Solitamente la distanza delle mani dal boma la stabilisce o il progettista o il velaio secondo i loro calcoli o la loro esperienza.
E facile che la porzione di superficie ridotta dalla prima mano sia uguale alla porzione ridotta dalla seconda mano o proporzionale al rapporto tra superficie della randa piena e superficie ridotta dalla prima mano.
Guardando una qualunque randa potrai notare che la seconda mano ha rinforzi di mura e di scotta, dove vanno messe le borose, più generosi di quelle della prima.
Secondo queste logiche (non assolute, ma probabili), se vuoi puoi fare applicare una terza mano alla tua, il peso è irrilevante se non armi le borose.
Però non la puoi utilizzare al meglio se non disponi anche di una vela di prua piccola di superficie adeguatamente proporzionata a quella della randa con tre mani e tale per cui il centro velico non finisca molto lontano da dove è previsto in progetto.
E’ assolutamente inutile dividere fra tre mani lo spazio di randa previsto per due: o la terza la fai fare per ridurre ancora di più della seconda o due generalmente bastano.
Certo dipende da cosa ci vuoi fare con la barca e/o da dove ci vuoi andare.
Con onda formata e dal traverso in giù, potrebbe essere utile una mezza mano di sbieco, in modo che prendendola si alzi la varea del boma, affinché non finisca in acqua nelle rollate (basta anche far prevedere dal velaio i rinforzi per questo uso).
Il medesimo risultato si ottiene usando l’occhiello di mura della prima e l’occhiello di scotta della seconda, ma bisogna sapere bene cosa si sta facendo se no si strappa tutto.
Sulla mia ho tre mani, ma ho anche il secondo strallo con due fiocchi piccoli, la foto non è un granché, ma si vede.
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