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Consigli restauro I.O.R.
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rinovich Offline
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Consigli restauro I.O.R.
Cari amici/ lettori del blog, un mio caro amico ha rinvenuto questa magnifica gloria del passato - si tratta di un 1a classe I.O.R., primi progetti di Frers anni '80 - in stato di semi abbandono.
Ora, spinti dalla passione vintage e dall'entusiasmo agonistico, pensavamo di buttarci nell'avventura d'acquistarla per poi risistemarla a dovere.
Sapendo di poter contare sul Vs. parere d'esperti, io e miei amici volevamo porvi alcune domande, premesso che il valore di un barca del genere a posto, secondo il mio parere, si puo' aggirare intorno ai € 120.000, mi piacerebbe poter fare una stima di massima dei costi da sostenere; tenendo presente che il cantiere dove devono svolgersi i lavori e' di nostra propietà e che tutto quello che non richiede manodopera super specializzata contiamo di farlo noi.
Allego anche qualche foto per meglio farvi comprendere lo stato in cui si trova la barca.
Detto questo:
- lo scafo e l'albero sono in alluminio;
- la coperta presumiamo sia in sandwich di composito ?;
- il motore e' da sostituire, ed anche l'asse d'elica;
- l'attrezzatura di coperta crediamo di poterla utilizzare all'80%, - e sostituire solo strallo, sartie e paterazzo;
- nel preventivo includerei un gioco di vele standard (randa, genoa, spi, gennaker, trinchetta).
A nome mio e dei miei amici ringrazio in anticipo per i preziosi consigli che vorrete dispensare.

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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-10-2014 11:23 da irruenza.)
23-09-2010 23:16
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amg Offline
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Messaggio: #2
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Complimenti, bellissima barca!
Per i consigli attendiamo qualcun altro ma intanto volevo auguravi un grosso in bocca al lupo, anch'io amo queste sfide.
23-09-2010 23:53
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Jak Offline
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Messaggio: #3
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Ti auguro tutto il bene possibile per il restauro: certe imprese vanno incoraggiate. Per quello che stimi sarà il valore a lavori ultimati, temo dovrai scendere quasi di un ordine di grandezza però
24-09-2010 00:14
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Guest Offline
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Messaggio: #4
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Citazione:Messaggio di rinovich
- lo scafo in alluminio;
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...ma sicuro che lo scafo sia in allumnio?
Rimettere in sesto uno scafo in VTR ha un prezzo. Rimettere in sesto uno in alluminio é ben più costoso e difficile.
Comunque complimenti. Una bella barca, e la sfida per rimetterla in acqua la conosco bene.

Per qualsiasi altro consiglio (costi in primis) bisognerà che scopri ancora molte cose.

.. ma vorrei averla io per le mani quella barca.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-09-2010 00:41 da Guest.)
24-09-2010 00:38
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clavy Offline
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Messaggio: #5
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Sa anche a me che con la stima dei prezzi sei lontano, guarda nel mercatino e vedi a quanto sono state vendute barche simili (45'-50')... ricordo Gap III ed un 37' Ron Holland, molto meno.
Perchè pensate che il motore sia da buttare? Se è rimasto fermo e basta potrebbe essere recuperabile.
La barca è bellissima ma tenete conto che avrà anche alti costi di gestione.
24-09-2010 00:59
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francocr68 Offline
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secondo mè il valore di I classe IOR del 80 in buono stato è molto, molto inferiore ai 12Ok €.

Ad occhio per riportare quella barca ad antichi splendori 120k € sono molto pochi, considerando tra l'altro le proprie ore (quelle degli amici della combricola) a costo praticamente zero.

Poi si sà che le barche sono buchi in mezzo al mare (nell'acqua) dove buttare soldi, tempo e lavoro.
24-09-2010 02:17
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Frappettini Offline
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bella sfida...forse troppo 'sfida'; pensateci bene.
24-09-2010 02:47
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mania2 Offline
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Messaggio: #8
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anche se la sistemi integralmente, mettendoci il motore nuovo, non la rivenderai mai a 120.000 euro, ha 30 anniSadsmiley
Ciò non vuol dire che non valga la pena di verificare un suo recupero, ma va fatto un lavoro di preventivazione veramente dettagliato e ragionato e, nonostante questo, usciranno fuori infinite sorpreseWink
Concordo sulle perplessità del materiale dello scafo.
La prima cosa che metterei in conto è la sostituzione delle appendici, ma ci vuole un progettistaBig Grin e poi dipende come la vuoi usare.
24-09-2010 16:30
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vento forza10 Offline
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Messaggio: #9
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Mi sembrano valutazioni molto ma molto superficiali che, al più, potrebbero andare bene se la vostra idea è di dargli semplicemente una pulita e una riordinata, per poi rimetterla in acqua sperando che non affondi.

Se la vostra intenzione è invece quella di risistemarla a dovere affinché valga la cifra che immaginate (sulla quale mi permetto anch’io qualche dubbio), allora sarebbe necessaria una TAC, o al limite una radiografia, per poter redigere un progetto di ristrutturazione serio e attendibile.

Ad esempio:
- come sono messi gli impianti e tutti i meccanismi vari (es. timoneria)?
- lo scafo presenta cedimenti strutturali?
- gli arredamenti sono da sistemare? La cuscineria è da rifare?
- la cucina funziona?
- il WC è da cambiare, come pure i lavelli e pompe varie?
- ci sono parti da ricostruire perché rotte?
- le parti in legno sono ancora buone o sono fradice?
- le parti metalliche sono in buone condizioni o presentano segni di ruggine?
- il bulbo è attaccato ancora bene? Va trattato?
- è necessario un trattamento antiosmosi?
- la coperta presenta delaminazioni?
- le prese a mare vanno cambiate?
- ci sono segni di infiltrazioni o cedimenti nella giunzione scafo coperta?
- avete guardato sotto i paglioli, dentro stipetti e gavoni?
- dove sono finiti candelieri, draglie pulpito e battagliola?
- l'albero e tutti gli attacchi vari presentano segni di corrosione?
- strallo, paterazzo, sartiame e relative attrezzature sono da cambiare?
- avete fatto una verifica amministrativa per accertare che la barca non sia pignorata o sotto sequestro o non sia stata cancellata dai registri per danni strutturali?
- quando risale l'ultima certificazione RINA?

E queste sono solo le prime domande che mi vengono in mente semplicemente avendo visionato alcune minuscole foto per qualche secondo.

Ovviamente non voglio scoraggiarvi Wink, ma semplicemente accodarmi al consiglio di pensarci bene, ma MOLTO BENE Cool, prima di intraprendere un'impresa del genere
25-09-2010 15:06
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beppe_rm Offline
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caro rinovich,
un prima classe IOR progettato da frers e costruito in alluminio è una barca di grandissima classe, pur con i limiti dello IOR; sicuramente è costruita senza risparmio ed è disegnata da uno che sa disegnare le barche che devono andare per mare, e non ha scopiazzato altre barche aggiungendo qualcosa per sfruttare il buco del momento nella formula.
quindi, occorre fare un tentativo approfondito per vedere se è recuperabile.
- prendo per buono che lo scafo sia di alluminio; è molto probabile che non ci siano grosse magagne; Sciarrelli diceva, e sappiamo quanto era paradossale, che l'alluminio è il miglior materiale per le barche, peccato che tema l'umidità; chissà quanto tempo la barca è stata all'asciutto, ma se tieni una pentola di alluminio per venti anni in un capannone, credi che per questo sia da buttare? c'è da valutare bene la cosa di cui l'alluminio soffre, ovvero la corrosione; esiste una tecnica per farlo, il lavoro un po' rognoso sarà la verifica dei perni del bulbo (uno dei due lavori più delicati, assieme alla verifica del motore); un signore molto bravo, che sa vita, morte e miracoli dell'alluminio si chiama ing. Marco Cobau (non trovo il numero, ma su internet ci sono sicuramente i riferimenti per chiamarlo); una sua perizia sullo scafo, e sul resto, costa una cifra accettabilissima ed è indispensabile per sapere come stanno veramente le cose;
- la coperta: sarà da verificare, naturalmente, ma in genere è la cosa messa meglio, oppure facilmente riparabile;
- l'attrezzatura: saranno da cambiare vele e manovre fisse; qualche hardware sarà da rinnovare, ma non credo ci sia da fasciarsi la testa, almeno allo stadio di ipotesi in cui stiamo parlando;
- il motore: io non lo sbarcherei subito; il diesel non è aperto al mondo esterno; si potrà provare, dietro consiglio di un bravo meccanico, a cambiare filtri, olio, materiale che si è consumato, ed a fare quello che il meccanico consiglierà per un tentativo di avviamento in loco (non prima di aver collegato entrata ed uscita di acqua di raffreddamento ad un bidone);

quindi, una pulita come si deve ad interno ed esterno, una perizia, poi una valutazione; a naso direi che questa prima spesa vale assolutamente l'impresa, e (vado sempre a naso e per quello che si vede) potrebbe anche riservare delle ottime sorprese, nel senso di una mole non esagerata di soldi e lavoro per riportarla ai fasti di un tempo; ricorda sempre che i prima classe erano l'aristocrazia del mondo delle regate, ad esclusione dei maxi, che appartenevano a 10 ricchi del mondo.

sicuramente non dovrai lavorare con in testa l'obiettivo del prezzo di rivendita, che potrebbe essere meno della metà di quello che credi, ma con l'obiettivo di avere una bellissima barca;

questo è ciò che penso io.
buona fortuna

beppe


ps: il discorso di rifare le appendici è risibile; allora le pinne ed il timone erano fatti così; cambiare il profilo della pinna per ottenere un piccolo vantaggio idrodinamico, a parte che costa quanto restaurare la barca, snaturerebbe il progetto, richiederebbe adeguamenti strutturali importanti e costosi; ma sopratutto non è da consigliare perché una barca è un insieme complesso di volumi e struttura, le cose non sono slegate ma intimamente connesse, fatti per interagire con con una vela che spinge in un certo punto ... etc .. lascia perdere questi discorsi.

se vuoi, scrivimi e ci sentiamo in privato.
25-09-2010 15:26
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ulpiano Offline
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la barca è bellissima, te lo abbiamo detto tutti.
Le verifiche amministrative prima di poggiarci un dito sopra sono, a mio giudizio, necessarie. Di spese da fare ce ne sono parecchie ed è per questo che la seconda cosa da fare è un budget serio (individuando ed analizzando quanto puoi fare tu e quanto debbono fare altri soggetti). La rivendita...dipende da come sono fatti i lavori, da chi li ha eseguiti (cantieri, 'professionisti' o il singolo privato spesso mal considerato...) e soprattutto chi compra. Ad ogni modo si tratta di una barca di 16 mt lft circa che è un mercato piuttosto tosto per l'usato, specie quello datatao.
Se te la danno gratis, fatte le verifiche amministrative, io me la prenderei e mi ci divertirei in prima persona per anni; ma questo perché a me quella barca piace moltissimo e perché una per navigare (identica e poco più piccola) già la ho, non certo pensando alla rivendita.
Tutto il mio incoraggiamento per un BV.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-09-2010 19:05 da ulpiano.)
25-09-2010 19:02
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bistag Offline
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Ho avuto, dal 1988 al 2004, un One Tonner del 1980 in lamellare costruito da Galetti su progetto Valicelli e nel tempo lo ho ristrutturato interamente. Ci ho trascorso almeno 2500 ore facendo lavori, prima di restauro per navigare tranquillo poi di ottimizzazione per andarci in crociera.
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lo ho venduto nel 2004 e ti posso assicurare che per quanto belle e ben tenute visto che sono barche molto tecniche hanno poco mercato e alla cifra che dici devi toglierci dai 70k (se avrai molta fortuna) ai 90k euro.
Sono barche affascinanti ma estremamente tecniche e costruite per fare regate ad alto livello quindi poco adatte all'uso 'crociera in famiglia' e pertanto con mercato molto ristretto.
Ormai ho capito che quando si comprano le barche il lato economico va possibilmente tralasciato perchè le aspettative purtroppo quasi sempre sono molto superiori alla realtà di mercatoSmile.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-09-2010 22:12 da bistag.)
27-09-2010 22:11
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RJ Offline
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Se non erro è uno dei Guia di Giorgio Falk; dopo averla vista negli anni 80 dominare le scene IOR, l'ho rivista per una decina di anni parcheggiata all'interno di un cortile nei pressi di Avigliana (TO).
Quoto tutti i buoni consigli che sono stati dati, ma aggiungo che chi intraprende una simile impresa non lo fa per il valore che avrà la barca una volta sistemata. Chi restaura un puro sangue come questo, lo fa per la soddisfazione che potrà avere navigando su un pezzo della storia della vela italiana. Per quanto riguarda 'l'entusiasmo agonistico', non so quale siano le vostre precedenti esperienze, ma tenete conto che per riuscire a far viaggiare decentemente barche del genere bisogna essere 'tanti' e bravini.
Se deciderete per il restauro vi faccio i migliori auguri, sperando di vederla presto in mare.
28-09-2010 21:57
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bistag Offline
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Ugo il discorso del valore (120k euro) era una parte fondamentale della discussione iniziata da Rino
il tuo discorso:
'Chi restaura un puro sangue come questo, lo fa per la soddisfazione che potrà avere navigando su un pezzo della storia della vela italiana'
figurati se non lo capisco visto che ho avuto per 16 anni uno dei tre One Tonner di Valicelli costruiti per la One Ton Cup di Napoli del 198042! e ti assicuro che sono barche meravigliose ma come dici te molto tecniche (la mia 'ex' ha volanti strutturali) e quindi oggi poco commerciali e quindi non possono mantenere il valore come dice Rino.
29-09-2010 17:26
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RJ Offline
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CONSIGLI RESTAURO I.O.R.
Concordo pienamente Giovanni,
se il discorso è puramente commerciale non avrebbe alcun senso.
L'anno scorso ho revisionato completamente la il mio 3/4 Ton (della mia famiglia dal '79) spendendo circa 60 k€. Se dovessi venderlo ora farei fatica a prenderne 15, ma ovviamente le motivazioni che mi hanno spinto a farlo erano diverse.
Per quanto riguarda le regate, consiglio di verificare effettivamente quanto numeroso potrebbe essere l'equipaggio ed il relativo livello, oggi, con meno di 60 k€ si trovano degli ottimi First 31,7 o barche simili ottime per cimentarsi in regate di circolo.
30-09-2010 13:38
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vento forza10 Offline
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Citazione:RJ ha scritto:
Se non erro è uno dei Guia di Giorgio Falk;


Secondo questo articolo le uniche barche di Falck disegnate da Frers erano il Guia 2000 e il Rolly Go

http://www.advmarea.com/ftp_farevela/falck195.pdf

che però sembrano ancora ben vive e vegete

http://web.tiscali.it/guia2000/

http://www.itchiavari.it/tigullio/guia2000.html


http://www.rollygo.it/
01-10-2010 13:57
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sailor13 Offline
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Messaggio: #17
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Citazione:vento forza10 ha scritto:
Citazione:RJ ha scritto:
Se non erro è uno dei Guia di Giorgio Falk;


Secondo questo articolo le uniche barche di Falck disegnate da Frers erano il Guia 2000 e il Rolly Go

http://www.advmarea.com/ftp_farevela/falck195.pdf

che però sembrano ancora ben vive e vegete

http://web.tiscali.it/guia2000/

http://www.itchiavari.it/tigullio/guia2000.html


http://www.rollygo.it/
viva e vegeta non direi, l'annuncio di vendita riporta come numero di telefono uno 0335... mi sembra che siano diversi anni che è stato abolito lo zero per i cellulari.
01-10-2010 16:01
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vento forza10 Offline
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Citazione:sailor13 ha scritto:
mi sembra che siano diversi anni che è stato abolito lo zero per i cellulari.

Si è vero (acuta osservazione! Big Grin). In effetti lo zero non c’è più dal 30.6.2001.

Secondo le informazioni sul sito del cantiere, il Guia 2000 fu costruito tra il 67 e il 69 (cercare sotto “prototipi sportivi”).
http://www.cantierisangermani.it/sito/set.htm

Qui invece si parla di una produzione di 6 barche gemelle, effettuata in Italia, su stampo del Guia 2000 di Falk modificato per la crociera da Frers (commercializzate come GERMAN FRERS 46).
http://en.cosasdebarcos.com/barco_362921...14552.html
http://www.yachtbrokers.it/barca18255.htm

Potrebbe anche essere che quella segnalata da rinovich sia proprio il Guia 2000 riconvertita poi a crociera/IMS negli anni successivi alla formula IOR, ossia quella dell’annuncio (risalente ad almeno 9-10 anni fa)

http://web.tiscali.it/guia2000/

caduta poi definitivamente in disgrazia, forse anche per la poca fortuna in classe IMS (dopo il 90). Peraltro nell’articolo (del 2004) si parla di un Guia 2000 “che non ebbe mai grande successo”.

Se è lei, allora ha uno scafo in sandwich costituito da un'anima di alluminio e due guance in fibra di kevlar come potrebbe essere guardando le foto. Anche gli interni (per quel poco che si vede) sembrano assomigliare (bianchi con pagliolo listellato).
Se così fosse avrei seri dubbi sul fatto che quel sandwich di 40 anni sia ancora in grado di reggere il mare, e può anche darsi che una verifica sui registri navali lo confermi.
Qui si parla piuttosto male del kevlar…addirittura dopo 1-2 anni.

http://forum.amicidellavela.it/showthrea...hichpage=1

Peccato SadsmileySadsmiley

PS. È pazzesco vedere quante informazioni si possono ricavare da internet in neanche mezz’ora di ricerca.
01-10-2010 21:27
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pegaso Offline
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Citazione:vento forza10 ha scritto:
Citazione:sailor13 ha scritto:
mi sembra che siano diversi anni che è stato abolito lo zero per i cellulari.

Si è vero (acuta osservazione! Big Grin). In effetti lo zero non c’è più dal 30.6.2001.

Secondo le informazioni sul sito del cantiere, il Guia 2000 fu costruito tra il 67 e il 69 (cercare sotto “prototipi sportivi”).
http://www.cantierisangermani.it/sito/set.htm

Qui invece si parla di una produzione di 6 barche gemelle, effettuata in Italia, su stampo del Guia 2000 di Falk modificato per la crociera da Frers (commercializzate come GERMAN FRERS 46).
http://en.cosasdebarcos.com/barco_362921...14552.html
http://www.yachtbrokers.it/barca18255.htm

Potrebbe anche essere che quella segnalata da rinovich sia proprio il Guia 2000 riconvertita poi a crociera/IMS negli anni successivi alla formula IOR, ossia quella dell’annuncio (risalente ad almeno 9-10 anni fa)

http://web.tiscali.it/guia2000/

caduta poi definitivamente in disgrazia, forse anche per la poca fortuna in classe IMS (dopo il 90). Peraltro nell’articolo (del 2004) si parla di un Guia 2000 “che non ebbe mai grande successo”.

Se è lei, allora ha uno scafo in sandwich costituito da un'anima di alluminio e due guance in fibra di kevlar come potrebbe essere guardando le foto. Anche gli interni (per quel poco che si vede) sembrano assomigliare (bianchi con pagliolo listellato).
Se così fosse avrei seri dubbi sul fatto che quel sandwich di 40 anni sia ancora in grado di reggere il mare, e può anche darsi che una verifica sui registri navali lo confermi.
Qui si parla piuttosto male del kevlar…addirittura dopo 1-2 anni.

http://forum.amicidellavela.it/showthrea...hichpage=1

Peccato SadsmileySadsmiley

PS. È pazzesco vedere quante informazioni si possono ricavare da internet in neanche mezz’ora di ricerca.

Si, però sbagliate:

1)Nel 69/70 fu costruito il primo Guia di Falck, in legno da Craglietto a Trieste; è quello progettato da S&S che fece la prima withbread nel 73/74.

1) Il Guia 2000 è stato costruito da Sangermani nel 1979, la prima barca costruita con sandwich di kewlar e nido d'ape di alluminio e resine epossidiche, costruzione leggerissima con zavorra in sentina sopra il bulbo.

2)Per essere una barca 'di scarso successo' non era andata così male: due giraglie, due campionati del mediterraneo e la transatlantica per due Brooklin cup del 86 (ero iscritto).

3) del Frers 46 se ne fece, se non ricordo male, uno o due.

La barca delle foto assomiglia molto al Guia 2000, la conoscevo, ero a lavagna quando l'hanno varato, tranne nel piano di coperta con tughetta e pozzetto croceristico, ma può darsi che sia stato modificato in seguito nel refitting fatto per trasformarla a uso crociera.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-10-2010 00:35 da pegaso.)
02-10-2010 00:05
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vento forza10 Offline
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Messaggio: #20
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In effetti c'è qualcosa che non torna nelle informazioni pubblicate nel sito del cantiere
Peraltro nel 1967 Frers era forse ancora troppo giovane Wink.

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Il cantiere parla di una barca molto leggera e interni spartani. Forse è la versione originaria che ha ottenuto risultati importanti sfruttando proprio il rapporto zavorra/peso totale.
Poi la riconversione a crociera (successivamente alla Brooklyn Cup del 1985???) l'avrà appesantita eccessivamente compromettendone le prestazioni (in campo regatistico), cosi dopo 19 anni (ossia nel 2004, anno dell'articolo su Falck) il ricordo delle precedenti imprese si era ormai quasi perso nell'oblio.

Certo che se rinovich inserisse qualche altra foto/informazione supplementare si potrebbe essere più precisi, anche per dargli, con maggiore cognizione di causa, i consigli che cerca.

Comunque queste ricostruzioni storiche sono sempre piacevoli.
02-10-2010 00:53
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