altre cose, e se lo fanno loro...
La domanda forse chiedeva un numerino da usare per giocarci un pò.
Se la domanda era finalizzata al dimensionamento delle attrezzature di un maxi, era il modo e credo anche il posto sbagliato per porla.
La risposta di Zanki è la più coerente.
Meno male che ci sono le domande strane, che stimolano le risposte strane (Newton, Galileo, Leonardo, sono alcuni che si ponevano solo domande strane, per nostra fortuna), diversamente con le sole domande scontate o normali, saremmo ancora a cacciare con le clave.
La chiudo lì subito e mi guarderò bene dal proporre altre risposte perché non oso discutere con il fondamentalismo.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
non è un .
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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