Rifacimento Coperta
Senza avere la pretesa di avere qualcosa da insegnare, posso almeno segnalare alcuni errori che non ripeterei se dovessi affrontare nuovamente la ripresa, con il gelcoat, della coperta (attività che mi sta impegnando da diverse settimane e che attendo di completare, lavorando all’aperto, appena avrò un fine settimana con tempo clemente).
1) Lavorare piccole quantità di materiale (il rischio è di buttare più il gelcoat di quanto se ne stenda). Una buona strategia può essere quella di cominciare da una parte piccola ed “asportabile”. Io ho iniziato dalla copertura del gavone dell’ancora su cui ho sperimentato sia il colore che (soprattutto) le possibili modalità di stendere il prodotto (rulli di vario tipo e natura e pistola a spruzzo), e procedere conseguentemente per limitate porzioni della coperta;
2) Per preparare la superficie, su indicazioni di un addetto al reparto carrozzeria di un rinomato cantiere nautico, ho dapprima aperto le lesioni superficiali per circa un centimetro oltre la loro estensione per riprenderle con piccole strisce di mat e resina, rifinendo con stucco poliestere. Salvo che le lesioni non siano veramente profonde è un lavoro (a parer mio) del tutto inutile. Per ripristinare la continuità della superficie in corrispondenza di scheggiature o regnatele (sempre a parere del sottoscritto) è sufficiente fresare lo strato di gelcoat sino al poliestere sottostante e riprenderle con stucco c.d. metallico a base poliestere. In sostanza, in corrispondenza delle micro fratture (ragnatele) mi sono preso la briga aprirle con la fresetta a pallina del (simil) Dremel, badando ad allargare di qualche millimetro la fresatura in corrispondenza delle estremità. Dubito che in cantiere lo facciano perché comunque sia con la verniciatura che, a maggior ragione, con la stesura del gelcoat, le lesioni più piccole si coprono con equivalente risultato estetico (sul fatto che poi non rifioriscano ho dei dubbi);
3) Dare il gelcoat sull’antisdrucciolo ne riduce il grip. Suggerirei di non esagerare dandone non più di una-due mani con rullo a pelo corto o di spugna a poro piccolo, stendendo pochissimo prodotto per volta, dopo aver pulito e sgrassato la superficie con acetone e spazzolato (senza aggressività) con spazzola metallica. La sabbiatura mi sembrerebbe una procedura eccessivamente aggressiva che riserverei per l’alternativa, assai più gravosa, del rifacimento dell’antisdrucciolo, sul cui procedimento mi rimetto agli esperti. È comunque vero che la riduzione del grip è in parte compensata dalle micro asperità lasciate dalla stesura con il rullino quasi asciutto per cui la soluzione indicata potrebbe risultare un accettabile compromesso;
4) Dare il gelcoat con la pistola è difficile ma non impossibile. Lo sforzo vale la pena solo sulle superfici lisce, dove le rugosità lasciate dalla stesura a rullo debbono essere spianate per poi lucidare, il che costituisce un impegno assai oneroso. Tanto più che il gelcoat a senso darlo per spessori di alcuni decimi di millimetro (5-6) carteggiarne via più della metà duole alle mani, alle ginocchia ed .. al portafoglio. Un aspetto positivo c’è, il gelcoat difficilmente cola, per cui si può darne uno spessore adeguato anche con un’unica ripresa (anche se lo sconsiglio). Quanto all’attrezzatura, non disponendo di una pistola adatta, mi sono arrangiato con una con l’ugello da 1,8 trovando un compromesso riducendo la pressione dell’aria intorno alle 3 atmosfere.
Tutto quanto ho detto vorrei fosse preso per quello che è: la descrizione delle esperienze sul campo di un “malato” del fai da te che, anche quando sbaglia e deve rifare daccapo, intanto soddisfa la propria passione ben sapendo che pagherà di persona per i propri errori e mette in conto le possibili inca…..ture.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 05-10-2010 21:08 da and.62.)
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