(19-09-2017 08:55)max440 Ha scritto: Dapnia, bellissimo lavoro e perfettamente documentato. Mi era sfuggito in precedenza. Io per adesso ho fatto solo il pozzetto, è venuto bene, ma mi sono fermato non sapendo come posizionare perfettamente le doghe curve sulla tuga. Nel caso tuo sono state posizionate fuori opera o in situ? Ed in entrambi i casi, come è stato operato? Grazie anticipate
Teck Burma di prima scelta, spessore 15 millimetri all'origine.
Doghe sagomate in situ e all'inizio sono tutte dritte, tranne le cornici e le sagome.
I pezzi dritti e piccoli, da incassare in sagoma, sono stati assemblati a parte si dime. Di tutte le curve sono state fatte prima dime di compensato, adattate e poi riportate in teck.
Come? Esperienza, capacità, pazienza, squadrette di legno (poi rimosse) per forzarle in sagoma e metterle in forma, pesi notevoli per tenerle ferme fino alla presa della colla, poche viti e solo dove strettamente necessario.
E' essenziale usare quella giusta (non sto polemizzando con Arvidax, giustamente le colle sono molte, l'esperienza insegna quale usare e per quale lavoro) data come si deve e fondo preparato a dovere.
La fretta e il portafoglio sono nemici di tutto ciò.
Ci sono foto dettagliate per ogni processo che ho descritto.
Per inciso, c'è una foto dove si vede che stiamo mettendo dei tappi sulla falchetta e li incolliamo con l'epossidica: non sono i tappi delle viti sulle doghe, sono tappi grossi che coprono i grossi fori fatti per verificare i rivetti che tengono scafo e coperta, senza togliere la falchetta che era in ottimo stato; e siccome aderivano alla scocca sotto, quella colla ci voleva.
Quella coperta, ma anche da altre fatte prima e dopo, ma nello stesso modo, non ha mai dato problemi di alcun tipo.
Certo se qualcuno ne vuole una uguale, soldi ne deve spendere parecchi.