Citazione:fulvio ha scritto:
Insomma stiamo parlando di due cose molto diverse, entrambe vere date premesse diverse.
E' ovvio che io penso che la stragrande maggioranza delle carene sia mediamente compatta con porosità pur prersenti, ma isolate in bollicine non comunicanti e quindi quando parlo di carena umida non intendo una 'spugna piena d'acqua'. Se mi concedete questa premessa allora accettate che si possa passare l'epossidica su una carena che presenta ancora 'umidità', (non acqua liquida) all'interno, ovviamente la superficie deve essere asciutta, ma nessuno vernicia su superfici bagnaticce..
Certo Polimeri penserà che io sia ingenuo e che le carene sono spugne. Gli lascio il beneficio del dubbio e non nego a priori la possibilità che l'industria nautica, magari piccoli cantieri, sia ad un livello tanto basso. Ci sono tante grandi industrie che lavorano in ambienti controllati, che impregnano a pressione in stampi chiusi ( RTM - Resin Trasfer Mmoulding), con sacchi a vuoto sigillati ecc ecc ...però tutto è possibile.
Ciao.
la spugna e le caverne erano un esempio, una spugna con una porosita' specifica infinitamente piccola ovviamente,
per comprendere con correttezza i fenomeni coinvolti bisogna pensare la materia come realmente e', e non come ci appare:
chimicamente la materia e' costituita dalla quasi totalita' di spazi vuoti, gli atomi che costituiscono i mattoncini della materia sono costituiti dal 99,99999etc% di vuoto, infatti la dimensione del nucleo e degli elettroni sono circa diecimila volte inferiori rispetto al diametro dell'atomo (poi quanti vuoti ci siano dentro il nucleo si puo' solo ipotizzarlo....)
in pratica tutta la materia che ci appare solida non e' altro che un'illusione ed effetto delle forze di attrazione intermolecolari...quello che ci appare solido e' solo un agglomerato di molecole che stanno piu' strette e si muovono meno liberamente che nello stato liquido e meno ancora che nello stato gassoso.....si dovrebbero chiamare stati di potenziale energetico piu' che stati della materia
ora, il riferimento alla resina come spugna e' da intendersi come esempio per far comprendere il fenomeno:
In realta', la migliore resina, seppure polimerizzata in condizioni di laboratorio, presenta una porosita' nell'ordine di alcuni berluscometri, ops nanometri che e' evidenziabile solo al sem....queste sono le caverne a cui mi riferivo....ma le piu' importanti ai fini dell'innesco del fenomeno sono quelle molto piu grandi che derivano da difetti durante la polimerizzazione, vuoi per le tecniche ancora arcaiche di posa in opera: molti cantieri per esempio non utilizzano forni ed effettuano la post cura al sole, vuoi per le condizioni non ideali di lavorazione e per le forme irregolari dei manufatti....
tu considera che contaminare con una gocciolina d'acqua durante la miscelazione comporta l'inglobamento di centinaia di migliaia di molecole di acqua e la successiva formazione di un analogo volume interstiziale quando essa sara' evaporata... queste grosse microcavita' sono invece rilevabili gia' con un ottica 1000X
i fattori che comportano la formazione di microdifetosita' e quindi cavita' piu' o meno marcate sono, comunque molti, servirebbe un trattato solo per analizzarli e non tutti sono eliminabili pur con l'ausilio di impianti industriali ad alta tecnologia, che pochissimi cantieri posseggono.
Comunque mi sa che qui abbiamo un po' esagerato, sarei curioso di sapere chi ha avuto la pazienza ed il coraggio di leggere tutto